A Telemia si discute delle conseguenze della protesta dei migranti di Caulonia

A partire dalle 21:30 negli studi di Lineaperta, trasmissione di Telemia, si è affrontato uno degli argomenti più caldi delle ultime ore, ossia la protesta dei beneficiari del progetto di accoglienza Sprar di Caulonia.
Sulla spinosa questione, ospiti della conduttrice Maria Teresa Criniti, sono intervenuti il sindaco di Bivongi Felice Valenti, il giornalista Antonio Baldari, il Direttore della nostra testata Ciavula.it Giovanni Maiolo, la Presidentessa dell’Associazione Il Mio Amico Jonathan Debora Mauro e, in collegamento dalla sua sede, accompagnata dagli operatori della cooperativa Pathos, Maria Paola Sorace, coordinatrice del progetto di accoglienza Sprar di Caulonia.
Questi i fatti: ieri mattina un gruppo di richiedenti asilo ha occupato via Ente Sila, dove si trova la sede della cooperativa Pathos, che gestisce il progetto Sprar di Caulonia, per protestare contro i ritardi nelle convocazioni da parte della Commissione Territoriale di Crotone, l’ente preposto a giudicare le richieste di asilo.
La vicenda, che sembrava conclusa nella stessa mattinata di ieri, ha in realtà portato con sé delle conseguenze. La coordinatrice del progetto cauloniese Maria Paola Sorace, assieme alla sua equipe, sta attuando una “forma di resistenza” – così la definisce la stessa – al fine di richiedere al Prefetto, attraverso il sindaco di Caulonia Giovanni Riccio, l’allontanamento dei migranti che avrebbero minacciato gli operatori sociali.
La protesta degli ospiti del progetto Spar di Caulonia ha fornito l’occasione per approfondire il tema dell’accoglienza, per raccontarne gli aspetti positivi, come ad esempio i corsi professionali organizzati ad hoc per i migranti, e le criticità che quotidianamente gli operatori del settore si trovano ad affrontare.
Ciascun ospite ha offerto il suo personale contributo, fornendo una molteplicità di chiavi di lettura, dall’esperienza del volontariato raccontata da Debora Mauro, presidentessa dell’Associazione Il Mio Amico Jonathan, che opera nel campo container di Rosarno ad Antonio Baldari, giornalista de “Il garantista”, che ha acceso i riflettori su molteplici aspetti, enfatizzando, in particolare, il ruolo fondamentale dell’informazione nel raccontare processi complessi come quelli d’accoglienza.
Maria Paola Sorace ha, poi, raccontato il disagio e il senso di abbandono di chi lavora quotidianamente con i richiedenti asilo, ne comprende e condivide le difficoltà, ma si trova ad affrontare in solitudine le solite lungaggini della farraginosa macchina burocratica dello Stato italiano. I diritti, che chiaramente devono essere strenuamente difesi, non possono mascherare la volontà di pochi di creare scompiglio, non devono essere l’alibi utilizzato dai facinorosi per giustificare azioni violente.

collegamento pathos

La mancata convocazione da parte della Commissione territoriale, ha insistito la Sorace, significa per i richiedenti asilo rimanere incastrati in un sistema che dovrebbe essere di accoglienza, ma che, a causa dell’assenza dello Stato, diventa di assistenzialismo puro.
Proprio alla luce di questo l’invito avanzato dalla coordinatrice e dagli operatori dello Sprar di Caulonia al sindaco Giovanni Riccio è di richiedere agli uffici preposti non lo spostamento in altro Sprar, ma l’allontanamento definitivo dal progetto dei 5 migranti più violenti, per dare un segnale assolutamente chiaro.
D’accordo con la Sorace anche Giovanni Maiolo, direttore di Ciavula.it e coordinatore del progetto Sprar di Gioiosa Ionica, che nell’esprimere la sua solidarietà agli operatori cauloniesi, ha sottolineato come la protesta dei migranti abbia sbagliato bersaglio. Proteste così, ha incalzato Maiolo, danneggiano il sistema Sprar perché prestano il fianco a chi fa dell’odio verso l’altro la propria filosofia d’azione.
Il senso di solitudine e le difficoltà affrontate sono state raccontate anche dalla parte “politica” dei progetti di accoglienza, attraverso gli interventi del vice-sindaco di Caulonia, Franco Cagliuso, del consigliere Domenico Campisi e del sindaco di Bivongi, Felice Valenti, che ha da poco affrontato una protesta da parte dei beneficiari Sprar ospitati sul territorio da lui amministrato.
Quella che si è andata delineando è stata la descrizione di una realtà, quella dell’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo, fragile, ostica, effettivamente complessa.
Ciò che sarebbe utile ai progetti d’accoglienza non è un ipocrita buonismo, ma il riconoscimento che una sana accoglienza passa necessariamente per uno Stato capace di essere seriamente presente e per un tessuto sociale che sappia solidarizzare con le legittime richieste dei migranti senza chiudere gli occhi di fronte alle azioni violente che restano deprecabili sempre e comunque.

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