La riflessione di Pasquale Aiello sulla guerra in Palestina

La riflessione di Pasquale Aiello sulla guerra in Palestina

Un enorme, sorprendente e variegato movimento composto da una massa popolare che ha deciso di ‘rimanere umana’ sta attraversando in lungo e in largo tutto il mondo innalzando cartelli e striscioni con la scritta “free Palestine”. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, Gaza, con i suoi due milioni circa di abitanti palestinesi, è in uno stato d’assedio ad opera dell’esercito israeliano con una carneficina che si sta consumando per migliaia di persone, donne e uomini, giovani e anziani e soprattutto bambini.

Uno sterminio in atto tra bombardamenti su ospedali, scuole e croce rossa e mancanza di cibo, elettricità, acqua e medicine. Su tutto, il silenzio complice e assordante della comunità internazionale. Lo ‘stato’ di Israele sta esibendo tutta la propria arroganza e cinismo criminale nei confronti del popolo palestinese. Eppure gli ebrei, il ‘popolo eletto’, proprio per il fatto di essere stato vittima della ‘shoa’ da parte dei nazisti, l’abominio più atroce del ‘900, dovrebbe aborrire qualsiasi subcultura del dominio e del maltrattamento e invece è alla ricerca di legittimazione per una strage che sta attuando a sua volta nei confronti dei palestinesi perseguendo uno scellerato disegno sionista trasformato scientemente in un barbaro colonialismo.

In questi giorni, con la più falsa delle elaborazioni che associa l’antisionismo all’antisemitismo escogitata per creare confusione e sensi di colpa, la diplomazia assoggettata e una ciurma di intellettuali e operatori della pubblica informazione, paladini dell’ideologia sionista e sepolcri imbiancati che ‘pregano’ per le vittime israeliane e niente dicono per i crimini contro gli abitanti di Gaza, agitano il dibattito pubblico per denigrare i sostenitori della causa palestinese. Con enorme servilismo e sottomissione, i settori della comunicazione asservita, col pretesto dell’attacco di Hamas, sciorinano slogan di solidarietà a Israele, ignorando e sottacendo, ovviamente, l’oppressione dei palestinesi che dura dal ‘48, e confondendo ‘abilmente’ oppressori e oppressi.

La smettano di ciarlare di guerra i signori dell’informazione dominante. Ciò che sta succedendo in medioriente ha un solo titolo: Annientamento del popolo palestinese. Se la natura violenta di Hamas è da detestare, tuttavia allo stesso modo bisogna deprecare lo stato d’Israele nato anch’esso attraverso i metodi del terrore insediandosi nella terra del popolo palestinese. Terrore di stato. Terrore a Gaza, contro la cui popolazione, Israele negli ultimi decenni ha condotto diverse guerre, con migliaia di palestinesi assassinati. Terrore durante l’occupazione ad opera degli oltre 700.000 coloni in Cisgiordania e terrore a Jenin con le selvagge operazioni lanciate di recente dalle milizie sioniste sempre fiancheggiate dal governo nei campi profughi.

E’ per questo che sbraitare di diritto a difendersi da parte di Israele e dei suoi chierici, suona semplicemente ormai, come una copertura ai crimini sionisti. Lo scempio che si sta perpetrando a Gaza in modo scientifico rivela la reale e tragica natura dello stato di Israele, uno stato, è bene ricordare, che non ha una propria carta costituzionale scritta, anche se dispone di leggi che ne svolgono la funzione ma sempre in balìa della politica, non ha mai rispettato i confini e continua a promuovere e proteggere l’occupazione dei territori palestinesi da parte dei coloni sionisti. Al momento anche ‘due popoli due stati’ è una espressione vuota e priva di significato visto che gli accordi di Oslo si sono rivelati un imbroglio che ha relegato i palestinesi in piccoli appezzamenti sempre sotto controllo degli ebrei.

Solo uno stato di Palestina laico e libero dal sionismo che consentirà il diritto al ritorno nella propria terra, potrà essere l’unica strada per una piena autodeterminazione del popolo palestinese e per una pacifica convivenza e integrazione tra arabi e ebrei. Bisogna fermare questo massacro. Bisogna bloccare il progetto sionista. Nelle terre di Palestina stanno crescendo giovani con la convinzione, purtroppo, che solo con la violenza e imbracciando le armi si può conquistare un diritto inalienabile che dovrebbe essere acquisito con la nascita. La Libertà.

Foto di Pea su Unsplash

Pasquale Aiello

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