Mentre il governo Meloni ci riporta indietro nel tempo l’opposizione è ancora in letargo

Mentre il governo Meloni ci riporta indietro nel tempo l’opposizione è ancora in letargo

Di Cosimo Cavallaro

Dal silenzio quasi spettrale dell’Opposizione al governo della Destra capita di sentire qualche lamento fioco che non lascia tracce lungo il percorso sul quale si sta incamminando il nostro Paese. Viviamo o, per meglio dire sopravviviamo, in attesa di un “qualchecosa” che non arriva e del quale non sappiamo neppure cosa dovrebbe essere. 

Un tempo sospeso, come fu per il Covid, incombe e brucia lentamente le nostre energie ormai al lumicino. Inflazione galoppante, guerre che non accennano a fermarsi, clima allo sbando. Manca qualcosa per destare dal letargo quello che fu il Centro Sinistra?

Eppure, il governo “politico” tanto atteso dagli italiani stanchi dei tecnici cattivi (così ci hanno raccontato fino alla nausea), ha ormai superato la fatidica soglia dei cento giorni e, a dirla sommessamente, ce la sta mettendo tutta per mostrarci nella sua interezza la strafottenza con la quale porta avanti il suo progetto, la sua visione del Paese e di quello che, stando alle promesse della campagna elettorale, doveva essere il meraviglioso mondo di Bengodi.

Un luogo fantastico che esiste solo nella fantasia malata di chi riesce a crederci, di coloro che, ubriacati dalla tecnologia a basso costo (da “hey Google” o dalla sempre disponibile Alexa), si sono autoconvinti che tutto è semplice, che basta un click o un video su TikTok per dare risposte concrete alle inquietudini e alle miserie che offuscano la cruda realtà.

La Sinistra ha perso le elezioni anche per questo: perché non ha raccontato balle agli elettori ma ha preteso troppo dalla loro capacità di discriminare il vero dal falso, la realtà dai desideri e dai sogni alimentati dalla speranza. Come ci insegna la psicoanalisi: “le anime perse e disperate cercano il sovrano e il sovrano cerca le anime perse e disperate”.

Ma noi lo sapevamo e lo avevamo denunciato fin dal momento in cui dalle urne scaturiva il responso: questo Parlamento e questo Governo avrebbero rallentato se non bloccato ogni processo di rinnovamento e di recupero di quanto si è perso e si sta perdendo, esattamente come era già successo nel periodo più buio del berlusconismo.

Ci avrebbero riportato indietro facendoci perdere tempo prezioso, costringendoci a rincorrere le loro verità indiscusse sull’equità finanziaria ovvero su come spartire il già scarso benessere prodotto nel nostro Paese e i loro dogmi sui diritti umani (non per nulla i primi provvedimenti sono stati la demolizione del Reddito di Cittadinanza e il condono delle cartelle esattoriali per dirottare risorse sui loro elettori di riferimento e, per non farci dimenticare qual è il più grande dilemma del momento, la recrudescenza contro le ONG).

E mentre nel mondo milioni di persone, come me, si domandano quale sarà il futuro dell’umanità su un pianeta che si sta ribellando e nel quale ogni anno si distrugge in poche ore quanto l’uomo ha costruito in anni di duro lavoro; quale sarà il futuro della Democrazia quando un manipolo di esagitati, finanziati da speculatori privi di scrupoli, si organizza per assaltare un Parlamento con la compiacenza delle forze dell’ordine; quale modello di società si prospetta quando un branco di imbecilli può permettersi di bloccare per ore un’autostrada per sfogare, all’ombra di vessilli riconducibili a squadre di calcio (ribadisco: di calcio, ovvero di un drappello di persone agiate la cui ricchezza si fonda su una palla!), il loro infantile e inutile odio represso pestandosi vicendevolmente, di cosa discutono i nostri lungimiranti politici al potere? Ma è ovvio.

Per dividere ancor più un Paese lacerato si prepara l’Autonomia Differenziata e per non disturbare la laboriosità e la privacy di corrotti e corruttori si paventa una Riforma di parte della Giustizia che limiti di fatto le intercettazioni.  Il tutto pubblicizzato rigorosamente su Facebook.

In attesa di capire anche come verranno mantenute le ulteriori innumerevoli promesse elettorali in merito a sanità, equità fiscale, natalità, made in Italy, sovranità alimentare e quant’altro, attendiamo con fiducia che l’opposizione si svegli dal letargo con adeguata convinzione e coscienza del proprio ruolo e che la Sinistra, stanca di discutere solo di sé stessa, abbia ancora forza sufficiente per battere un colpo.

Oggi dal mio avamposto di sinistra scorgo una fitta nebbia ma sono fiducioso. Le previsioni su Google annunciano un vento di maestrale che spazzerà l’aria e alimenterà la risacca.

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