Confronto Ammendolia-Irto. Maiolo: “Nelle candidature abbiamo bisogno di più Michele Conia e di meno Dalila Nesci”

Confronto Ammendolia-Irto. Maiolo: “Nelle candidature abbiamo bisogno di più Michele Conia e di meno Dalila Nesci”

Sul web circola un video dal titolo: “Chi cazzo voto? Una grande storia italiana”. Vi consiglio di guardarlo:

Chiacchierando con gli amici mi sembra che in moltissimi ci troviamo a fare le stesse riflessioni domandandoci per chi voteremo il 25 settembre.

Dopo decenni di battaglie (spesso sbagliate) del centro sinistra a favore della parità di genere (e non si è riusciti ad andare oltre le assurde quote, che non fanno altro che mortificare il genere femminile, visto come una minoranza incapace di farsi valere e da tutelare per legge) sarà probabilmente la destra post (ma neanche troppo) fascista ad eleggere il primo Presidente del Consiglio donna della storia repubblicana. Uno smacco che la dice tutta sui fallimenti di questo centro sinistra.

Alla fine, anche senza che qualcuno gli abbia mostrato le tette, Civati si è candidato e in un’intervista a Repubblica ha parlato del Partito Democratico:

A proposito di Pd, lei ha abbandonato quella comunità nel 2015, dopo 20 anni, ai tempi di Renzi.
“Sì, ero contro l’Italicum, la buona scuola e altre amenità. Un’Olimpiade di robe che non mi piacevano”.

E ora che se lo ritrova come alleato, come lo giudica?
“Il Pd ha una grande occasione. Di liberarsi di questi dieci anni di parole sbagliate, agende, larghe intese, compromessi, governi con tutti. So che è difficile, ma senza rinnegare e senza paura, contro chi vuole costruire un Paese proprio sulla paura, bisogna guardare oltre”.

In questi anni il Pd ha spesso governato, è ora di fare opposizione?
“Stavolta no, è l’unica volta che non farebbe bene al Paese”.”

L’intervista integrale può essere letta qui: https://www.repubblica.it/politica/2022/08/20/news/civati_candidato_casini_pd_5_stelle-362298829/

Ma Civati ha anche già fatto proposte interessanti (e che il Pd sta bene attento a non fare per non scontentare le gerarchie vaticane che sono un referente più importante del mondo della scienza) come l’abolizione dell’insegnamento della religione cattolica che «nelle scuole pubbliche è impartito da docenti scelti dalle curie e pagati dallo Stato italiano», lo stop all’esposizione a scuola «di un simbolo confessionale come il crocifisso» e lo stop anche al finanziamento pubblico alle scuole private, «oggi surrettiziamente definite ‘pubbliche paritarie’».

Reazione scomposta del segretario del sindacato Snadir degli insegnanti di religione cattolica Orazio Ruscica, che difende l’IRC in quanto insegnamento «soprattutto laico» che avrebbe una sorta di garanzia di qualità dei docenti perché sottoposti a una «doppia verifica ecclesiastica e statale». Chiariamo che la “verifica ecclesiastica” altro non è che una raccomandazione del vescovo, senza la quale il posto statale di docente di religione cattolica non può essere ricoperto. E senza il quale non si può nemmeno partecipare ai concorsi-farsa per assumere a vita docenti graditi alle diocesi. È la più grande forma di clientelismo in Italia: 26 mila dipendenti pubblici che devono il loro stipendio statale al benestare del vescovo.

(Fonte: https://www.tecnicadellascuola.it/stop-alla-religione-nelle-primaria-e-medie-basta-crocifissi-in-classe-e-soldi-alle-private-civati-vuole-una-scuola-laica-snadir-ribatte-lo-e-gia?fbclid=IwAR0kElmTidIoiY5Hly5U_jPAejUAcwpG5tIBsJauYfz62VasdnM-SKkLQz0 )

Ma venendo al Pd ho letto con interesse il confronto tra Ilario Ammendolia, più volte sindaco di Caulonia ed intellettuale di sinistra e Nicola Irto, Segretario Regionale calabrese del Pd e candidato come capolista al Senato alle elezioni del 25 settembre.

Ilario Ammendolia chiede a Irto delle ragioni per votare il Pd, soffermandosi in particolare su due aspetti: l’autonomia differenziata e la legge sullo scioglimento dei comuni in odore di mafia, legando quest’ultimo punto alle sue battaglie di sempre contro il giustizialismo.

Partendo da quest’ultimo aspetto devo ammettere che le mie posizioni e quelle di Ilario sono sempre state piuttosto lontane, ma nel corso del tempo si sono avvicinate. Dopo avere visto l’ingiustizia dell’indecoroso balletto dello scioglimento, per fare un esempio, del comune di Marina di Gioiosa Ionica guidato dal sindaco Vestito non ho potuto che farmi delle domande e rivalutare alcune posizioni di Ilario. Mi sembra ormai evidente che le cose siano molto diverse da quelle che credevo circa vent’anni fa, quando mi laureai in scienze politiche credendo fermamente nella divisione dei poteri, nei pesi e contrappesi previsti dalla costituzione e in un sistema che, sulla carta, sembrava quasi perfetto. Ma la perfezione non esiste e il sistema è fatto di uomini, coi loro vizi e le loro tentazioni e i loro interessi e la giustizia a volte non è giusta. Se Domenico Lucano, in una terra in cui le commistioni con la ‘ndrangheta esistono a tutti i livelli, diventa il pericolo pubblico da arrestare, processare e mettere alla gogna è evidente che il sistema giudiziario non funziona bene, per usare un eufemismo.

Ma su questo i partiti (con qualche rara eccezione) fanno buon viso a cattivo gioco senza esercitare nessuna funzione di critica. Bisogna riconoscere a Irto che, sollecitato da Ammendolia, utilizza parole nette e condivisibili:

“Io credo che il principio dello scioglimento dei consigli comunali per combattere le mafie abbia fatto cilecca e sia stato sostanzialmente inutile. Del resto, se molti Consigli comunali sono stati ripetutamente sciolti è segno che lo scioglimento non sana eventuali condizioni di inquinamento. Insomma, la legge sullo scioglimento dei consigli comunali per mafia, io credo, vada cambiata in modo radicale. Sono i mafiosi, o a chi a loro si rivolge per chiedere sostegno elettorale, che vanno perseguiti e cacciati dai consigli comunali, in modo che non possano inquinare le istituzioni. Esperienza e storia, del resto, ci dicono che a nulla serve colpire nel mucchio se non a indebolire comunità già infragilite da situazioni di difficoltà sociali e da presenze mafiose”. (Per leggere l’intervento integrale : https://www.ciavula.it/2022/08/elezioni-politiche-nicola-irto-risponde-a-ilario-ammendolia/).

Peccato che nel programma elettorale 2022 del Pd (potete scaricarlo da qui: https://www.partitodemocratico.it/wp-content/uploads/AGGIORNAMENTO-PROGRAMMA_INSIEMEPERUNITALIADEMOCRATICAEPROGRESSISTA_180822.pdf) in mezzo ad alcune proposte interessanti e a un pò di parole vuote non si faccia alcun cenno a riforme della legge sullo scioglimento dei comuni (a meno che non mi sia sfuggito).

Venendo all’autonomia differenziata questo è quello che si può trovare nel programma del Pd: “Riteniamo che ciò vada fatto attuando la riforma per il completamento del federalismo fiscale. Riteniamo inoltre che vada rafforzata la capacità amministrativa delle autonomie locali facilitando l’immissione di personale qualificato.
Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni potranno essere concesse nell’ambito di una legge quadro nazionale, solo previa definizione dei Livelli Essenziali di Prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale, il superamento della spesa storica come criterio esclusivo di allocazione delle risorse, il potenziamento dei fondi di perequazione infrastrutturale. Sono comunque esclusi dalla differenziazione delle competenze regionali i grandi pilastri della cittadinanza, a partire dall’istruzione”.

Non so se questo soddisferà le richieste di Ilario Ammendolia e il Partito Democratico conquisterà comunque il suo voto. Attendiamo curiosi e interessati un suo commento in merito.

Mentre io e altri continuiamo a ragionare su chi votare il 25 settembre arriva una bella notizia dai nostri territori ed è senza dubbio la candidatura del sindaco di Cinquefrondi Michele Conia.

Intendiamoci, Unione Popolare non mi piace molto. Nel suo programma trovo battaglie condivisibili e altre che mi fanno proprio schifo (scusate il francesismo, ma quando ci vuole ci vuole). Unione Popolare propone di non armare la Resistenza ucraina contro l’invasore imperialista russo per raggiungere la pace, ossia l’annessione e la sottomissione di un popolo libero e che vuole la democrazia ad una dittatura feroce come quella di Putin. Un pò come dire che durante la seconda guerra mondiale gli Stati Uniti non avrebbero dovuto armare e sostenere la Resistenza e che per raggiungere la pace bisognava permette ad Hitler e Mussolini di conquistare l’Europa. Ossia il passaggio dall’essere pacifisti al lasciare campo libero agli imperialisti. Perchè l’ìmperialismo americano viene condannato sempre (giustamente), quello cinese e russo in chiave antiamericano quasi giustificato.

Piacerà invece ad Ammendolia la proposta di Unione Popolare sull’autonomia differenziata: “Stop al progetto di Autonomia differenziata che divide ulteriormente il paese tra regioni ricche e regioni povere, in particolare penalizzando il Sud. Mettere in campo politiche di autonomie territoriali e di prossimità. Non più potere alle regioni, ma più potere ai territori e al popolo. Basta colonizzazione del sud e sfruttamento del suo territorio da parte delle multinazionali”. Andando oltre il lessico particolare il No, in questo caso, è senza mezzi termini.

Pesa sicuramente il fatto che Unione Popolare non è alleata del centro sinistra e quindi scegliendola il “voto utile” a fermare le destre andrebbe a farsi benedire.

Ma pongo ancora l’accento sulla candidatura di Michele Conia, un sindaco (rieletto in maniera bulgara dopo un primo quinquennio di ottima amministrazione comunale), un uomo che milita nella sinistra fin da giovanissimo (ci conoscemmo nei Giovani Comunisti ai tempi della Rifondazione di Bertinotti), che ha dimostrato non solo di sapere bene amministrare e di conoscere bene il territorio calabrese ma che da sempre è attivo in tutte (ma proprio tutte) le lotte sociali che nel corso dei decenni hanno animato il territorio regionale (e non solo).

Ecco, indipendentemente dal simbolo su cui metteremo una croce il 25 settembre sarebbe bello se nelle candidature di tutti i partiti ci fossero più Michele Conia e meno Dalila Nesci, più persone con alle spalle anni e decenni di impegno civico a favore della comunità, militanti di base e sindaci che populisti diventati “casta”.

Questi ultimi di certo non avranno il mio voto.

p.s.: Per esempio perchè non c’è la fila dietro la porta del sindaco di Gioiosa Salvatore Fuda, che tutti riconoscono essere un bravissimo amministratore, per candidarlo alle politiche? Semplice, perchè non è organico a nessun partito e non rappresenta nessun gruppo di potere ma “solo” gli interessi dei calabresi.

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