LA LOCRIDE PIANGE SANGUE

LA LOCRIDE PIANGE SANGUE

Ancora sangue. Ancora ‘ndrangheta. Ancora morti ammazzati. Ancora ferite laceranti per questo lembo di terra moribondo. Ancora terrore nelle strade. Ancora piombo. Solo pochi giorni fa fummo costretti a scrivere del vile attacco frontale all’azienda Federico. Solo negli ultimi due mesi, siamo stati costretti a scrivere delle ripetute intimidazioni a Gioiosa Ionica, di quelle a Martone, di quelle al giudice Gratteri, al consigliere Arturo Bova e all’ex sindaco di Crotone Giancarlo Sitra.Ieri sera, con puro sdegno, fummo obbligati a riportare la notizia di un terribile omicidio a Monasterace. Alfredo Pileggi, poco meno che quarantenne, è stato freddato dal piombo mafioso all’uscita della palestra. Il suo corpo, ormai privo di vita, è stato rinvenuto all’interno della sua automobile. Alfredo Pileggi lascia una moglie e due figli. Sul luogo sono intervenuti gli uomini della compagnia dei Carabinieri di Roccella Jonica guidati dal capitano Antonio di Mauro. E saranno loro a condurre le indagini.

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Non si sa quale pista stanno seguendo gli inquirenti. Non ancora. Ma al momento non è l’elemento su cui vogliamo soffermarci. Quello che ci interessa ribadire, ancora una volta, per l’ennesima volta, è che così non si può più andare avanti. La Locride tutta vive in uno stato di assedio e di terrore non più sostenibile. Nella Locride tutta il livello dello scontro ha raggiunto livelli allarmanti. Dati allarmanti. Non è più ammissibile che un manipolo di omuncoli senza onore tenga sotto scacco paesi interi. Non è più ammissibile che si usino taniche di benzina e piombo per terrorizzare e comandare.Noi non lo possiamo più accettare. Non lo vogliamo più accettare. E per questo, ribadiamo, ancora una volta, la necessità di interventi straordinari da parte del Governo per un territorio che di ordinario non ha più nulla. Chiediamo, ancora una volta, azioni decise e concrete da parte dello Stato vero, quello legittimato dai cittadini. Quello che si deve opporre con ogni mezzo e in ogni modo all’antistato, quello legittimato dai corrotti e dai collusi. Dai venduti. Dai pungiuti. Quello che trae origine e legami da pittoreschi riti di affiliazione. Quello che i Sindaci della Locride devono condannare e contrastare senza se e senza ma. Non solo pubblicamente, ma anche nel segreto delle loro stanze. Nelle loro azioni quotidiane. È tempo, lo ripetiamo, che i primi cittadini, tutti, alzino la voce. Sul serio. E chiedano risposte serie e risolutive, affinché questa gentaglia venga sbattuta in carcere e buttata via la chiave. Altrimenti, ripetiamo, dimettetevi e consegnate le 42 fasce al Prefetto. «La resistenza vi fa onore e ve ne siamo grati, ma deve avere un limite, altrimenti diventa altro».

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