Il canile di Sant’Ilario e il ruolo di Gioiosa

Il canile di Sant’Ilario e il ruolo di Gioiosa

Il canile di Sant’Ilario dello Ionio, da anni, è oggetto di forti contestazioni da parte delle associazioni animaliste. Le condizioni in cui verserebbero gli animali presenti nella struttura, questa la denuncia pubblica di tanti volontari, sarebbero assolutamente fatiscenti e fuori da ogni legalità. Qualche tempo fa, anche “Striscia la Notizia” si è occupata della vicenda, sollevando il velo su una struttura che sembrerebbe presentare mille contraddizioni e mille deficienze.

Canile-Striscia

Adesso, è il turno del parlamentare M5S Paolo Bernini, protagonista di un’ispezione a sorpresa insieme all’associazione animalista EITAL e ad altri volontari che da tanti anni denunciano, a loro giudizio, la pessima situazione dei cani di Sant’Ilario (circa 500 per 32 comuni convenzionati, con un introito annuale di oltre 300 mila €uro).

La condizione che abbiamo riscontrato presso il canile di Sant’Ilario dello Ionio è sconvolgente, tutti saranno chiamati a risponderne, tra cui le forze dell’ordine interpellate che si sono rifiutate di eseguire il controllo ed entrare insieme a noi all’interno della struttura”, queste le parole chiare e perentorie del deputato Bernini.  Che passerà anche ai fatti: denuncia e istanza di sequestro presso la Procura della Repubblica di Locri, informativa diretta al Ministro della Sanità e incontro immediato con il Direttore Generale del Ministero, diffida per tutti i comuni convenzionati con la struttura di Sant’Ilario.

La denuncia del M5S

La denuncia del M5S

Anche Gioiosa Jonica mantiene un rapporto istituzionale con il canile di Sant’Ilario, per il tramite di un’apposita convenzione e dietro l’erogazione di un congruo compenso per la tenuta dei cani randagi.

Riteniamo corretto e doveroso, soprattutto dopo le parole e gli atti inequivocabili del parlamentare M5S, che il Comune di Gioiosa Jonica verifichi da subito le condizioni complessive del canile e, eventualmente, attivi immediatamente la procedura di “uscita” dalla convenzione stipulata. Se le accuse di animalisti e parlamentari troveranno fondamento, l’amministrazione del Sindaco Fuda non dovrà esitare un solo istante a rompere gli accordi sottoscritti e individuare una soluzione più idonea e più rispettosa della legalità per i cani randagi da collocare.

Sul breve, la soluzione sarebbe ovviamente quello di accedere ad un canile già esistente: vi sono opzioni, come ad esempio una realtà di ottimo livello presente a Taurianova (Canile Rifugio “Il Parco”), che rappresentano di per sé un vero e proprio salto di qualità rispetto al contestatissimo canile di Sant’Ilario.

Sul medio termine, inoltre, ci permettiamo di ipotizzare la realizzazione di un canile – moderno e a norma –  che possa servire l’intera Valle del Torbido, garantendo l’assoluta vivibilità degli animali e costruendo anche nuove possibilità lavorative per i giovani del nostro territorio. L’Unione dei Comuni potrebbe immaginare un intervento del genere, che è una fondamentale misura di civiltà prima ancora che un’incombenza amministrativa.

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