Lettera aperta a Carlo Tansi e a Luigi De Magistris

Lettera aperta a Carlo Tansi e a Luigi De Magistris

Il sogno che, in questi mesi, stava assumendo forma, spessore e peso politico, si frantuma all’improvviso con un comunicato stampa che annuncia la rottura dell’alleanza De Magistris-Tansi.

Il lavoro intenso svolto per aggregare e dare alla Calabria e ai Calabresi una nuova e diversa prospettiva dell’agire politico non può perdersi così: torneremmo nel limbo della politica e daremmo alla destra, ancora una volta, la certezza di una vittoria elettorale che non merita, in quanto espressione dell’evidente pochezza politico-amministrativa, di cui è sintesi, oggi, la figura del presidente f.f., Spirlì.

Pensavamo e pensiamo che nel progetto ci fossero tutti gli elementi necessari per convincere politicamente l’elettorato calabrese; tutti i candidati delle diverse liste cominciavano ad operare come una comunità, nel rispetto reciproco delle proprie idee: un “obiettivo elevato” necessita di uno sforzo personale e collettivo, che trova la sua forza nel riconoscimento del bisogno reciproco, non per interessi personali, ma per un fine comune, che punta al riscatto di una terra martoriata, umiliata e rapinata, davvero “amara”, perché tale la rendono l’azione sinergica e continuata della brutta politica, della mafia e della massoneria.

Se facessimo tutti un passo indietro e provassimo a riavviare quella macchina, che era partita così bene, ed ognuno tornasse a svolgere il proprio ruolo senza fughe in avanti e con scelte non improvvisate, ma discusse e condivise, in modo da dare alle stesse più senso e più forza!!!

Sarebbe una magnifica lezione per ognuno di noi di vera democrazia e di senso di appartenenza ad un progetto rivoluzionario che, dal proprio interno, dà un’idea della giusta via da percorrere, per utilizzare al massimo questi mesi che ci separano dal voto. Dividersi è sbagliato.

Riconosciamo a Tansi la grande iniziale intuizione che, proprio per la sua ampiezza, andava molto al di là del pur importante sacrificio personale, che senza dubbio non poteva essere dato per scontato, considerato il patrimonio politico e di consenso già costruito dal movimento; e nel “sacrificio” includiamo anche la capacità di superare i tentativi di sopraffazione (speriamo casuali e non ad arte), che, in verità, non sono mancati.

Ma ci chiediamo: è possibile che qualche atteggiamento (che pure appare di accentuato personalismo) possa costituire un ostacolo così insormontabile, da preferire la divisione al sogno comune?

Un sogno così grande non merita certo né di infrangersi né di essere banalizzato: noi candidati di Rifondazione Comunista ci determiniamo perché ci sia un ripensamento che porti ad un recupero di quelli che erano gli impegni comuni, inizialmente assunti, in base ai quali tutti noi, sin da subito e senza alcun calcolo, né di partito né personale, abbiamo lavorato con determinazione e grande sacrificio, convinti che per un fine così alto continui ad essere giusto spendersi con lealtà e generosità.

Antonio Campanella

Mario Gallina

Monica Nardi

Sonia Rocca

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