Là dove vola la Fantasia

Là dove vola la Fantasia

di Di Mari Felice

Ho una malattia, si chiama fantasia: porta quasi all’eresia, è considerata pazzia…”  diceva il Cappellaio Matto interpretato da Johnny Deep nella trasposizione hollywoodiana del celebre romanzo di Lewis Carrol “Alice nel Paese delle Meraviglie”. Nei fatti, la Fantasia è quella parte dell’essere umano in cui l’irrazionale ha spesso il sopravvento sulla logica e la razionalità. Luogo dai confini imprecisati e spesso inesistenti. La Fantasia umana seppur, avvolte, diviene un gravoso problema, una patologia clinica a tutti gli effetti, è anche quel motore che ha permesso all’umanità di scendere dagli alberi su cui viveva nel paleolitico e, nel corso di un centinaio di millenni, di entrare nell’Era dell’Antropocene. La classica lampadina che si accende, che nei fumetti rappresenta l’arrivo di un’idea ispirata, è la perfetta rappresentazione della Fantasia. Si potrebbe perfino dire che la Fantasia ha creato il mondo e l’universo intero; in fondo, nella Bibbia, dalla creazione della Luce in poi non è forse frutto dell’immaginazione divina? Ma qui nasce l’annoso problema su come usare la fantasia. Se ad esempio uniamo la Fantasia, la Matematica, e le leggi fisiche cosa possiamo realizzare? I fratelli Wright sognarono di volare e inventarono l’aereo; gli scienziati del progetto “Manhattan” sognarono un’arma di deterrenza contro l’Asse del Patto d’Acciaio e realizzarono la bomba atomica, che poi ad Hiroshima non rimase un’arma di deterrenza. Adolf Hitler spinto dalle sue frustrazioni, dalle sue paure recondite e dall’odio, che negli anni era cresciuto dentro di lui, immaginò una razza ariana superiore scrivendo il Main Kamp. Purtroppo non sempre l’Uomo ha avuto lungimiranza e saggezza nell’usare la Fantasia. La fantasia, l’estro e il genio sono anche armi devastanti su cui si dovrebbe scrivere delle avvertenze come sulle macchine usate per le radiografie, perché capita che il buon senso non basti.  Poi c’è una fantasia che ci piace, come la Sagrada Familia di Gaudì, Il Taj Mahal dell’imperatore Mughal Shah Jahān, la “Pietà” di Michelangelo, La “Gioconda” di Leonardo, Le Favole di Esopo o i romanzi gialli di Agata Christie, i film di Kubrick o di Tarantino, la musica di Beethoven e dei Led Zeppelin, o di un più nostrano Nek; Ma anche la fantasia al servizio della necessità: l’invenzione della carta-moneta, il primo codice di leggi di uomini per gli uomini “Il Codice di Hammurabi”, o ciò di cui oggi non possiamo più fare a meno: Internet. Io mi chiamo Di Mari Felice sono l’autore di un romanzo di genere Fantasy dal titolo “Ervanthà”, che è la prima parte di una trilogia; Un mondo fantastico, chiamato Grenios, ricco di tutti gli elementi del genere: dei, draghi, mostri, maghi, cavalieri, avventurieri, Elfi, Nani ed Orchi. Da sempre appassionato di opere di Fantasia, Fantascienza, Fantasy, in tutte le forme: dal libro al fumetto e ai manga, dal cinema alle serie TV e alle anime. La mia è un’opera mastodontica, che ha richiesto molti anni di lavoro, studio e ricerca. Ricerche che mi hanno portato a leggere e studiare opere della fantasia umana, le opere del divino, ma anche la natura, la scienza e la creatività in genere. Nella rubrica che inizia con questo articolo voglio portarvi là dove vola la fantasia e l’estro. Un’esplorazione di alcuni di quei capolavori della fantasia umana (non solo libri, film o fumetti) che ho incontrato durante le mie ricerche. Un’immersione nei magici reami del fantastico, del genio e dell’immaginazione umana, senza una precisa rotta, ma per il semplice gusto estetico di un viaggio avanti e indietro nel tempo alla scoperta dei frutti di famosi autori o dimenticati, che ci hanno donato opere frutto del loro genio fantastico. Vi aspetto nel prossimo articolo, “Ghyntà! (dalla principale lingua di Grenios, “Che siate benedetti/Buongiorno o più semplicemente Arrivederci.”).

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