Migrante cacciato torna a Caulonia in lacrime

Migrante cacciato torna a Caulonia in lacrime

È un richiedente asilo quindi preferiamo non scriverne il nome. Chiamiamolo John. Viene dalla Nigeria. È uno dei migranti che bloccarono la Via Ente Sila a Caulonia marina per protestare contro i ritardi burocratici relativi alla sua pratica di richiesta asilo incolpando, ingiustamente, chi lo ospitava ossia la cooperativa Pathos. Uno di quelli che, come affermato dalla coordinatrice del progetto di accoglienza Sprar di Caulonia, Maria Paola Sorace, si era reso protagonista di minacce, danneggiamenti e anche del sequestro temporaneo di un’operatrice sociale. Uno dei quattro che il 28 marzo era stato prelevato dalla polizia e portato in Puglia, precisamente nel C.a.r.a. di Foggia.IMG-20150326-WA0007

Le condizioni di vita nei C.a.r.a. ovviamente sono ben peggiori di quelle dei progetti Sprar. Si tratta di centri collettivi e spesso le strutture sono sovraffollate. Nel Cara di Foggia John proprio non ci voleva restare. Ha subito chiesto di tornare a Caulonia ma ovviamente, una volta che si viene espulsi dal sistema dello Sprar non si può rientrare. Allora ha digiunato per due giorni. Alla fine, alla prima occasione utile, è fuggito. Si è messo su un treno ed è riuscito a tornare nella Locride.

Lo incontriamo nelle strade di Caulonia e ci racconta di essere andato in Commissariato a Siderno per chiedere di potere essere riammesso nel progetto di Caulonia. Ma, ovviamente, non sarebbe stato ascoltato. Allora dice di essersi recato, in lacrime, presso gli uffici della Pathos. E anche qui porte chiuse alla sua richiesta.

A quanto pare John si è reso conto troppo tardi di avere sprecato un’opportunità che lo avrebbe messo in ben altre condizioni. Che gli avrebbe permesso di studiare l’italiano e probabilmente anche di fare un tirocinio formativo presso un’azienda di Caulonia. Che lo avrebbe accompagnato verso l’ottenimento del permesso di soggiorno. Che gli avrebbe fornito quella cassetta degli attrezzi utile per orientarsi nella società italiana.

Ora, invece, resta uno spettro che si aggira, testa bassa, per le strade di Caulonia.

Solo e senza nessun aiuto.

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