Sinistra Italiana sulle infrastrutture ferroviarie: “Le regioni meridionali sono state sempre penalizzate”

Sinistra Italiana sulle infrastrutture ferroviarie: “Le regioni meridionali sono state sempre penalizzate”

La fotografia delle infrastrutture ferroviarie del nostro Paese inchioda tutti noi, ed in particolare gli amministratori delle regioni del Nord d’Italia, ad una dura realtà: le regioni meridionali sono state da sempre penalizzate negli investimenti e nella dotazione di risorse finalizzate alla realizzazione di ferrovie, e non solo.

Un indicatore molto significativo di tale situazione lo si evince confrontando l’incidenza delle linee a binario unico non elettrificate rispetto alla totalità delle linee ferroviarie nelle diverse regioni d’Italia.

Nelle regioni del Nord le incidenze sono, per esempio: Lombardia il 16%, Veneto il 26%, Emilia-Romagna il 6%. Al Sud invece registriamo: Calabria il 43%, Sicilia il 42%, Sardegna il 100%.Confrontando Veneto e Sicilia, a parità di popolazione residente (quasi 5 milioni di abitanti), e con una estensione territoriale della Sicilia di gran lunga superiore a quella del Veneto, siamo in presenza dell’84% di ferrovie a binario unico in Sicilia, contro il 48% del Veneto.

La Sardegna, con un’estensione più grande dell’Emilia-Romagna, ha solo 427 km di ferrovie di cui 377 km a binario unico e la totalità non elettrificata (contro gli oltre 1300 km di linee ferroviarie dell’Emilia-Romagna).

Una situazione che denuncia il continuo depauperamento a cui è stato sottoposto il Mezzogiorno d’Italia, con lo scippo sistematico di risorse dedicate a ridurre il gap fra Nord e Sud da parte delle regioni settentrionali a danno delle regioni meridionali. Ebbene, come interviene il PNRR per sanare tale situazione?

Nel PNRR sono previsti quasi 33 miliardi di euro per infrastrutture e mobilità sostenibile, di cui ben 25 miliardi di euro per l’Alta Velocità, concentrati soprattutto nel Nord d’Italia.

Solo 2,4 miliardi di euro sono dedicati al potenziamento ed elettrificazione delle reti ferroviarie del Sud. A fronte di questa situazione, c’è chi lamenta una sperequazione nei finanziamenti dedicati al Sud: sì, è vero, gli investimenti per le infrastrutture per il Mezzogiorno avrebbero dovuto essere la totalità.

C’è chi immagina di poter costruire il Ponte sullo Stretto collegando 2 deserti in termini di infrastrutture, deserti che rimarranno tali ancora per secoli, anziché investire in maniera decisa sulla infrastrutturazione dei territori da collegare.

Chi pensa di poter far decollare il Paese puntando solo sul Nord, si ritroverà con il muso dell’aereo per aria e la carlinga inchiodata a terra.Stante così le cose, non si salverà nessuno!

Maria Campese – Responsabile nazionale Infrastrutture e Trasporto pubblico – Segreteria nazionale Sinistra Italiana

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