Editoriale: l’Unione dei Comuni e la Città Metropolitana

Editoriale: l’Unione dei Comuni e la Città Metropolitana

La Città Metropolitana sarà il nuovo ente locale che andrà a sostituire la Provincia di Regio Calabria: una novità istituzionale che presuppone numerosi cambiamenti per l’intero territorio provinciale e, in modo particolare, per le aree più periferiche come la Locride.

In quest’ottica, la lettera-manifesto sulla Città Metropolitana – resa pubblica dai sei sindaci dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido (leggi QUI), è un documento molto importante per una serie di ragioni fra loro strettamente correlate.

CittàMetropolitana

In primo luogo, è un documento pubblico che sostanzia un’importantissima rivendicazione: l’Unione dei Comuni si presenta come un vero soggetto politico, autonomo nella sua valutazione d’insieme e unitario nel suo percorso futuro. Una scelta opportuna, che è presupposto essenziale per il futuro dell’Unione: si ragiona e ci si muove come un corpo unico e non come una sommatoria di campanili, provando a mettere a valore la consistenza politico-demografica della vallata del Torbido. Per contare finalmente anche a livello provinciale, nell’ormai imminente Città Metropolitana di Reggio Calabria.

In seconda battuta, la lettera-manifesto dell’Unione agisce direttamente – anche se in modo ancora assai diplomatico – sulla pochezza dell’attuale discussione relativa alla Città Metropolitana, fatta soprattutto di accordi di palazzo (insite nelle modalità oligarchiche di selezione dei futuri consiglieri metropolitani) e di logiche divisive (di natura territoriale o partitica) che nulla hanno a che fare con l’essenza con un ente secondario che sarà privo di una maggioranza politica e che dovrà necessariamente operare in termini di forte condivisione. L’idea che le liste per le elezioni della Città Metropolitana – in programma il prossimo 7 Agosto – nascano quasi esclusivamente dalle telefonate e dagli incontri dei soliti “cacicchi” politico-territoriali, senza alcuna proposta di merito e senza alcun reale contenuto politico, è un’idea perversa che distrugge qualunque idea di rappresentatività democratica.

Ancora, in terza battuta, il documento congiunto dei sei sindaci dell’Unione ha il merito di spiegare come il cambiamento degli assetti istituzionali – e la Città Metropolitana, per come delineata fino ad oggi, ha un bisogno impellente di innovazioni e integrazioni – deve essere praticato dall’interno, con piena coscienza civica e democratica, rigettando ogni velleitaria ipotesi di auto-esclusione. In sostanza, la Città Metropolitana è lontana anni-luce da quanto occorrerebbe per  rilanciare il dibattito politico e la rappresentatività democratica della nostra provincia, ma la soluzione non può essere di certo quella di starne consapevolmente fuori e di rinunciare ad una pur necessaria contesa per il suo cambiamento.

Unione Comuni Logo

Infine, l’Unione si presenta come connettore di un progetto alternativo, determinato a rappresentare le aree più periferiche della Città Metropolitana, soprattutto al lordo di un voto ponderato (ogni ente comunale peserà in termini di voti per quanti sono i suoi abitanti) che favorirà inesorabilmente la città di Reggio Calabria e le realtà comunque più popolose. L’idea dei sei sindaci dell’Unione è quella di collaborare in modo unitario e trasversale, aprendosi alle voci più disparate della società reggina e locridea ed evitando un’inutile conflittualità anti-partitica: l’obiettivo, insistiamo, è quello di rappresentare in modo adeguatamente democratico l’intero territorio provinciale.

Nella nostra provincia, quasi superfluo ribadirlo, abbiamo una carenza di idee e di personalità politiche che si riverbera puntualmente sulla funzionalità delle nostre istituzioni democratiche: anche per questo, sosteniamo convintamente l’Unione dei Comuni della Valle del Torbido e le chiediamo di proseguire nel suo sforzo riformatore anche all’interno della costituenda Città Metropolitana. Se un difetto vi è stato nella lettera-manifesto dell’Unione, esso va ricercato soprattutto nella tempistica: il documento meritava di essere pubblicato – e conseguentemente discusso – assai prima.

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