“Focà non è razzista e L’accoglienza è un valore assoluto”

“Focà non è razzista e L’accoglienza è un valore assoluto”

E’ diventato un caso di risonanza nazionale quello dei cittadini di Focà che lo scorso 5 aprile hanno saldato il cancello della scuola frequentata dai loro figli per impedire l’ alloggio ad alcuni dei migranti sbarcati sulle spiagge di Caulonia Marina la mattina di Pasqua. Un caso che li ha visti tacciati di razzismo e che ha spinto l’ Amministrazione Comunale ad organizzare un incontro, svoltosi ieri pomeriggio nell’ edificio scolastico incriminato, con la partecipazione del Dirigente Scolastico dell’ Istituto Comprensivo Statale “G. Falcone – P. Borsellino” Maria Rosa Monterosso ed il Vescovo di Locri – Gerace il Mons. Francesco Oliva. << L’ incontro è stato fortemente voluto per cercare di rimediare al messagio negativo che è stato diffuso>> ha esordito Caterina Belcastro, la prima a prendere la parola, << ci si è cacciati in una situazione senza via d’ uscita in cui si è intromesso il leader della Lega Matteo Salvini che è “il razzista” per antonomasia >>. Una difesa, quella del segretario della Lega, non richiesta e dalla quale i cittadini di Focà hanno preso immediatamente le distanze. Un Salvini che, come ha dichiarato il primo cittadino Giovanni Riccio, << non conosce i problemi di Focà ma cavalca la tigre per interesse politico>>. Più volte, nel corso dell’ incontro, è stato ribadito che “Caulonia è il paese dell’ accoglienza” e non un “paese di prima accoglienza”, per questo privo di strutture adeguate e incapace di gestire prontamente uno sbarco di 209 persone. I migranti erano stati collocati provvisoriamente presso il mercato coperto di Caulonia Marina per offrirgli un pasto, visite mediche, sottoporli ad identificazione e permettergli di passare la notte al caldo prima di intervenire sul loro dislocamento. Il dialogo, scopo principale dell’ incontro, non si è palesato inizialmente lasciando, invece, spazio ad un acceso dibattito. Il Sindaco è stato ripetutamente interrotto dai genitori, agguerriti più che mai, mentre il consigliere di minoranza Domenico Campisi gongolava per gli attacchi che l’ Amministrazione Comunale stava subendo. Gli animi si sono surriscaldati dando origine ad una serie di domande a raffica. Gli abitanti della frazione cauloniese hanno chiesto perché non si è pensato di individuare un’ altra struttura, ad esempio ad Ursini o a San Nicola, o il Palazzetto dello sport di Vasì. << Nel dover prendere tempestivamente una decisione>>, ha spiegato il Sindaco, << dopo aver valutato le scuole di tutto il paese, si è pensato che il disagio minore sarebbe stato recato alla scuola di Focà, frequentata soltanto da 11 bambini. Un disagio che sarebbe durato solo due giorni >>.

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Quello cercato ieri, con tanta forza, è stato un confronto, come è giusto che ci sia in un paese civile. Un confronto che, però, è giunto troppo tardi per i genitori e che se fatto a tempo debito forse avrebbe potuto evitare quanto è accaduto, come ha precisato il consigliere Commiso: << E’ stato sbagliato il gesto di protesta ma è stato fatto per difendere l’ istruzione dei propri figli e per le lotte quotidiane fatte per poter tenere aperta questa scuola. Focà si è vista presa d’ assalto, senza una comunicazione tempestiva di quanto stava accadendo, i genitori si sono sentiti in pericolo di perdere la scuola. Il gesto di saldare il cancello non doveva essere fatto ma non ci possono chiamare razzisti perché in questa comunità sono radicati da più di 8 anni gli stranieri >>.

La Dirigente Scolastica dell’ Istituto Comprensivo cauloniese ha definito per sua esperienza diretta le persone di Focà come: << persone disponibili e sensibili >>. Ha ribadito che il Sindaco e gli Assessori hano lottato con loro per poter tenere aperta la scuola e che, purtroppo, in questa situazione è venuta meno la possibilità di un confronto.

Qualche cittadino ha incalzato: << non abbiamo il dialogo perché voi politici non ci avete calcolato. Noi abbiamo eletto un nostro rappresentante perché non lo avete avvisato? Se non c’è il dialogo tra di voi come potete averlo con noi >>.

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In modo accorato e con l’ enfasi che lo contraddistingue, il Vicesindaco e Assessore alla Cultura Francesco Cagliuso, ha cercato di placare gli animi << da questo incontro non devono uscire vincitori o sconfitti. Non possiamo mandare un messaggio negativo. In questa situazione o vinciamo tutti o perdiamo tutti e in questo momento stiamo subendo una sconfitta >>.

Il Mons. Francesco Oliva, dopo aver manifestato stupore per il processo che era in atto, ha dichiarato: << Sento questa comunità come una comunità che mi appartiene. La strumentalizzazione è facilissima in questi casi e questo fatto è stato politicamente strumentalizzato. Il Sindaco ha dovuto far fronte ad un problema umanitario e si è passati sopra al fatto che c’ erano ragazzi che dovevano andare a scuola. Sono addolorato per quello che è successo. Ne usciamo tutti sconfitti >>. Ha proseguito, poi, sentenziando che: << Essere un paese dell’ accoglienza non è un timbro, non è un’ etichetta è una grande responsabilità. Ma non è il Sindaco ad accogliere è l’ intera comunità a farlo >>.

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Occorre, quindi, educare tutta la cittadinanza e anche la Chiesa è coinvolta in questo progetto. Ha richiamato l’ attenzione sul fatto che: << Se vogliamo veramente essere un paese che si dedica all’ accoglienza dobbiamo organizzarci per un’ accoglienza degna. Come Chiesa mi devo chiedere quali strutture si possono individuare. Spendiamo tanti soldi per le feste e poi non abbiamo spazi per accogliere? >>. Il Mons. ha sottolineato la necessità di superare i timori legati alla figura dell’ immigrato, visto come straniero quindi pericolo pubblico e portatore di malattie. Quanto accaduto deve diventare un motore di riflessione per organizzarsi in modo serio se si vuole essere un paese dell’ accoglienza. << Facciamo una riflessione su come possiamo diventare una città aperta al dialogo, a sviluppare la coscienza dell’ importanza dell’ accoglienza. Si vuole tutti recuperare una dignità ma dobbiamo essere uniti>>. Uniti come tutti lo sono stati ieri nell’ affermare con fermezza che: “FOCA’ NON E’ RAZZISTA!”. Ma anche che l’accoglienza, come ha detto il Vescovo, “è un valore assoluto”.

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