Digiuno intermittente, un modo interattivo per dimagrire

Digiuno intermittente, un modo interattivo per dimagrire

Noto anche come metodo Lean Gains, è di gran moda perché offre risultati che altrimenti tardano a manifestarsi e si rivela efficace nel tempo

Ormai ne parlano tutti, ma cos’è il digiuno intermittente? E perché è così utile quando si tratta di perdere peso in maniera controllata ed efficace? Ci sono tante diete e tanti metodi che pretendono di riportare il fisico a liberarsi dei chili di troppo e non è facile trovare il proprio punto di riferimento.

Va detto che un incontro con il dietologo o con il nutrizionista nella maggior parte dei casi è inevitabile e che il fai da te può portare ad aggravare condizioni nella norma. Quindi è bene ricordarsi che informare e comprendere non sempre è sufficiente a sostituirsi al parere di un medico. È invece utile per comprendere meglio lo scopo degli interventi proposti per guardarli nella giusta prospettiva.

Il digiuno intermittente in breve

Tutti ne parlano ed è diventata una presenza ossessiva su social e tra gli appassionati del tema, ma che cos’è il digiuno intermittente? E, soprattutto, dopo anni in cui le diete promettevano di non far patire la fame, come ha fatto a ottenere così tanto successo? Senza troppi giri di parole, il digiuno intermittente prevede di prolungare il più possibile gli intervalli tra un pasto e l’altro per favorire la perdita di peso e anche una maggiore attivazione metabolica.

Si tratta di una pratica utilizzata comunemente dagli sportivi, serve in particolare agli atleti per entrare o uscire da una categoria agonistica in base al peso. Specie tra gli agonisti che praticano sport di contatto, pochi etti possono fare la differenza e un digiuno ben fatto riesce a determinare il passaggio a una fase successiva del torneo. Oggi esistono diverse versioni della dieta che fa del digiuno la sua essenza centrale. Infatti, il tema è ancora piuttosto confuso e i risultati sul lungo termine non sono del tutto documentati. Una ragione in più per evitare il fai da te.

Quanti tipi di dieta intermittente esistono

È difficile rispondere a questo quesito, infatti si sono moltiplicate in breve le indicazioni e i pareri dei cosiddetti esperti al riguardo. Si va da suggerimenti drastici che prevedono di mangiare un giorno sì e uno no, in alcuni casi persino due giorni no. È il caso della dieta Eat Stop Eat, in cui il digiuno si alterna tra un giorno e l’altro in cui è possibile mangiare. La paleodieta, invece, prevede un regime più rigido in cui ci si abbuffa un giorno per poter restare senza mangiare per due giorni consecutivi, un po’ come si suppone facessero nel paleolitico.

Questo tipo di approccio risulta molto estremo ed è sconsigliato a chi non ha adeguata preparazione al riguardo o non è seguito da uno specialista in grado di monitorare i risultati. Versioni meno aggressive e più facili da gestire sono quelle che prevedono di prolungare i tempi di digiuno tra un pasto e l’altro nella stessa giornata.

Lo schema 16/8

Uno tra i metodi più diffusi, e che fa storcere un po’ meno il naso ai nutrizionisti di vecchio corso, è quello che prevede di invertire la tendenza comune. Tutti noi digiuniamo, chi più o chi meno, per 8 ore cioè nell’intervallo dedicato al sonno tra la cena e la colazione del giorno successivo.

Con questo modello di dieta, si suggerisce di prolungare questo intervallo. È utile farlo in maniera progressiva e non privando di punto in bianco il corpo della colazione alle 8 del mattino. L’idea è di arrivare a fare una colazione che sia anche un pranzo a mezzogiorno. Quindi si potrà continuare a mangiare fino alle 8 di sera, ma in maniera bilanciata e senza privarsi di nutrienti preziosi. 

La peculiarità di questo tipo di dieta è di non prescrivere un regime alimentare, ma solo un ritmo con cui assumere i cibi e spingere il corpo a fare buon uso dei nutrienti introdotti nei momenti di digiuno.

Il metodo a giorni alterni 5:2

Per alcuni l’idea di saltare del tutto il pasto è utopia, magari integrando con delle vitamine per evitare lo sfinimento, ecco qualche esempio. Secondo questo modello, si limita l’assunzione di alimenti molto calorici durante due giorni a settimana, non consecutivi. La riduzione è drastica e di certo non farà piacere agli amanti della buona forchetta perché prevede rinunce fino a un massimo di 500/600 calorie al giorno.

In un certo senso ci si tiene in forma per affrontare senza eccessive limitazioni gli altri cinque giorni della settimana in cui non viene prescritto un vero e proprio limite alle calorie che si possono assumere. Per quanto sia sempre raccomandabile seguire un’alimentazione sana e bilanciata.

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