Referendum 2025, Cavallaro: “Chi vota anche per chi si astiene è il vero cittadino elettore”

Referendum 2025, Cavallaro: “Chi vota anche per chi si astiene è il vero cittadino elettore”

di Cosimo Cavallaro

E bravi gli elettori(?) italiani che non vanno a votare i referendum proposti, con grande sacrificio organizzativo, dai sindacati per ribadire i diritti di chi lavora (argomento, quello del “LAVORO”, che dovrebbe risvegliare la coscienza di quasi tutti gli aventi diritto al voto)!! Basta dire ai presunti “cittadini elettori” che non recarsi al seggio, che rinunciare a un diritto è come esercitarlo e, gli incauti, si bevono tutto con gusto magari facendoci pure il ruttino a urne chiuse. 

Gli stessi che seminano false verità, confidando sull’ignoranza e sulla pigrizia insita nell’ipocrisia dei qualunquisti e dei distratti, hanno vinto! Gli stessi che pretendono di comandare grazie al mandato degli elettori, alla faccia della separazione dei poteri che contraddistingue le moderne Democrazie, hanno convinto ben 7 elettori su 10 a partecipare gratis al banchetto dell’astensione ed ora ci ammoniscono a rispettare la volontà dei “cittadini elettori”. Ma possiamo ancora definire elettore chi non si reca alle urne quando gli viene concessa l’opportunità? No! È un ossimoro considerare “elettore” chi non elegge. Chi si astiene mantiene ovviamente la dignità di cittadino; ma quale modello di cittadinanza rappresenta? Di sicuro quello di consumatore di pubblicità, di acquirente di occulta propaganda politica, di assertore di false verità, di sconfitto a prescindere. 

Chi, pur potendosi “recare al mare”, si sacrifica per consentire, anche a coloro che si astengono, di non perdere un diritto acquisito a costi altissimi nei secoli scorsi, è il vero “cittadino elettore” da salvaguardare dai denigratori della Democrazia e non da deridere come sta accadendo dai soliti provocatori che, osservandoti con quel consueto sorrisetto idiota e strafottente, ti additano ricordandoti, mentre si fanno un selfie a favore di telecamere, la solita frase retorica: “te lo avevamo detto”! 

Purtroppo, il vulnus, non facilmente prevedibile dai nostri padri costituenti, è insito nella Legge che detta le regole sui referendum abrogativi. Il fatto che, affinché la consultazione sia valida, sia necessaria la partecipazione al voto del 50% +1 degli aventi diritto, ha un senso. Ma è anche un ostacolo spesso insormontabile soprattutto in tempi in cui la “tensione democratica” è ai minimi storici come in questo periodo. Troppo facile per i detrattori della Democrazia puntare sull’astensione: specchietto per le allodole in una società come quella attuale divisa tra opulenza e disperazione, entrambi elementi che allontanano dalla partecipazione attiva alla vita sociale. Ed è frustrante per chi crede nei valori democratici rilevare come la classe politica si accorda su una legge elettorale che permette di creare un Parlamento a maggioranza bulgara e, di conseguenza, decidere il destino di un Paese col consenso di un quarto dei cittadini, mentre non fa nulla per agevolare e stimolare la loro partecipazione alla costruzione del futuro della nazione. 

Tempi durissimi per la Democrazia nel nostro piccolo ma ricchissimo “mondo occidentale”. Ma non demordiamo perché fin quando ci sarà “campo” per il nostro smartphone (il clone del nostro spirito segreto), non tutto è perduto e il consenso pubblicitario, sulle ali di un “Like” dei “cittadini elettori”, dagli adolescenti agli ottuagenari su tutti gli argomenti possibili guerre comprese, toccherà vette mai raggiunte in passato. Con buona pace dei “civili”, birilli sacrificabili sulla scacchiera della lotta tra poteri di ogni colore politico, di tutti i popoli sotto attacco brutale, dai Palestinesi ai Sudanesi passando per gli Ucraini.  

In attesa dei prossimi referendum da impallinare con l’arma dell’astensionismo auguriamo a tutti una buona vita democratica. Nel frattempo, imparate a prendere la mira. Finora avete quasi sempre sbagliato il bersaglio… 

CATEGORIES
TAGS
Share This