Criticità Ospedale Locri:Proposte UIL FPL

Criticità Ospedale Locri:Proposte UIL FPL

Riceviamo e pubblichiamo:

Criticità e proposte Ospedale spoke di Locri.

La scrivente Organizzazione sindacale, più volte è intervenuta, proponendo soluzioni e denunciando abusi, su quanto succedeva e succede nel nosocomio di Locri. La nostra opera è protesa a rivendicare il ruolo cui la legislazione regionale ha attribuito agli ospedali spoke e tra questi l’ospedale di Locri ma anche nella consapevolezza che non c’è rilancio della sanità se non attraverso l’erogazione dei servizi ospedalieri e non nel rispetto della legalità tanto invocata ma spesso disattesa.

Davanti alle nostre lagnanze e dolenze nessuno degli Organi istituzionali ha inteso non ovviare al problema ma almeno rispondere alle nostre note.

Al di là dei proclami, riteniamo che sia doveroso porre all’attenzione della triade commissariale, tra cui due vice-prefetti, alla guida dell’ASP le priorità per mettere mano fattivamente alla riorganizzazione dei servizi ospedalieri di Locri.

Per fare questo non si può prescindere da:

1) redazione atto aziendale

Riteniamo che sia urgente attivarsi per dare all’azienda un atto aziendale anche in considerazione del DCA n. 130 del 16 dicembre 2015 con le allegate “Linee guida per la redazione dell’atto aziendale” e provvedere tempestivamente, come da anni richiediamo, alla ricognizione del personale esistente ed al contestuale avvio delle procedure per la definizione della dotazione organica e del necessario “piano delle assunzioni”, tutto questo in tempi stretti poiché lo stesso DCA 130/2015 prevede un margine di sessanta giorni affinché le Aziende redigano il loro Atto Aziendale, il tutto nel rispetto delle relazioni sindacali.

2) Definizione procedure incarichi di direzione di struttura complessa già autorizzati

Poiché in tutti gli atti di riorganizzazione del SSR, ivi compreso l’Ospedale di spoke di Locri, sono indicate le specialità di cui devono essere dotati gli stessi, si può accelerare l’iter e quindi le procedure per l’affidamento dell’incarico di direzione di struttura complessa delle unità operative di: Ortopedia, Radiologia, Ostetricia e Medicina già autorizzati dalla Struttura Commissariale.

3) potenziamento delle unità operative nelle figure carenti e mancanti anche mediante assunzione con procedure di evidenza pubblica

Questa operazione è assolutamente necessaria considerato l’ingente numero di personale collocato in pensione nel corso degli anni è mai sostituito soprattutto nell’area ospedaliera di Radiologia, Laboratorio Analisi, Ortopedia, Otorino, Oculistica, ect. (solo nella radiologia ben otto medici sono venuti a mancare negli ultimi due anni).

Inoltre va aggiunto che, negli anni, decine sono state le figure trasferite-allontanate dalle attività ospedaliere (medici, infermieri, eccetera), e spesso sono state destinate ad attività non sempre consone ai loro profili.

4) potenziamento dell’area dell’emergenza

Attivazione dell’Osservazione breve al P.S., adeguamento del numero di personale medico al PS richiamando i medici dell’area dell’urgenza utilizzati impropriamente altrove.

5 ) rimozione dei Capi dipartimento

Il ragionamento fatto a tal riguardo non può che essere ridotto a questa considerazione. Già da prima dell’accorpamento delle ex-ASL i Capi dipartimento erano sempre gli stessi. Crediamo che lo sfascio dell’ASP di Reggio Calabria non può che essere imputato a chi, nel corso degli anni, ha partecipato al processo decisionale e quindi Direzioni Generali e Capi Dipartimento in primis. Pertanto la necessaria inversione di rotta non può prescindere dalla rimozione dei Capi dipartimento, ove si consideri che la legge prevede addirittura la rotazione dei dirigenti. Inoltre nel nome della invocata legalità e trasparenza non si può assistere ad espletamento di funzioni apicali o addirittura sovraordinate a persone sottoposte ad indagini ed in qualche caso con relativo rinvio a giudizio da parte della magistratura per imputazioni direttamente collegate all’attività di servizio.

6) sblocco dei finanziamenti destinati, da più di dieci anni, alla ristrutturazione dell’ Ospedale di Locri ed avvio tempestivo dei lavori di rifacimento ed adattamento.

7) aggiornamento delle attrezzature e macchine sanitarie ormai obsolete con mezzi diagnostici e di indagine all’avanguardia.

Solo con l’attuazione di questi primi punti si può pensare e sperare nel rilancio delle attività sanitarie della locride e dell’Ospedale di Locri che è l’unico avamposto sanitario presente nel territorio locrideo.

Questi devono essere i segnali che la politica regionale, struttura commissariale compresa, devono dare alle popolazioni ed agli operatori.

Anziché proclami, annunci, dichiarazioni di deve passare dalle parole ai fatti concreti.

La Segreteria Provinciale

Nuccio Azzarà

Nicola Simone

Francesco Politanò

ospedale locri evid

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