ASPROMONTE: UN PARCO DI VINCOLI, ABUSI E IPOCRISIA

Nel Parco Nazionale dell’Aspromonte è vietata la raccolta dei prodotti del sottobosco, se non nei casi appositamente autorizzati. In sintesi, per raccogliere legna secca, fondamentale per affrontare i rigidi inverni delle alte quote, bisogna fare un versamento di qualche decina di euro e avere un’autorizzazione nominale che può essere utilizzata per un solo mese all’anno. Guai se ti beccano con qualche legnetto nel bagagliaio della macchina. Scatta la multa. Senza pietà.
Nel Parco Nazionale dell’Aspromonte la raccolta di fiori recisi, asparagi, fragole, lamponi, mirtilli, castagne, nocciole e funghi, è consentita solo ai titolari di apposito tesserino che abbiano fatto apposito versamento. Se ti beccano, cosa che accade molto spesso, sprovvisto del fondamentale documento, scatta la multa. Senza pietà.
Nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, è vietato raccogliere felci e piante secche necessarie per la lettiera degli animali. Anche in questo caso serve apposita autorizzazione. Se ti beccano senza, scatta la multa. Senza pietà. Nonostante la raccolta di arbusti secchi rappresenti uno strumento di prevenzione degli incendi boschivi straordinario. Eppure niente. Le disposizioni quelle sono e devono essere applicate. Senza guardare in faccia nessuno.
Nel Parco Nazionale dell’Aspromonte sono vietate mille altre cose che fanno parte della storia e della cultura delle popolazione montanare. Per qualsiasi cosa, anche la più banale, serve la tanto agognata autorizzazione. Giusto. Forse.
Pur tuttavia appare superflua qualsiasi autorizzazione per scaricare a cielo aperto quintali di manufatti contenenti amianto. Ciavula 2

Sembra non servire nessuna autorizzazione per riversare dove capita, in pieno giorno, rifiuti speciali, scarti di lavorazioni animali, inerti e schifezze di qualsiasi tipo. Sembra non servire nessuna autorizzazione per tagliare alberi in piena salute e immetterli sul mercato per puro scopo di lucro. Sembra non servire nessuna autorizzazione per il pascolo abusivo, per la costruzione di case e capannoni abusivi alla luce del sole e molto spesso per fini commerciali. Nessuna autorizzazione poi per lo smaltimento di liquami, per recintare appezzamenti di terra dove capita, ecc. ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.Ciavula 1

Forse sarà per questo che sanzioni e provvedimenti penali in questi casi raramente vengono adottati? Dove sono le solerti forze di polizia che puniscono senza pietà i raccoglitori di funghi e pigne?
È sempre la stessa storia. Forti con i deboli, deboli con i forti. Questo distrugge e umilia una terra bellissima e affascinante. Questo annienta l’immagine di un lembo di terra straordinario e sfortunato. Di questo si dovrebbe preoccupare il presidente dell’Ente Parco. Perché è proprio questo che demolisce la montagna e la sua gente. La sua dignità. Questo e non le battaglie di chi ha il coraggio di denunciare i soprusi, le violenze e le porcate che in questa terra purtroppo esistono. Il problema sono i problemi, non chi parla dei problemi. Il problema è chi finge che i problemi non ci siano. Il problema è chi per fini personali usa e abusa di questo territorio, dietro il paravento dello sviluppo e del lavoro e del bla bla bla da fornire a favore di telecamere.

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