Mondo del lavoro: il ruolo chiave del welfare aziendale

Mondo del lavoro: il ruolo chiave del welfare aziendale

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Una volta il welfare aziendale era considerato un benefit aggiuntivo e inusuale, concesso solo da alcune tra le più grandi e prestigiose imprese. Un primo importante cambiamento si è registrato negli anni Duemila, con l’arrivo delle grandi aziende tecnologiche che si contraddistinguono da sempre per offrire tantissimi benefici ai dipendenti per mantenere i migliori talenti.

In ogni caso, l’evoluzione del welfare aziendale è stata sempre più rapida negli ultimi anni, accelerando soprattutto durante la pandemia, rendendo ormai ben consolidati una serie di aspetti come per esempio il lavoro flessibile, la mensa aziendale gratuita e i programmi di inclusione.

Proprio per questo il welfare è sempre di più un aspetto essenziale per definire la cultura e l’identità aziendale, una parte integrante delle condizioni contrattuali che ha perso la sua connotazione premiale, diventando spesso strutturale e presente non solo nelle grandi organizzazioni, ma anche in molte piccole e medie imprese.

Come è cambiato il welfare aziendale dopo la pandemia

Nel post-covid il welfare aziendale è incentrato innanzitutto sul benessere psicofisico dei dipendenti, con l’offerta di servizi dedicati per fornire tutto il supporto psicologico e sanitario di cui i lavoratori hanno bisogno.

Un altro aspetto importante è la conciliazione della vita personale con il lavoro, per esempio mettendo a disposizione orari flessibili, lo smart working e la possibilità ove possibile di lavorare completamente da remoto. Ma ciò include anche permessi e congedi aggiuntivi, servizi di baby-sitter e aiuti economici per l’acquisto dei device elettronici.

Anche la mobilità sostenibile ricopre un ruolo rilevante nelle politiche di welfare aziendale, per esempio fornendo ai dipendenti veicoli per il lavoro a basso impatto ambientale come le auto elettriche o ibride, offrendo servizi di corporate car sharing e promuovendo soluzioni di car pooling per ridurre le emissioni e i costi dei tragitti casa-lavoro.

Sono molto gettonati anche i servizi di mensa aziendale, fino ai modelli più innovativi come la mensa diffusa, ovvero la possibilità per i lavoratori impiegati in aziende senza mensa interna di ordinare i pasti in una serie di ristoranti convenzionati.

Questo approccio garantisce numerosi vantaggi per le organizzazioni e i lavoratori, per esempio riducendo l’assenteismo, lo stress correlato al lavoro e il turnover, ma anche aumentando la motivazione e la produttività dei dipendenti e migliorando la reputazione

dell’azienda.

Le aziende che offrono le migliori politiche di welfare hanno bisogno di competenze

Naturalmente, le organizzazioni che offrono il miglior welfare aziendale sono più contese tra i lavoratori.

Bisogna dunque puntare sulla formazione professionale, l’aggiornamento delle competenze e la specializzazione, aspetti essenziali al giorno d’oggi per essere competitivi nel mercato del lavoro e concorrere per le posizioni più contese.

Una soluzione efficace consiste nell’investire su sé stessi, preparandosi in modo adeguato e aumentando le proprie competenze, comprese le soft skills, in quanto ricoprono un ruolo sempre più determinante.

Per farlo è possibile affidarsi a scuole di formazione accreditate come ADAP – Accademia delle Arti e Professioni (sito web: adapformazione.it), che offrono specializzazioni in numerosi campi, con docenti altamente qualificati e stage nelle aziende.

D’altronde, sia le aziende che i recruiter vogliono assumere i migliori talenti, che spesso presentano un profilo comune. Tra le caratteristiche prese maggiormente in considerazione, infatti, è possibile annoverare la capacità di problem solving, saper comunicare nei vari contesti aziendali, l’affidabilità, la flessibilità e l’essere capaci di lavorare in team.

A tutto ciò si aggiungono tutte quelle competenze indispensabili in un mondo del lavoro sempre più difficile e complesso, fondamentali per impressionare positivamente le aziende che garantiscono un migliore worklife balance.

Foto di Tim van der Kuip su Unsplash

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