Caulonia: quando il livore diventa potere

Caulonia: quando il livore diventa potere

di Cosimo Cavallaro

Da nativo cauloniese, pur essendo emigrato in Piemonte da oltre sessant’anni e, di conseguenza, non più direttamente coinvolto nelle vicende del mio paese, quando ho letto l’articolo pubblicato su Ciavula: L’amministrazione Cagliuso: “La dilagante ignoranza della minoranza la porta a sprecare la possibilità di aiutare Caulonia”, sono sobbalzato sulla sedia.

Che il governo più a destra della storia d’Italia, a mia memoria, abbia avvelenato il clima politico sia a livello nazionale che nelle comunità nelle quali i suoi sodali detengono la maggioranza, penso sia ormai evidente a tutti. E non mi meraviglia e non mi sbalordisce il fatto che, allineandosi al potere centrale, tante maggioranze amministrative, grandi e piccole, incubano un livore, sfrontato e cieco, non solo verso le opposizioni ma tutti coloro che non si allineano al loro pensiero. Un’intolleranza verso i potenziali “nemici”, veri o inventati, utile a rinsaldare la coesione tra i propri associati e i propri elettori.

Da anziano quale io sono, ho ormai consolidato il concetto che la “lotta politica” non è né uno scambio di complimenti, né di mazzetti di fiori profumati; altrimenti non si chiamerebbe lotta ma sostegno. O “inciucio”, come andava di moda affermare alcuni anni addietro. Ma ho anche imparato che è l’odiosa propaganda, utilizzata a sostegno delle proprie tesi e conseguente distruzione dell’avversario, il peggiore nemico della dialettica seria in una società moderna. Fare la vittima, tipico vizietto molto italiano, ripaga molto in politica soprattutto perché, mediamente, noi cittadini non amiamo studiare, approfondire le questioni e formarci un’opinione basata sui fatti. Troppo spesso siamo superficiali, un po’ come coloro che sui giornali leggono soltanto i titoli degli articoli.

Ma se questo può essere accettato per un comune cittadino, non può valere per chi si propone all’amministrazione di un paese. Costoro dovrebbero ben sapere che i nemici di una comunità non sono gli oppositori politici ma coloro che non rispettano le regole della convivenza civile, che evadono le tasse, che deturpano l’ambiente e i beni comuni, che inquinano, sprecano, distruggono e… non fanno nulla o troppo poco per far cessare le guerre che sono la vera tragedia di questi tempi nefasti. Altro che l’opposizione! Non sono certo io a dover assumere il ruolo di avvocato difensore del gruppo minoritario cauloniese. Saranno di certo bravissimi a difendersi da soli, facendo appello alla propria esperienza. Ma quando chi detiene la maggioranza critica non la minoranza come organizzazione ma punta sul singolo individuo, con tanto di nome e cognome, significa che non solo si è toccato il fondo, ma lo si sta raschiando per seppellirci quello che rimane della dialettica politica, sacrosanta ed essenziale in una democrazia matura. E non ci si venga a parlare di bugie! Le balle raccontate senza vergogna sono bipartisan. L’unico argomento che autorizza noi cittadini elettori a pensare e dire, in modo qualunquistico, che: “son tutti uguali”!

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