Cosimo Cavallaro: “Grotteria, alle porte dell’inferno”

Cosimo Cavallaro: “Grotteria, alle porte dell’inferno”

Di Cosimo Cavallaro

Da alcuni anni non percorrevo quel tortuoso e dissestato tratto di strada che dal bivio di Croce Ferrata porta a Gioiosa Jonica passando per il centro abitato di Grotteria. Ricordo quei luoghi, a monte del medesimo paese, che seppur non paragonabili ad un vero e proprio paradiso terrestre, in alcuni scorci panoramici gli somigliavano.

Un’abbondanza di pini, lecci, castagni, querce, faggi e ulivi mostravano al viandante la loro lussureggiante bellezza in un incastro di monti e pianori culminanti su dirupi mozzafiato. Ma sono bastati pochi giorni per trasformare quello che poteva essere un Eden in una porta spalancata sull’inferno, attraverso la quale la follia disumana dei piromani ha trovato il varco per esibirsi e spargere sulla terra inerme tutta la sua violenza devastatrice.

Non serve molta fantasia per ricostruire quegli interminabili momenti nei quali un balletto di fiamme, alimentato dalle sterpaglie secche, si trasformava in un uragano di lapilli che, trasportato dal vento, dilagava tutt’intorno a velocità folle lasciandosi alle spalle tizzoni fumanti, carcasse di animali morti e cenere. Tanta cenere…

In questo 2021, ricordato come anno record dai piromani che hanno scelto la Calabria come base operativa per le loro diaboliche imprese nonostante il “Piano Anti Incendi Boschivi Calabria”, una vastissima zona della nostra regione, dall’Aspromonte al Pollino passando per la Sila, è stata rasa al suolo da roghi innescati con premeditazione e, su un terreno devastato, a futura memoria è rimasto un fardello di tizzoni fumanti, animali arrostiti e ben 6 vittime innocenti.

Sei eroi, scomparsi tra le fiamme nel disperato tentativo di proteggere i loro averi, per i quali il fuoco non ha avuto pietà. E se la morte, atroce e assurda al contempo, ha impiegato pochi minuti per portarli con sé, il cordoglio di coloro che non li conoscevano non ha varcato la soglia delle 48 ore: il tempo di stampare un giornale e leggerlo prima di uscire dalla cronaca.

Ma se il “circo mediatico” può permettersi il lusso di gestire i tempi dello show a suo piacimento per non annoiare il pubblico, gli Amministratori regionali e comunali non possono chiudere il sipario, con qualche mancia elargita ai sopravvissuti, sulla tragedia degli incendi dolosi quasi si trattasse di eventi sporadici o naturali.

Tutti coloro che hanno avuto fin qui un ruolo attivo, direttivo o tecnico, nella protezione e gestione del patrimonio agricolo e boschivo, dovrebbero recarsi in pellegrinaggio in questi luoghi devastati per misurare, attraverso la propria sensibilità, gli effetti che uno scempio così diabolico produce nel corpo e nello spirito. Sono certo che osservando il lugubre spettacolo dalle bocche di coloro che sono credenti scaturirebbe una preghiera per le vittime; ma soltanto i più responsabili avvertirebbero la necessità di

dedicare un elogio funebre ad ogni albero secolare inutilmente carbonizzato, anche se una vita intera non basterebbe per elencarli tutti.

Ed infine, poiché siamo in procinto di sceglierci i nostri futuri Amministratori regionali, domandiamo ai politici in lizza quali sono i rispettivi progetti in programma per estirpare questa mala consuetudine affinché, in futuro, non un Canadair debba sorvolare i cieli della Calabria per scaraventare ettolitri di acqua salata, con i relativi quintali di sale nocivo, sui nostri splendidi boschi.

E se alcuni candidati non saranno convincenti o, peggio, daranno risposte evasive dimostrando una scarsa attitudine e attenzione verso le problematiche ambientali, ebbene: troviamo il coraggio per lasciarli a casa.

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