Ciccio Modafferi: il ricordo della tua Gioiosa

Ciccio Modafferi: il ricordo della tua Gioiosa

Splendida partecipazione all’iniziativa, organizzata questa sera dal Comune di Gioiosa Jonica presso Palazzo Amaduri, in ricordo di Francesco Modafferi (di cui oggi si celebra il sesto anniversario dalla morte) e a suggello della generosa donazione di libri e testi che la famiglia Modafferi ha voluto effettuare a vantaggio della Biblioteca Comunale di Gioiosa Jonica (1233 i volumi donati, un autentico arricchimento quantitativo e qualitativo per la biblioteca gioiosana).

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Ciccio Modafferi è stato politico, amministratore, intellettuale. Ciccio Modafferi è stato un gioiosano autentico, innamorato della sua terra e determinato a riscattarla in ogni campo. La donazione di libri, al di là del merito importantissimo dell’iniziativa, è stata l’occasione migliore per ricordare la figura di una così brillante personalità gioiosana, l’occasione propizia anche per ragionare su un pezzo fondamentale della storia politica e sociale da cui proveniamo.

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Non casualmente, all’iniziativa sono stati invitati a partecipare e ad intervenire i giornalisti Pietro Melia e Bruno Gemelli, voci storiche del giornalismo calabrese. I due, nell’ormai lontano 1980, furono gli autori di un libro-inchiesta divenuto celebre, “Cessarè”. Un testo, quest’ultimo, fondamentale per capire ed analizzare la congerie di eventi e di situazioni che negli anni ’70 dominò la scena politico-culturale a Gioiosa Jonica: la mafia dei pascoli, lo sciopero del ’75, l’assassinio di Rocco Gatto, la grande manifestazione del ’78, l’iniziativa con Pietro Ingrao, l’azione del Sindaco Ciccio Modafferi. Qualcuno parlò di uno sconosciuto e tardivo ’68 incistatosi nell’estremo lembo meridionale del nostro paese. Dal libro, è bene ricordarlo, è stato tratto proprio di recente (anno di uscita 2009) un film-documentario a cura della cineasta calabrese Rina Amato. Sia Melia che Gemelli nei loro interventi conclusivi hanno rimarcato due dati di assoluta importanza: 1. il ruolo di Modafferi nella nascita di una moderna antimafia, grazie alla costituzione di parte civile del Comune di Gioiosa Jonica in un processo di mafia (primo caso nella storia nazionale); 2. lo spartiacque fra un prima e un dopo sancito dal “caso Gioiosa” di quegli anni, una cesura con la storia della sinistra locale che da quegli eventi seppe costruire una più strenua ed efficace opposizione all’oppressione mafiosa (dopo l’assassinio di Gatto, vi fu anche il caso Valarioti a Rosarno).

L’iniziativa di Palazzo Amaduri si è aperta con le parole del Sindaco Fuda, che ha molto insistito sul grande valore culturale della donazione di libri effettuata dalla famiglia Modafferi e sul suo ricordo della figura di Ciccio Modafferi, figura incrociata in una comune militanza nel Partito della Rifondazione Comunista. Le parole del Sindaco, molto semplici e anche molto sentite, hanno celebrato il grande rigore politico e culturale che un Modafferi già anziano seppe trasmettere all’epoca ad una nuova generazione di dirigenti della sinistra gioiosana.

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Subito dopo Fuda, è stata la volta dei due figli maschi di Ciccio Modafferi, Riccardo e Sandro. Il primo, consigliere comunale e l’unico ancora residente a Gioiosa Jonica (Sandro e le due sorelle Ornella ed Erles, comunque legatissimi a Gioiosa Jonica, vivono in Toscana), ha tracciato personalità sincretica e ricca di sfumature di Modafferi. Sulla sua scrivanìa, ha riportato Riccardo, Ciccio Modafferi teneva l’immagine di Giovanni XIII, di Alcide Cervi e di Lenin: una perfetta sintesi della personalità poliedrica e plurale del padre (comunista, legato alla storia delle classi popolari, ma anche buon conoscitore dei vangeli e del valore della religiosità cattolica). Inoltre, Riccardo ha ribadìto l’importanza assoluta che il padre, maestro elementare, assegnava all’istruzione e alla formazione – considerate veri e propri strumenti di liberazione – delle giovani generazioni (“istruitevi istruitevi istruitevi” di Gramsci e “la conoscenza delle parole” celebrata da Don Milani, due delle sue immagini preferite). Così come i libri, per Ciccio Modafferi, erano un bene preziosissimo: un eventuale prestito (anche ai propri cari) richiedeva una puntuale restituzione, quasi avvertisse la mancanza di una sua cosa cara cui era impossibile rinunciare per troppo tempo.

Sandro, dal canto suo, ha voluto ricordare il grande amore per la politica che ha guidato tutta la vita di Ciccio Modafferi, un amore che lo ha portato a spingere i propri figli all’impegno civico ma senza mai voler prevaricare sulle loro autonome scelte di vita e che gli ha sempre garantito un rispetto autentico verso tutti i suoi oppositori politici impegnati come lui nella battaglia politico-amministrativa. Altro aspetto rimarcato da Sandro è stato il grande trasporto che il padre Ciccio aveva nei confronti della storia meridionale e calabrese, un’affascinazione intellettuale ed umana che lo caratterizzava a tutto tondo.

Prima della conclusione – avvenuta nella sala della biblioteca accanto ai libri che faranno parte della “Donazione Modafferi”, con un breve rinfresco, vi è stato anche l’intervento del Direttore Giovanni Pittari, amico di vecchia data di Modafferi, profondo conoscitore delle sue virtù e dei suoi vizi.

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Una bella serata con una genuina partecipazione popolare, per una Gioiosa indissolubilmente legata alle pagine migliori della sua storia. Siamo certi che Ciccio Modafferi, ovunque adesso si trovi, sarà stato felice delle parole asciutte e puntuali, senza eccessi inutili, che gli sono state dedicate; e ancor più felice sarà nel vedere i suoi libri essere diventati parte del patrimonio culturale della sua amata Gioiosa.

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