Campisi: “Approfittiamo del ponte di Ognissanti  per riscoprire il territorio di Caulonia”

Campisi: “Approfittiamo del ponte di Ognissanti per riscoprire il territorio di Caulonia”

Quest’anno il ponte di ognissanti ci regala qualche giorno in più di stop dal lavoro: quale occasione imperdibile per organizzare una bella gita o una semplice passeggiata tra le nostre bellezze e godersi una po’ di sano e meritato relax! Un viaggio di scoperta, per parafrasare Proust, non è cercare nuovi mondi ma avere nuovi occhi… 

Si potrebbe cominciare col fare una rilassante e salutare passeggiata sul Lungomare, baciati ancora da uno splendido sole autunnale, lasciandosi accarezzare da una frizzante brezza marina, chiacchierando con amici e/o familiari e abbandonando, di tanto in tanto, lo sguardo verso quella linea perenne dell’orizzonte ionico, ad immaginare quali e quante civiltà del passato hanno ambito alle nostre coste e ai nostri territori. 

Si potrebbe risalire su per l’incantevole borgo del centro storico, baluardo una volta inespugnabile con castello, bastioni e mura di cinta, di cui oggi non rimane che qualche sporadica traccia. Le più importanti, a parte qualche rudere del castello normanno (non visitabile), sono le quattro porte medievali, quasi a segnare i quattro punti dell’orientamento, S.Antonio, Allaro, Pusterla, Amusa, e le chiese, tutte da ammirare. Salendo da Bellavista, la piazza che si affaccia su un sorprendente panorama costiero, ci si addentra in un contesto urbano in cui si respirano le varie stratificazioni storiche, che testimoniano di una Castelvetere (antico nome di Caulonia) principesca, regale, per gli interessantissimi manufatti esistenti tra cui il mausoleo gaginesco dei Principi Carafa, nella Chiesa Matrice, o la tomba della principessa nella Chiesa del SS.Rosario. Tutto il borgo è una sancta civitas, ricca di chiese anche sconsacrate. Inoltre vi è un’antica Giudecca, nella parte bassa, i cui confini fisici rimangono avvolti nel mistero. Un’unica certezza è caratterizzata dall’ex chiesetta di San Zaccaria, su cui appare meravigliosamente l’affresco della Deesis (dal greco supplica, intercessione), capolavoro più unico che raro di matrice bizantina. Procedendo si raggiunge zona Maietta (attualmente interessata da lavori di consolidamento), il Carmine, la Chiesa dell’Immacolata con all’interno importanti arredi e finiture settecentesche, mentre all’esterno si apre alla vista un affaccio panoramico mozzafiato. 

Anche il contesto rurale delle frazioni è interessantissimo: inoltrandosi nel cuore del nostro territorio la vista offre vedute naturalistiche di incantevole bellezza, con paesaggi collinari che in questo periodo cominciano ad assumere le tinte calde tipiche dell’autunno. Si possono distinguere i vigneti, gli uliveti con la raccolta delle olive in corso, visto il periodo, e tutta la vegetazione tipica della macchia mediterranea, dagli intensi profumi, finanche, risalendo per le strade statali di accesso all’Aspromonte, lecci, castagni, pini e abeti. 

Spicca, tra le frazioni, per la ricchezza del tessuto urbano storico, il nucleo di San Nicola, in passato popoloso e ricco di attività, costeggiato dal torrente Allaro e con numerosi mulini ad acqua. Meta di escursionismo e luogo per il tempo libero è l’Oasi ristoro le Cascate, giovane realtà imprenditoriale che nella stagione estiva si apre ad un’offerta turistica alternativa molto frequentata, proprio a poche centinaia di metri dall’eremo e poco distante dall’abitato. Qui infatti sorge il Convento di Sant’Ilarione, di fondazione tardo bizantina o normanno-sveva, con la Cappella di Santo Ilarione da Tabata, il cui culto si diffuse in Calabria con la venuta dei monaci greci dall’VIII al X secolo. Proprio il 21 ottobre scorso è stata la ricorrenza della festa di Santo Ilarione, patrono di Caulonia dal XVII secolo.  

Un altro eremo, importante per la storia del nostro territorio, è quello di Crochi: il piccolo Eremo delle Querce, non lontano dalla tradizionale chiesetta di Santa Maria di Crochi e abbarbicato tra le folte colline del luogo. Qui vive e lavora una piccola comunità monastica, le “Sorelle di Gesù” dedita alla comunione, alla preghiera, all’ospitalità e cura dei poveri e al lavoro delle icone, un intreccio tra arte e fede, un ministero di raffigurazione sacra per cercare Dio con gioia lungo un sentiero di trascendente bellezza. 

Maria Campisi

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