L’associazione “Gente in Aspromonte” organizza un’escursione alla Fortezza di Pentedattilo

L’associazione “Gente in Aspromonte” organizza un’escursione alla Fortezza di Pentedattilo

Come arrivare: Si percorre la S.S.106 Jonica / E90 fino ad imboccare l’uscita verso Pentidattilo / C/da Musa / Via Musa Torre; percorsi 140 m., al bivio si mantiene la destra e si prosegue verso C/da Musa fino a raggiungere dopo 4,3 Km il parcheggio posto ai piedi della Rupe di Pentidattilo.

Raduno: Ore 10:15 al Parcheggio di Pentidattilo

Partenza Escursione: Ore 10:30

Cenni Storici: Interessante ed avvincente escursione geologico-naturalistica, per chi ha voglia di una camminata nei luoghi grecanici e desideri ritrovare il contatto con il nostro territorio e la nostra storia.

L’escursione si svolgerà nei territori che vengono definiti la porta dell’area grecanica: Pentedattilo, le Rocche di Prastarà. Un’esperienza suggestiva che rinfranca lo spirito per i paesaggi che si possono ammirare, per il contesto storico, le formazioni geologiche e gli aspetti naturali. Un sito di grande importanza nella storia del territorio calabrese e reggino, di grande impatto visivo ed emozionale, qual è l’antico borgo di Pentedattilo.

Seguendo le orme di Edward Lear che rimase affascinato dalla grande bellezza della costa ionica, si visiterà il borgo di Pentedattilo che con la sua conformazione, le dita della mano e la luna, da sempre ha richiamato storie fantastiche. Percorrendo antichi sentieri, si arriverà a visitare le conformazioni rocciose, precisamente miocenici monoliti calcarenitici, del geo sito delle Rocche di Prastarà. Un luogo “in bilico” tra il passato e il futuro, in cui è tangibile la forza plasmatrice della natura nella genesi del nostro territorio.

Descrizione sentiero: Un’escursione dal grande valore storico, geologico ed ambientale, con scorci panoramici mozzafiato. Da Pentedattilo, caratteristico borgo abbarbicato alla base di un’imponente formazione rocciosa, si procede verso le Rocche di Prestarà, In prossimità del parcheggio, si imbocca la stradina che si snoda agevole lungo il versante che scende a strapiombo verso il corso della fiumara Sant’ Elia proprio sotto di noi. Le ultime gradinate ci consentono di uscire prestissimo dal piccolo paese: superata la fiumara si segue la sterrata che, procedendo in leggera salita, in pochi minuti conduce alla stele dedicata ad Edward Lear; da qui si prosegue lungo una sterrata che procede zig-zagando in salita in direzione delle Rocche di Prastarà, All’interno di tali Rocce si apre una grande spelonca, detta volgarmente “La caverna dei Ladri”. É noto che in essa siano stati ritrovati utensili e suppellettili da cucina e altro materiale di epoca molto antica. Si narra che a Prastarà vi fosse una caverna che rappresentava un vecchio passaggio per il mare, ma ciò che è stato ritrovato al suo interno si discosta da tali narrazioni.

Le Rocche di Prastarà o Prasterà o ancora Plasterà (dal greco “chi fa spianatoi”) è un sito di notevole interesse storico e geologico localizzato a sud di Montebello e Masella. Sono Rocche sedimentarie mioceniche tra i cui blocchi insistono anfratti e grotte dove dimorò Sant’Elia di Enna, detto “il Giovane”, che, nell’800 d.C., in tale sito si ritirò in preghiera e meditazione. Dalle Rocche di Prastarà, si percorre lo stesso itinerario dell’andata, che si snoda prima in discesa e, una volta attraversata la fiumara Sant’Elia, procede in salita fino a ricondurre a Pentedattilo. La rupe di tale antico Borgo costituisce un ambiente singolare che offre rifugio a numerosi rapaci ed a piante molto specializzate nell’adattarsi alla verticalità ed alla scarsità di substrato nutritivo. In una fessura a forma di sella, tra le pareti adiacenti i due speroni di roccia che indicano due dita della ciclopica mano (alcuni sostengono tra il pollice e l’indice, altri tra l’indice ed il medio), è incastonata l’antica fortezza di Pentedattilo, oggi allo stato di rudere ma che può vantare un passato molto importante in quanto eretta in epoca molto remota con funzioni militari, per la difesa e l’avvistamento di navi nemiche e successivamente, nel feudalesimo, trasformata in un vero e proprio castello. Percorrendo gli stretti vicoli dell’antico Borgo di Pentedattilo, ci si ritrova immersi in un mondo surreale, reso magnificamente speciale dai suggestivi panorami.

Gente in Aspromonte

CATEGORIES
TAGS
Share This