Violi: “Il presidente del Senato invita a non votare, l’astensione è diventata una strategia di governo”

Violi: “Il presidente del Senato invita a non votare, l’astensione è diventata una strategia di governo”

di Francesco Violi

Invito a non votare.
I referendum proposti dai sindacati e dalle opposizioni sono malvisti dal governo in carica. Quale é la migliore strategia per farli fallire: non andare a votare e quindi i partiti di governo invitano il popolo a non andare a votare. Sembra assurdo ma in un paese che si autodefinisce democratico, un partito o più di uno, invita la gente a non votare per fare fallire il referendum, invita la gente a non esprimersi su una materia importante come la tutela del lavoro e la cittadinanza per gli stranieri che vivono e lavorano in Italia da tempo. Già nelle ultime elezioni si è a stento raggiunta una percentuale di votanti del 50%, stavolta ai referendum non si raggiungerà il quorum e probabilmente nemmeno il 20% degli aventi diritto andrà a votare! Fa parte della strategia di questa compagine governativa che ormai ottenuto il potere non ha bisogno del popolo per sostenersi e in pratica fa quello che vuole, va per la sua strada, infischiandosi dei diritti dei lavoratori, quasi come se governare sia un affare personale, non un servizio per il benessere di tutti. E in effetti è così, mai come in questa fase si sono visti tanti casi di corruzione mal celata al fine di arrivare a perseguire i propri interessi. Oggi addirittura il Presidente del Senato ha invitato gli elettori a non partecipare al voto, cosa abbastanza grave per l’incarico che ricopre aldilà degli interessi di partito! Sembra che ormai gli esponenti politici scelgano i collaboratori non per meriti ma per parentela e interessi diversi. Lo stesso presidente del senato è noto per una serie di attività fuori del parlamento, non illegali, ma probabilmente incompatibili con l’incarico che ricopre. Altri esponenti politici si assicurano saldamente i voti stringendo accordi sottobanco con personaggi del mondo degli affari che poi li aiutano alle elezioni.
E’ risaputo che la Premier ha chiamato molti esponenti della sua famiglia a ricoprire cariche importanti nel governo anche se essi sono incompetenti in materia. La legge elettorale glielo consente…Non sarebbe opportuno cambiarla e reintrodurre le preferenze?
Un’altra polemica nasce dal fatto che il governo Italiano non ha preso posizione, sul massacro dei civili palestinesi, con le bombe e per fame, da parte di Israele agli ordini di Netanyahu:
Mentre la premier si dice schierata a favore dell’Ucraina nella guerra Russia-Ucraina, ignora totalmente la guerra del medio oriente, forse la sente lontana e non si sente coinvolta? Ma no, semplicemente le destre considerano gli ultimi un peso, un rifiuto da smaltire, più ne muoiono meglio è: si pensi ai primi giorni di questa coalizione quando un barcone con centinaia di migranti e naufragato a Cutro provocando la morte di più di cento persone perché è stato impedito, da parte del ministro dell’interno, l’intervento della guardia costiera. Ovviamente la colpa in casi del genere viene data ai presunti scafisti, qualora si riesce ad individuarli.


Ma la strage continua quando si impedisce, di fatto, alle ONG di soccorrere i migranti non potendo intervenire in salvataggi multipli e con indicazione del porto di sbarco più lontano possibile dal luogo di soccorso, così i morti annegati nel mediterraneo continuano ad aumentare. Ci fa rabbia l’ipocrisia della premier quando dice che con il suo governo sono diminuiti gli sbarchi, già i morti non parlano!
E’ chiaro quindi che con Netanyahu esiste un tacito consenso tra despoti ( o sarebbe giusto chiamarli assassini?), chissà cosa direbbe, la Premier se si decidesse di deportare, anche temporaneamente, una parte dei palestinesi in Italia, in attesa di ricostruire e di riconoscere lo stato di Palestina (Cisgiordania e Striscia di Gaza)!
Tornando ai referendum uno dei quali intende ridurre da 10 a 5 anni il tempo per poter chiedere la cittadinanza agli stranieri che vivono e lavorano in Italia. Un passo avanti certo, ma sarebbe più giusto chiedere l’introduzione dello Ius-soli, che esiste in quasi tutti i paesi del mondo, con quale, chi nasce in Italia da genitori stranieri potrebbe essere iscritto all’anagrafe come cittadino italiano. Oggi abbiamo tanti adolescenti, di fatto, privi di cittadinanza che hanno genitori stranieri, a meno che non siano campioni sportivi per i quali la cittadinanza viene data subito. Gli altri referendum sono sul lavoro, materie complicate e marginali, sarebbe opportuno invece fare un referendum sul salario minimo, tanto osteggiato dalle destre che vogliono una categoria di schiavi, e riguardo la sicurezza sul lavoro che miete spesso vittime tra stranieri spesso avviati al lavoro senza esperienza e formazione.
In questo contesto è difficile raggiungere il quorum; qualcuno ipotizza che bisogna rivedere il sistema referendario abolendo appunto il quorum per validare i referendum anche senza il raggiungimento del 50% degli aventi diritto. In effetti in un nazione, in cui la disaffezione per la politica riduce l’affluenza alle urne intorno al 40% alle politiche, è impensabile che si presenti più del 50% degli elettori ad un referendum!
Tornando a noi, calabresi, diamo un grande contributo, quando votiamo, alle destre che ci raccontano le barzellette sull’economia e sui migranti: brutti cattivi, criminali, non possiamo accoglierli tutti come pretendono le “sinistre”!
Non possiamo accoglierli, diremmo, tutti ma neanche farli morire in mare. La realtà è un’altra: i calabresi si trovano di fronte a tanti stranieri, anche europei, ben integrati, pochi sono i quelli che commettono reati, molti quelli che lavorano talvolta sfruttati, ma generalmente vengono trattati bene dai nativi che vedono le loro nuove generazioni andare a cercare lavoro altrove, perciò vivono in prima persona quello che vivono gli stranieri qui. Oggi i calabresi non accettano certi lavori, magari malpagati, e vanno via così il loro posto viene preso dagli stranieri che sono ben accolti.
La società è più avanti della politica, allora perché i calabresi votano per queste destre ingannevoli?
Spesso le scelte vengono orientate dai politici di turno che si alleano con esponenti nazionali di destra contro i principi dei poveri cristi, li votano perché sperano che possano essere di aiuto, che possano ottenere qualche beneficio materiale: investimenti sulla scuola, sulla sanità, sulla viabilità. Insomma votiamo con la “pancia” anche se non condividiamo i principi, anzi meglio chiamarle “ideologie” dei votati. Bisognerebbe fare un esame di coscienza, vista “ l’etica” dei partiti a cui aderiscono gli esponenti politici calabresi, prima di sostenerli politicamente anche se sono amici o conoscenti!

CATEGORIES
TAGS
Share This