Draghi: “L’Italia è uno Stato laico e non confessionale”

Draghi: “L’Italia è uno Stato laico e non confessionale”

“L’Italia è uno Stato laico e non confessionale”. Parola di Mario Draghi. Che sottolinea l’ovvio e ammette di dirlo, l’ovvio. E si dovrà pure ringraziarlo, il Presidente del Consiglio, perché evidentemente ce n’é bisogno ancora in questo Paese, di ribadire l’ovvio.

C’è bisogno di chiarire che, prima ancora del diritto della Santa Sede di dire la sua, esiste un primato intangibile: quello del Parlamento, sovrano in quanto espressione della volontà popolare. Lì si fanno le mediazioni, semmai. E non si può certo dire che sull’omofobia non se ne siano già fatte abbastanza.

Resta però l’impressione di un atto di una grave arroganza e una palese mistificazione introdotta nella difficile discussione su un disegno di legge che in alcuna maniera intacca la libertà di pensiero e espressione. Non quella del mondo cattolico e della Chiesa, nemmeno quella di altri.

Questa argomentazione, la stessa delle destre più oscurantiste, è una colossale bugia.E finché la dice un leader neofascista è fastidiosa, ma comprensibile: l’imbroglio è il loro metodo, del resto. Quando la dice il Vaticano è devastante, innanzitutto per la verità che questi deve, non a me ma ai suoi milioni di fedeli.

“Il nostro Ordinamento contiene tutte le garanzie affinché le leggi rispettino le norme costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato”. E lasciando per un attimo da parte i troppi privilegi fuori dal tempo che il Concordato riconosce alla Chiesa cattolica, ancora una volta ha ragione Mario Draghi.

Ed è esplicito e chiaro che la nostra Costituzione non garantisce a nessuno il diritto di offendere, insultare, discriminare. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Articolo terzo della Costituzione repubblicana. Più chiaro così?

Michele Piras

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