Caulonia, la lezione di dignità offerta da Antonella Caraffa e le contraddizioni di “Dipende da noi”

Caulonia, la lezione di dignità offerta da Antonella Caraffa e le contraddizioni di “Dipende da noi”

Il 28 maggio 2025 Antonella Caraffa ha informato il consiglio comunale delle sue dimissioni da assessore.

Lo ha fatto con un lungo discorso (che Ciavula ha pubblicato integralmente QUI), carico di emotività ma allo stesso tempo chiarissimo sulle ragioni della scelta, evidentemente sofferta, di lasciare la giunta di Franco Cagliuso.

Ci siamo concentrati finora sulle argomentazioni che hanno portato alle sue dimissioni, come era giusto fare, perchè ricalcano le parole di Andrea Lancia e perchè segnano una frattura difficilmente sanabile all’interno della lista che ha vinto le ultime elezioni comunali.

LE RAGIONI DELLE DIMISSIONI

“Condividevo una visione ed un progetto perché pensavo fosse arrivato il momento di cambiare le logiche del passato – ha dichiarato Caraffa – Oggi devo dire, mio malgrado, che quel sogno è svanito. La maggior parte della giunta fa parte del direttivo di un partito, un direttivo la cui nomina è avvenuta senza alcuna convocazione di assemblee pubbliche, senza l’apertura di un tesseramento, senza una sede, senza confronto, senza trasparenza. IN POCHE PAROLE: SENZA DEMOCRAZIA. E questo direttivo organizza, LEGITTIMAMENTE, le proprie riunioni e le proprie strategie programmatiche dalle quali io sono puntualmente esclusa. Queste scelte politiche, hanno un solo significato, palese eppure mai palesatomi da nessuno: non faccio più parte del progetto. Quel progetto che sarebbe dovuto essere rivoluzionario, travolgente, rafforzante e CHE FORSE, IN REALTÀ, NON ESISTE”.

E Caraffa ha proseguito: ” Oggi mi appare molto chiaro che il ruolo che rivesto si sia svuotato perché non si può e non si deve tradurre all’apposizione di una firma su un brogliaccio e restare significherebbe avallare un modello in cui non mi riconosco e in cui sono certa di non poter dare alcun contributo. Non mi riconosco in chi predica partecipazione e pratica esclusione. Non mi riconosco in chi parla di libertà e pretende obbedienza. Io OBBEDISCO solo alla mia coscienza, ogni giorno, ai miei principi, ai miei doveri e a tutti i cittadini di Caulonia, che mi hanno dato la loro fiducia. La mia determinazione deriva dalla consapevolezza che mai potrò accettare di essere strumentalizzata o messa all’angolo per aver scelto la via più difficile: quella della libertà. Non ho mai accettato, e mai succederà, di essere utilizzata come una pedina o un numero”.

Da osservatori esterni non conosciamo le dinamiche decisionali interne all’amministrazione Cagliuso ma non si può non rilevare che le stesse accuse sono state lanciare dall’ex vicesindaco Andrea Lancia, per quanto siano sempre state negate dagli esponenti di “Dipende da noi/Forza Italia” (impossibile stabilire un confine tra i gruppi, Dipende da noi sembra essere stata totalmente inglobata dal partito berlusconiano) in consiglio comunale.

GLI ATTACCHI DI “DIPENDE DA NOI”

E’ ovvio che dinanzi a tali dirompenti affermazioni sia passato in secondo piano un altro aspetto sul quale vorrei invece soffermarmi ora: la scelta volontaria delle dimissioni da parte di Caraffa.

Antonella Caraffa non ha lasciato la giunta perchè c’è stato un rimpasto, nè perchè il sindaco le ha ritirato le deleghe nè tantomeno perchè ha ricevuto pressioni a lasciare. Al contrario, in consiglio comunale TUTTI si sono sperticati in lodi nei confronti del suo operato da assessore. Anche chi, fino a pochi mesi fa, la accusava di “incapacità manifesta”.

In un comunicato del 7 ottobre 2023 il gruppo “Dipende da noi” scriveva che Caraffa “mente sapendo di mentire” in merito al rapporto tra il comune e la Sogert, sui lavori di protezione della fascia costiera e sull’allargamento del cimitero di Caulonia marina. Il gruppo ormai interno a Forza Italia scriveva che “i nostri cittadini hanno perso circa tre milioni e mezzo di euro per la sua incapacità”.

E ancora: “Crede l’assessore che l’incompetenza dimostrata nell’occasione e soprattutto, il gravissimo e irreperibile danno procurato alla cittadinanza cauloniese, possa essere colmato con la pubblicazione di una fotografia scattata a San Nicola oppure con la balena mangia plastica appena svuotata?

Noi crediamo che queste trovate pubblicitarie messe in atto per mascherare un fallimento non servano, serve efficienza, capacità, oltre che modestia e verità. In conclusione, assistiamo ad atteggiamenti che manifestano un deficit nella funzione amministrativa ricoperta, di grado elevato, preoccupante per la nostra comunità.

Non sarebbe opportuno, assessore, rassegnare, per incapacità manifesta, le proprie dimissioni?
Probabilmente, i cittadini avevano visto bene indicandola come ultima degli eletti.
Eppure, oggi siede in giunta in danno di chi ha avuto molte decine di consensi più di lei.

Crediamo che sia sempre doveroso essere onesti e dire la verità, soprattutto, avere rispetto per i tutti cittadini di Caulonia, oltre che per chi l’ha votata e per chi l’ha fatta votare…”

Quest’ultimo riferimento, per nulla velato, è ovviamente al consigliere regionale Salvatore Cirillo.

Ma Dipende da noi rincarava la dose: “Non si sforzi l’assessore ad elaborare strategie cognitive e creative per fronteggiare le imbarazzanti conseguenze psicologiche in cui si è trovata a causa del beneficio ricevuto.

A buon intenditore, ricordiamo che il Dalai Lama è solito ripetere: “Quando l’ingrato dimentica chi l’ha aiutato, la miseria gli rinfresca la memoria”.”

CONTRADDIZIONI

E’ palese che esiste un enorme cortocircuito tra quanto veniva scritto pochi mesi fa e quanto hanno invece affermato in consiglio comunale i rappresentanti di “Dipende da noi”, che hanno lodato l’operato di Caraffa come assessore comunale. E’ legittimo cambiare opinione ma bisogna anche fare pace col proprio cervello, considerando che non si può essere allo stesso tempo grandi amministratori ed “incompetenti” e “incapaci”. O l’una o l’altra…

Ad onor del vero nell’ultimo consiglio, quello del 4 giugno, gli esponenti di Dipende da noi hanno ricalibrato il tiro, tornando all’opinione originaria.

Frajia ha minimizzato le dimissioni dicendo che “Morto un Papa se na fa un altro” e Riccio l’ha accusata di non avere mai fatto parte del progetto amministrativo visto che “è stata candidata l’ultimo giorno”.

UNA SCELTA DI DIGNITA’

Torniamo alle dimissioni.

Dicevamo che la scelta è maturata liberamente, ha lasciato l’incarico di giunta di sua spontanea volontà, ritenendo che non ci fossero le condizioni per proseguire nel migliore dei modi nello svolgimento del suo incarico.

Avrebbe potuto non farlo.

Avrebbe potuto tenersi la poltrona di assessore per altri due anni, fino al termine del mandato e alle prossime elezioni. Lo abbiamo visto fare spesso.

Avrebbe potuto, in assenza di condizioni ideali per svolgere il suo incarico, tirare a campare, utilizzare il proprio ruolo per cercare di guadagnare un po’ di consenso per la prossima tornata elettorale. Lo abbiamo visto fare spesso.

Avrebbe potuto rimanere in giunta e, qualora si fosse resa conto che l’amministrazione fosse impopolare, lasciare poco prima delle elezioni sbraitando il suo dissenso e cercando altri lidi. Lo abbiamo visto fare spesso.

Invece no. Ha scelto la strada più dignitosa, le dimissioni.

E non dimissioni silenti, adducendo esclusivamente motivazioni personali per tirarsi fuori dalle polemiche e non dovere essere (ancora) nell’occhio del ciclione. Ma motivazioni estremamente politiche, dettagliate, per molti aspetti coraggiose, perchè le hanno provocato e le provocheranno altri attacchi.

Mi è sembrato giusto metterlo in evidenza, perchè le sue dimissioni volontarie sono una bella lezione di dignità ad una politica cauloniese sempre più concentrata su beghe tra gruppi (che probabilmente coinvolgeranno anche la minoranza quando si tratterà di costruire l’alternativa a Cagliuso) piuttosto che sull’elaborazione di una prospettiva amministrativa.

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