La CPO “Jole Santelli” di Caulonia e Maura Sicari insieme per sensibilizzare sui Disturbi Alimentari

La CPO “Jole Santelli” di Caulonia e Maura Sicari insieme per sensibilizzare sui Disturbi Alimentari

Il 15 marzo è la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla. Data in cui si mira a sensibilizzare ed informare sul tema dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). L’ iniziativa promossa dalla Commissione Pari Opportunità “Jole Santelli” del Comune di Caulonia è cominciata giorno 8 con una protagonista d’eccezione, l’autrice Maura Sicari.

A lei rivolgiamo un grazie speciale perché si è prestata a realizzare un contenuto inedito appositamente per la giornata di oggi e per la nostra CPO. Leggete e sposate anche voi la causa solidale del fiocco Lilla.

“Oggi Lei mi ha fatto pagare lo sgarro… siamo a 50,800… 600g in più rispetto a ieri, e gli occhi sanno che il sole non sorgerà fino alla prossima pesa. Incomincia un giorno di lotte fratricide dentro di me, ma sarò brava (mi ripeto), vincerà la mia testa, non la mia bocca, né le mani. Vomiterò tutto dalla colazione alla cena, non ci saranno rimorsi, non ci saranno scuse, farò tutto quello che si deve per punirmi, per tornare a essere “giusta” e non importa se di fatto, tutti quanti, continuano a ripetermi che sono sciupata, non importa se da tempo ormai, in quei pantaloni small riesco sempre a starci, non me ne frega che sullo sterno in mezzo ai seni, si è formato un buco…no, oggi sarò brava, farò bene la conta delle calorie e terrò il passo delle volte in bagno per indurmi il vomito, questo necessita: svuotarsi del superfluo, tornare ad essere severa con me stessa…!” – Io non mi basto mai. Storie di donne perfettamente imperfette.

Se tu mi vedi. Io vivo.

“Se tu mi vedi. Io vivo”, è così che comincia la storia di Chiara 24 anni, libera finalmente dall’ossessione per la bilancia e per il peso. Una frase che racchiude tutta la sofferenza di una bambina diventata donna troppo presto. Una frase che sa di dolore, di disperazione, di aiuto. Una frase che racconta di una dipendenza affettiva verso i genitori che vorrebbero una figlia perfetta, verso il fidanzato che vorrebbe un’amante perfetta e verso l’intera società che fa fatica ad accettare le belle imperfezioni del mondo femminile. Chiara ha sofferto di anoressia nervosa per oltre 6 anni, un disturbo alimentare che di alimentare non ha nulla, una sindrome psicologica che “mangia” letteralmente il corpo e l’anima. Chiara è una donna che ha scaricato le sue ansie, le sue frustrazioni e la sua infelicità sull’unica cosa che le appartiene: il suo corpo. Ha massacrato il suo esile e debole fisico con digiuni folli e attività fisica esagerata, solo per farsi vedere, solo per dire al mondo “Se tu mi vedi. Io vivo”. Chi soffre di disturbi alimentari sono ragazze e ragazzi apparentemente felici, ma che vivono in costante lotta con loro stessi e con gli altri, circondati da migliaia di persone ma che in fondo sono soli, intrappolati nella morsa del NO, la parola più difficile da pronunciare. Un monosillabo che racchiude la sofferenza della scelta tra il fare/dire/essere ciò che si vuole e il fare/dire/essere ciò che vorrebbero gli altri. Perché essere amati dipende sempre da quanto gli altri ti apprezzano. Pronunciare la parola NO, significa non riuscire ad accontentare e assecondare il bene degli altri, eppure per chi è in cerca di amore è il compito della vita. “Più sono brava in qualcosa e più gli altri mi vogliono bene”, per cui si cerca l’amore per sè stessi attraverso gli occhi dell’altro, si cerca la serenità attraverso le parole degli altri, si cerca la perfezione dell’essere attraverso l’accettazione dell’altro. Ma la perfezione esiste veramente? Siamo sicuri che un giorno si potrà raggiungere la tanto attesa perfezione, la simbiosi esatta tra corpo e mente, la combinazione precisa tra quello che siamo e quello che vorremmo essere. Dietro la spasmodica ricerca della perfezione c’è una micidiale paura di non essere abbastanza. Chi soffre di disturbi alimentari sa benissimo chi è, ma ha paura di non piacere agli altri, ha paura di non essere accettata, ha paura di non essere abbastanza. Dietro un “corpo perfetto” c’è una mente malata, ossessionata dall’aspetto fisico e dalla paura di ingrassare, di perdere il controllo. Così come dietro una “mente perfetta” c’è un corpo malato, ricoperto da estenuanti allenamenti, digiuni assurdi e riti liberatori. Non è facile trovare una quadra con loro stesse, ma ancor di più con chi gli sta attorno, perciò è più facile accontentare i bisogni degli altri, prendersi cura delle esigenze, risolvergli i problemi prima che succedano, essere sempre presenti. “E’ più facile dire di SI al mondo; il mondo così li vede e loro vivono”.

Commissione Pari Opportunità “Jole Santelli” Comune di Caulonia

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