Riforma “Buona Scuola” : ecco cosa prevede e cosa potrebbe ancora cambiare

In questi giorni a Caulonia e nel resto d’Italia si protesta contro la riforma “La buona scuola” proposta dal governo Renzi.
Il ddl è ovviamente ancora in fase di discussione e può subire modifiche.
Eccone comunque gli aspetti principali:

– Piano straordinario di assunzioni per coprire le cattedre vacanti e creare l’ampio organico dell’autonomia.
Dal primo settembre stabilizzazione per 100.701 docenti: 99.000 presi dalle GAE (graduatorie ad esaurimento) e 1.200 dal concorso 2012. Altri avranno un contratto-ponte di un anno e dovranno fare un concorso. Nel 2015 è previsto un bando fino a 60.000 docenti per coprire le assunzioni del periodo 2016-2019.
Confermata la chiusura delle graduatorie ad esaurimento.
Previsto un piano indennizzi per i precari che faranno causa e la vinceranno.

– Alla fine di ogni anno il dirigente scolastico, sentito il consiglio d’istituto, assegnerà un riconoscimento al 5% dei propri docenti, scegliendo tra quelli che si sono maggiormente impegnati.
Sul giudizio peserà la qualità dell’insegnamento, la capacità di utilizzare metodi didattici innovativi, il contributo dato al miglioramento complessivo della scuola.
A tal fine saranno stanziati dal governo duecento milioni ogni anno.

– Il dirigente scolastico potrà scegliere i docenti del proprio istituto, optando tra quelli iscritti in appositi albi costituiti dagli Uffici scolastici regionali.
Gli incarichi saranno resi noti su un portale del Miur.
Ogni dirigente potrà poi individuare fino a tre insegnanti, in base ai crediti professionali, che resteranno in carica tre anni, aiutando il preside nell’organizzazione scolastica e nei processi di valutazione.
Per la definitiva assunzione i docenti dovranno sottoporsi all’anno di prova. I contratti dei supplenti non dovranno superare i 36 mesi.

– Previsti piani triennali di formazione del corpo docente: la formazione in servizio diventa obbligatoria.
Il nucleo di valutazione sarà costituito da tre docenti scelti dal dirigente scolastico, sentito il consiglio di istituto.
Gli insegnanti che per due volte consecutive non supereranno i requisiti minimi non avranno diritto ad aumento di stipendio.
Alla fine di ogni anno, gli studenti comporranno un questionario esprimendo giudizi sugli insegnanti.
Nasce l’istituto per l’autonomia e la valutazione scolastica (Ivap) e saranno soppressi Invalsi (valutazione) e Indire (didattica avanzata).

– Rafforzamento di alcune materie, tra cui inglese con metodo Clil (parlare solo in lingua straniera), diritto, economia e arte.
Nasce il curriculum dello studente a fini orientativi (per l’università) e di accesso al lavoro. Sarà formato dai voti del ciclo scolastico ed esperienze extra: musicali, sportive, di volontariato. Se ne terrà conto all’orale della maturità.
Lo studente potrà crearsi un piano di studi personalizzato, scegliendo tra alcune materie offerte dell’istituto.

– Gli studenti di quarta e quinta superiore potranno stipulare contratti di apprendistato.
Nel triennio finale degli istituti tecnici e professionali il periodo lavorativo sarà di almeno 400 ore, di 200 ore invece nel triennio liceale.
Stage e tirocini potranno valere per l’esame di maturità.

– Sconti fiscali fino a 400 euro per chi iscrive i propri figli ad una scuola paritaria (scuola privata).
Il cinque per mille potrà essere destinato anche le scuole, pubbliche o private, e chi, con lo school bonus, farà donazioni a favore degli istituti per la costruzione di nuovi plessi o per la loro manutenzione, avrà un beneficio fiscale pari al 65% in sede di dichiarazione dei redditi.

– Introduzione del Wi-Fi e della didattica ho-tech.
Gli alunni studieranno, tra l’altro: logica e pensiero computazionale, utilizzo dei dati, cittadinanza digitale ed educazione ai media.

In questi giorni Matteo Renzi ha incontrato I parlamentari PD di Camera e Senato delle commissioni competenti per mettere a punto modifiche al ddl scuola.
A seguito degli scioperi di questi giorni, fonti parlamentari affermano che potrebbe essere rivista la discrezionalità dei presidi nella scelta dei docenti.
Si attendono nei prossimi giorni aggiornamenti ed eventuali variazioni della riforma.

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