IL COLONNELLO DE MAGISTRIS E LE FINESTRE ROTTE

IL COLONNELLO DE MAGISTRIS E LE FINESTRE ROTTE

IL COLONNELLO DE MAGISTRIS E LE FINESTRE ROTTE

Poco fa, insieme a molti giornalisti della Locride, abbiamo salutato il Colonnello De Magistris. Il Comandante, in vista del suo imminente trasferimento, ha organizzato un piccolo aperitivo di saluto.

Un clima gioviale, molte foto, molte battute. Tante parole di saluto, di augurio e di commiato. Su molte testate ci saranno, a breve, approfondimenti sulla giornata.

Io invece non voglio scrivere di quello che si è detto e si è fatto poco fa al Comando del Gruppo Carabinieri di Locri. Io, oggi, voglio parlare della teoria delle finestre rotte.

Secondo questa dottrina sociologica, elaborata nel 1982 da James Q. Wilson e George L. Kelling, l’esistenza di una finestra rotta potrebbe generare fenomeni di emulazione, portando qualcun altro a rompere un lampione o un idrante, dando così inizio a una spirale di degrado urbano e sociale.

La stessa teoria afferma chiaramente che investendo le risorse, umane e finanziarie, nella cura dell’esistente e nel rispetto della civile e quotidiana convivenza si ottengono risultati straordinari.

Ecco, dal saluto di oggi io voglio riportare semplicemente questo. Il colonnello De Magistris è stato uno straordinario esecutore della teoria delle finestre rotte. Tante, tantissime azione costanti e giornaliere per restituire ad un territorio martoriato e saccheggiato quel senso di legalità e vicinanza istituzionale che per troppo tempo è mancato, perché «nessuno, ma proprio nessuno, debba più sentirsi intoccabile».

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