Cosimo Cavallaro: “Chi di speranza vive disperato muore”

Cosimo Cavallaro: “Chi di speranza vive disperato muore”

Di Cosimo Cavallaro

Alle ultime elezioni, grazie all’inspiegabile comportamento di quello che dovrebbe essere (ma non lo dimostra) il Centrosinistra, gli italiani hanno portato al governo del Paese una tra le più reazionarie destre europee. Probabilmente non si sono resi conto dei rischi che avrebbero fatto correre all’Italia in un momento storico così delicato, ma tant’è, ormai il danno è fatto ed ora non ci rimane che attendere gli eventi che non si prospettano affatto soddisfacenti per chi ha a cuore la Democrazia e i Diritti civili e umanitari.

Come accadeva in un passato non remoto, anche se si ha la sensazione che siano trascorsi secoli, è inutile domandare ai propri amici o conoscenti per chi hanno votato. È conclamato che in Italia a determinare la classe dirigente è sempre una “maggioranza silenziosa”. E il ritornello di chi ha il coraggio di esporsi ammettendo candidamente la sua scelta è sempre lo stesso: “ci sono problemi più gravi da risolvere in questo momento”. Non c’è mai un tempo utile per occuparsi di questioni etiche ovvero di Democrazia perché le preoccupazioni, reali o percepite, parlano al nostro ventre con buona pace della testa. Ed ecco perché si afferma che la destra vince perché parla lo stesso linguaggio della “pancia” dei cittadini.

Ma la Destra, pur avendo vinto le elezioni grazie ad una scellerata legge elettorale, è realmente maggioranza in Italia? Per rispondere proporrei, ringraziando l’istituto IPSOS, la tabella sottostante disponibile all’indirizzo Internet: Elezioni politiche 2022_le analisi Ipsos post voto.pdf e riportante i dati del Ministero dell’Interno.

Come sempre i numeri semplificano la comprensione di molti eventi e raccontano tante storie.

Quattro sono le principali considerazioni, che possiamo trarre dai numeri, su quanto è accaduto sul versante della politica negli ultimi 4 anni.

  1. Il più imponente partito italiano è quello rappresentato da coloro che non votano e, se lo fanno, annullano volontariamente la scheda elettorale. Quasi 18 milioni di elettori su un totale di circa 46 milioni. Nel 2018 erano poco meno di 14 milioni.
  2. Gli elettori di destra, seppur agguerriti contro l’immigrazione, migrano a loro volta tra le varie liste che li rappresentano. Ma sono coerenti e assommano a poco più di 12,3 milioni (erano 12,1 nel 2018) rappresentando il 27% degli aventi diritto al voto. Un cittadino su 4 ha scelto il nuovo governo e deciso il futuro dell’intero Paese.
  3. La Sinistra, tra un litigio e l’altro, ha rinunciato ad oltre 1 milione di voti. Non occorre essere aquile per capire che, se tutti coloro che annunciano di voler difendere a spada tratta la Costituzione, la Democrazia e i Diritti sommavano i concetti che li uniscono piuttosto che quelli che li dividono, il risultato finale avrebbe potuto essere di tutt’altro tenore. Quando si dice che la Sinistra è stata fondamentale per la vittoria della Destra.
  4. Il Movimento 5 Stelle, come le farfalle, è durato meno di una stagione. Tanto han detto e tanto han fatto che si sono persi per strada quasi sei milioni e mezzo di elettori. Considerando che le opere artistiche sono eterne non si può certo dire, a tutt’oggi, che il suo fondatore abbia creato un capolavoro.

In conclusione, parrebbe che siano in maggioranza gli italiani che hanno forti timori per il loro futuro depositato nelle mani della destra e che siano in molti a porre le loro speranze nell’ammorbidimento, se non nel ravvedimento, di coloro che sono stati chiamati a governare il Paese per i prossimi cinque anni. Come ben si sa la speranza è l’ultima a morire ma personalmente so anche che: “chi vive sperando…”. Per ora accontentiamoci di avere la presidenza del Senato (la seconda carica dello Stato) assegnata, grazie ai voti di parte dell’opposizione, ad un dirigente del “Fronte della Gioventù”, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano fiamma tricolore, e un leghista alla presidenza della Camera dei Deputati. Non si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera? Beata ingenuità!

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