Il “Gruppo donne – Laura Niutta” ha celebrato l’8 marzo con un incontro a Placanica

Il “Gruppo donne – Laura Niutta” ha celebrato l’8 marzo con un incontro a Placanica

Nella giornata dell’8 marzo, anche il ‘gruppo donne-Laura Niutta’ di Placanica ha voluto
celebrare la ricorrenza con un incontro di riflessione comunitaria nella chiesa ‘S.
Caterina’ dove chiunque avrebbe potuto partecipare ed esprimere la propria opinione
sulla questione femminile che continua a destare grosse preoccupazioni per il sempre
alto tasso di di discriminazione e violenza nei confronti delle donne, soprattutto le più
giovani. Una data, questa del 2024, dal doppio valore per il gruppo, visto che era il 12°
compleanno di attivismo.
“All’epoca”, esordisce così la portavoce del sodalizio femminile Imma Divino che riveste
pure la carica di consigliere comunale, “decidemmo di formare questo gruppo per
avviare tra noi momenti di riflessione, di confronto, dialogo, per rivendicare una visibilità
e il diritto di essere protagoniste di cambiamento nelle nostre famiglie, nella nostra
comunità ma anche per promuovere una cultura diversa che invita a guardare il mondo
con lo sguardo al femminile.
Oggi”- continua- “avremmo voluto fare un punto su come è migliorata la condizione delle
donne, per capire se le distanze per l’ingresso della donna nella piena parità dei diritti
con l’uomo garantiti dalla Costituzione si fossero progressivamente accorciate…
purtroppo la situazione di violenza contro le donne, impone che si rifletta su quella che è
diventata una vera emergenza visto che nonostante le leggi, gli interventi, l’attenzione
politica e mediatica, i numeri continuano a crescere”. Una unione di donne placanichesi
che opera ormai da 12 anni nel tessuto socio-culturale della comunità proponendo varie
iniziative e approcci a tematiche che spaziano dalla violenza sulle donne, alla cultura,
dall’ambiente, al sociale. Senza una scaletta formale di interventi, relatori e mediatori,la
discussione, a cui era presente il sindaco Antonio Condemi, sempre attento e sensibile
alla tematica , si è concentrata soprattutto sul mondo giovanile e sulle preoccupazioni
nei confronti di esso, essendo i giovani sprovvisti di mezzi e strumenti adatti per
affrontare tale problematica. Tutti gli intervenuti hanno concordato su un punto
fondamentale e cioè che bisogna trovare nuovi approcci e nuovi metodi per contrastare il
problema. E’ chiaro per tutti che gli stereotipi che caratterizzano le differenze tra
maschile e femminile sono talmente radicati da essere connaturati anche nelle nuove
generazioni.
Del complicato rapporto tra la famiglia e la scuola che mette in risalto una eccessiva
protezione del giovane da parte dei genitori a discapito di una proficua collaborazione
che aspiri alla crescita e responsabilizzazione dei ragazzi ha parlato la docente Olga
Gerace. Per questo, si è convenuto durante il dibattito che sia necessario invertire
questa tendenza attraverso azioni di sensibilizzazione e spingere le ragazze che si
trovano a vivere situazioni di fragilità, a uscire dall’isolamento e chiedere aiuto,
parlandone il più possibile e relazionandosi con gli altri non solo l’8 marzo o il 25
novembre, ma nella quotidianità. Un pensiero va rivolto anche a tutte le donne
fisicamente lontane, iraniane, afgane, palestinesi, curde, siriane e tante altre che lottano
e resistono mille volte di più rispetto alle occidentali. Perché oltre alle enormi difficoltà
dettate dall’essere donna, che le costringe a fare i conti quotidianamente anche con un
sistema patriarcale che le tiene schiave e assoggettate al dominio dell’uomo, vivono la
loro realtà in uno stato di occupazione militare da parte di governi fascisti e sionisti che le
opprimono e ne demoliscono la personalità, quando non le uccidono. Ma nonostante ciò,
riescono a trovare il metodo adatto di lotta per affermarne l’esistenza e battersi per la
dignità e la libertà della propria gente.

Alla fine, dalla discussione è scaturito che il problema riveste un particolare carattere
culturale e che perciò è importante capire che per innescare un cambiamento di
mentalità, bisogna ribaltare la prospettiva. La violenza contro le donne, la disparità dei
diritti sul lavoro, nella famiglia, in politica e nel sociale non riguarda solo le donne. E’ una
questione di civiltà che impone un cambiamento radicale di visione dell’uomo nei
confronti della donna, affinché abbandoni questa forma di sottocultura maschilista che
spesso si tende a trascurare ma che, purtroppo ancora,alberga in molti settori della
società e anche della nostra stessa vita. Non più, dunque, oggetto, angelo del focolare o
inserviente di famiglia ma compagna alla pari di vita e di viaggio, da amare, stimare e
rispettare.

Pasquale Aiello

CATEGORIES
TAGS
Share This