SISTEMA REGGIO, ARRESTATI I DE STEFANO: LA POLITICA TACE, NOI NO

SISTEMA REGGIO, ARRESTATI I DE STEFANO: LA POLITICA TACE, NOI NO

Nelle scorse ore, magistratura e forze dell’ordine, questa volta a Reggio Calabria, hanno sferrato un nuovo e potentissimo calcio in culo alla ‘ndrangheta. Quella borghese, di alto livello. Quella che qualche tempo fa il direttore del Dispaccio.it Claudio Cordova, definì il Sistema Reggio. Definizione quanto mai azzeccata. Tanto che gli inquirenti, hanno denominato l’operazione che ha portato a smantellare buona porta dell’aristocrazia mafiosa di Reggio, proprio Sistema Reggio. Diciannove misure cautelari a carico, tra gli altri, di due degli esponenti principali del clan di Archi: l’avvocato Giorgio De Stefano e Dimitri De Stefano.
Noi, e spero che il direttore Cordova non ce ne voglia, preferiamo chiamarlo Sistema Peggio. Perché non esiste un sistema peggio di quello messo in piedi da criminali senza scrupolo che puntano a soffocare a strozzo una città intera. Perché del Sistema Peggio fanno parte non solo i pungiuti di spicco, ma anche tutti quei colletti bianchi e quei politici arruffoni che hanno reso fertile il terreno per la crescita della malapianta. Della malacarne. Il Sistema Peggio del Peggio.
E di fatti, lo stesso Claudio Cordova, collega retto e preparato, lamenta, in un bellissimo editoriale il silenzio fragoroso di tanta politica. La stessa, forse, che fa a gara ad inviare comunicati di solidarietà dopo gli atti intimidatori, che negli ultimi anni, sono quasi diventati una drammatica abitudine. Scrive il direttore: «I De Stefano sono l’aristocrazia della ‘ndrangheta. Lo hanno detto anche gli investigatori della Polizia di Stato, che hanno eseguito l’operazione. Per questo non c’è da sorprendersi circa l’assordante silenzio che ha avvolto l’ambiente politico. Pochi, pochissimi gli esponenti politici intervenuti a commento di un’inchiesta cruciale: il sindaco Giuseppe Falcomatà, bravissimo in questo caso a ribadire la posizione dell’Amministrazione Comunale contro la ‘ndrangheta e poi la parlamentare del Movimento 5 Stelle, Federica Dieni. Tace il Pd (ad esclusione dell’onnipresente segretario regionale Ernesto Magorno): dov’è il governatore Mario Oliverio? E il presidente del Consiglio Regional, Nicola Irto alias il nuovo che avanza? E poi, i vari consiglieri regionali da 15mila euro al mese? E la destra? Stendiamo un velo pietoso. E l’associazionismo? Latitante anche quello, se escludiamo Libera e l’associazione Risveglio Ideale dell’ex parlamentare Angela Napoli.
Pochi altri saranno sfuggiti. Le nostre scuse. Quasi tutti, invece, hanno fatto finta di non notare che in manette sono finiti alcuni dei padroni della città. Ma, del resto, per alcuni schierarsi contro i De Stefano sarebbe stato un po’ come sputare nel piatto dove si è mangiato (e si mangia)».
Parole importanti, che condivido e sottoscrivo. Perché è facile fare finta di condannare la ‘ndrangheta presenziando a qualche convegno qui e lì. Più difficile è prendere delle posizioni chiare, nette, pubbliche. E forse ancora più difficile è portarle avanti con coerenza anche nel privato quotidiano.
Noi non siamo politici, né membri di associazioni. Siamo solo una piccola testata on line che però, a differenza dei personaggi sopra indicati dal direttore Cordova, non vuole tacere. Anzi, rinnova l’apprezzamento alla magistratura e alle forze dell’ordine per il lavoro fatto, sperando, che altri calci in culo alla ‘ndrangheta non tarderanno ad arrivare.

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