I metodi incomprensibili dell’ospedale di Polistena

I metodi incomprensibili dell’ospedale di Polistena

Mi è capitato di accompagnare una persona all’ospedale di Polistena per un intervento chirurgico in day hospital. Appuntamento in chirurgia alle 14. Quando arriviamo la sorpresa: almeno dieci persone hanno appuntamento in chirurgia per la stessa ragione allo stesso orario.
Il medico scorre l’elenco delle persone prenotate per un intervento e le invita a recarsi al piano di sotto, dove ci sono le sale operatorie.

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Intorno alle 15, un’ora dopo l’appuntamento, viene chiamata la prima paziente. L’intervento dura circa mezz’ora, poi la paziente esce e torna a casa. Avanti il prossimo, ancora mezz’ora circa di intervento e poi tocca al terzo. Ma nel frattempo, tra un intervento e l’altro, il tempo scorre e l’ansia di chi deve subire l’operazione cresce. La persona che ho accompagnato viene chiamata alle 17 e 40, dopo tre ore e quaranta minuti di attesa.
Ai presenti sorge spontaneo chiedersi come mai gli appuntamenti invece di essere fissati collettivamente alle 14 non vengano diluiti ogni mezz’ora o venti minuti. Il primo paziente alle 14, il secondo alle 14 e 30, il terzo alle 15 e via dicendo, per ridurre al minimo i tempi di attesa che, per chi deve finire sotto i ferri, sono sempre angosciosi.

Dalle 14 fino al momento della chiamata per l’intervento nessuno è stato sottoposto ad esami o a visite per cui la pratica della convocazione collettiva eseguita dal Cup sembra avere poco senso, a meno che non ci sfuggano misteriose esigenze di servizio che non riusciamo ad identificare.
Questa pratica in realtà è generalizzata e applicata da tutti gli ospedali calabresi con cui sono entrato in contatto.
Non sarebbe meglio correggerla ed essere più rispettosi dei pazienti?

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