Lettera aperta del Direttore di Ciavula al Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista

Lettera aperta del Direttore di Ciavula al Segretario Nazionale di Rifondazione Comunista

Caro compagno Maurizio Acerbo,

ti scrivo dopo il tuo commento, che ho trovato profondamente ingiusto, in merito al sit-in del Partito Democratico per la pace all’ambasciata russa.

Hai scritto: “Il PD organizza una manifestazione per la guerra davanti all’ambasciata russa”.

Perdona la franchezza, ma è esattamente come commenterebbe la propaganda di Putin.

Una premessa: non mi interessa difendere il Partito Democratico. L’unico partito in cui abbia militato, e nel quale ci siamo conosciuti molti anni fa, è Rifondazione Comunista. Quella Rifondazione Comunista che lasciai, senza aderire ad altri partiti, quando una maledetta scissione divise una comunità politica che per me era qualcosa di simile ad una famiglia.

Da allora non ho più avuto una casa politica, mi sono impegnato nel sociale, ho fondato questo giornale col quale proviamo a fare resistenza al pensiero dominante, mi occupo di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (e in questo momento accogliamo 150 persone tra cui alcune decine di donne e bambini ucraini) e attualmente sono Presidente della Rete delle Comunità Solidali (https://comunitasolidali.org/). Per questo fine settimana a Rosarno abbiamo organizzato (insieme ad altri) un festival di cinema (https://comune-info.net/non-raccoglieremo-solo-agrumi/?fbclid=IwAR0xV56dy-x6-vST7jReBxKEJGO995RyntnykvDQT2YjMH1ER7sVKKm6auQ) e lunedì il mio comune, su mia proposta, conferirà la cittadinanza onoraria a Thomas Sankara. A ritirarla ci sarà sua sorella Blandine, che ospiteremo volentieri anche perchè la cooperativa che edita questo giornale si chiama proprio cooperativa Sankara.

Tutto questo per dire che chi scrive non è proprio di destra.

Ma il mio sbigottimento di fronte alla posizione assunta dalla sinistra (non solo da Rifondazione) in merito alla gratuita aggressione della Russia all’Ucraina è stato davvero grande. E con me molti compagni e compagne coi quali mi confronto quotidianamente.

Perchè, a meno di credere che l’Ucraina sia equiparabile alla Germania nazista e alle altre menzogne della propaganda di Putin, non si può non schierarsi con una nazione democratica che viene aggredita da un esercito invasore.

Noi, la sinistra, stiamo sempre con la Resistenza e mai con l’oppressore.

Invece la sinistra italiana si è apertamente schierata contro l’invio di armi all’Ucraina. E questa posizione riesco a motivarla esclusivamente con un viscerale antiamericanismo.

Eravamo in piazza insieme a protestare contro TUTTE le guerre della NATO. Perchè non dovremmo schierarci insieme contro una guerra cominciata dalla Federazione russa contro un Paese sovrano? Perchè non dovremmo andare anche noi al sit-in a cui partecipa il Pd, per chiedere alla Russia di smettere di bombardare e invadere?

Di fronte alla brutale aggressione di Putin, di cui fanno le spese il popolo ucraino che muore sotto le bombe (e tutti i giorni vediamo i rifugiati ucraini che ospitiamo piangere per l’ennesimo bombardamento che distrugge case e vite) e quello russo che fugge o si fa arrestare pur di non combattere una guerra di aggressione, dovremmo tutti quanti schierarci con la vittima, che è l’Ucraina.

Quando una dittatura come quella russa attacca militarmente una democrazia, per quanto giovane ed imperfetta, per me è chiaro da che parte dovrebbe stare la sinistra.

Ho viaggiato in Ucraina negli anni scorsi (ho anche scritto un libro di quel viaggio) ma non ho certo la pretesa di essere un esperto di quelle latitudini. Per tale ragione ho letto molti libri e riviste come Limes per cercare di comprendere cosa accade e anche per cercare di capire, quantomeno capire, la posizione della sinistra. Ma ad ogni approfondimento è cresciuto il mio convincimento.

Non inviare armi all’Ucraina significa condannarla all’impotenza e permettere a Putin, come era nelle sue iniziali intenzioni, di conquistarla e sottometterla.

Non possiamo permettere alla Russia di fare un deserto e di chiamarlo pace. Però non inviando le armi all’Ucraina sarebbe quella la “pace” che si raggiungerebbe.

Ma se anche la Russia non avesse invaso l’Ucraina la sinistra, una sinistra democratica, non può schierarsi con un regime dispotico, che vìola le liberta civili e politiche, che uccide e arresta gli oppositori.

Non è questa la mia sinistra.

Ecco, ti ho scritto di getto e sono sicuro che la tua intelligenza non ti porterà a replicare citando la propaganda russa sul Donbass (dove la situazione è certo più complessa di come viene raccontata) ma che mi fornirai argomentazioni valide sulle quali riflettere per provare, non dico a condividere la posizione di Rifondazione Comunista, ma quantomeno a riuscire a spiegarmela alla luce della storia del nostro partito.

Che, a dire il vero, da molti anni non è più il mio, ma rendendomi conto di avere scritto “nostro” non nascondo la nostalgia per la militanza e per quella grande famiglia di compagne e compagni che si sono sempre battuti per l’altro mondo possibile.

Ho provato piacere a vedere la tua foto con Fausto alla manifestazione della Cgil almeno quanto ho provato fastidio di fronte all’intolleranza dei commenti che ho letto sotto quel post. Da dove emerge tutto questo rancore?

Concludo solo dicendoti che due giorni fa abbiamo fatto un’assemblea della sinistra della Locride che andasse oltre i partiti. C’erano amministratori, sindaci e militanti del Partito Democratico ed altri chiaramente anticapitalisti. Ci siamo detti che nelle differenze dovevamo provare, dopo la vittoria delle destre, ad agire insieme su singole battaglie che ci uniscono. E, non ci crederai, ma la prima manifestazione sarà per la pace. Manifesteremo insieme, quelli che la pensano come me (legittimo e doveroso inviare armi all’Ucraina) e quelli che la pensano come te (sbagliato inviare armi all’Ucraina), per chiedere la PACE.

Sarebbe bello se qualcosa del genere si cominciasse a fare anche a livello nazionale, ma le mie speranze sono ormai poche.

Ti ringrazio per l’attenzione e ti saluto a pugno chiuso.

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