Unioni civili, Sindaci quasi pronti. Pronta anche Gioiosa Jonica

Unioni civili, Sindaci quasi pronti. Pronta anche Gioiosa Jonica

Fonte: www.lindro.it

Di Marianna Ferrenti

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E’ stato celebrato a Montignoso, comune toscano della provincia di Massa e Carrara, la prima Unione Civile tra due uomini, grazie al ‘Decreto ponte’ attuativo promulgato dal Governo, con il Ministero dell’Interno a spiegare le modalità di tenuta dei Registri da parte dei Comuni. Anche se già qualche altro Sindaco per diversi motivi, anche per precarie condizioni di salute dei richiedenti, aveva anticipato le cerimonie rispetto al formale via libera. In Toscana Il Sindaco Gianni Lorenzetti (Partito Democratico) ha letto, come indicato dalla legge, una formula temporanea ‘estratta’ dal Decreto, alla presenza di due testimoni. “Ci sono voluti trenta anni» ha detto ai due sposi il primo cittadino «per arrivare a questo matrimonio che sono orgoglioso di celebrare. In questo ufficio vedo concentrati valori di uguaglianza,civiltà e dignità“. E così via libera, come aveva anticipato ‘L’Indro’ il 27 luglio 2016 con ‘Unioni civili: le prime tra il 3 e il 4 agosto’. I Comuni vengono finalmente messi nelle condizioni di registrare Unioni (e Convivenze, che pure la legge prevede). ‘L’Indro’ ha compiuto un suo piccolo viaggio tra alcuni Amministratori locali del Sud dell’Italia, per capire come si stanno organizzando e soprattutto se riusciranno a rispettare le tempistiche. Alcuni Sindaci del mezzogiorno siano ancora piuttosto indietro, altri invece pronti ad adeguarsi a questa svolta epocale.
Salvatore Fuda, Primo cittadino di Gioiosa Ionica comune di settemila abitanti nel cuore della Locride, Calabria, eletto dalla ‘Lista civica Gioiosa bene comune’, conferma di aver già predisposto gli uffici competenti all’aggiornamento degli archivi, riuscendo a risolvere, con l’ausilio dei funzionari, tutti gli adempimenti burocratici. “Abbiamo dato indicazioni all’Ufficiale di Stato Civile per attuare tutto quanto sia necessario. Non ci sono margini per obiezioni di coscienza. Le istituzioni non sono tenute a discutere le leggi già applicate nelle sedi opportune, ma solo a farle rispettare“. Dunque nella gioiosa Gioiosa, nomen omen per ogni gay, la legge non sarà messa in atto in tempi brevissimi ma solo perché, dice il sindaco “per ora non ci sono state richieste“. Ma dichiara: “Siamo pronti per affrontare l’evenienza“. La Calabria dunque si conferma abbastanza ‘emancipata’ sulla questione del riconoscimento giuridico di diritti acquisiti. Anche se dalle parole del Sindaco Fuda sembra più una questione di dovere che di diritto. Per giunta, ci sono realtà contrapposte, come quella di Catanzaro, dove la comunità si spacca, ma il Sindaco Sergio Abramo, del centrodestra, ha spento ogni polemica sul nascere, dichiarando che pur non condividendo la legge la rispetterà.
Diversa invece è la situazione per il Comune di Bari, dove si prevede una posticipazione rispetto alla data calcolata, come ci conferma il Sindaco, Antonio Decaro, Partito Democratico. “Proprio oggi abbiamo attivato ufficialmente tutte le procedure necessarie per gli uffici della ripartizione demografici, che dal prossimo cinque settembre saranno a disposizione dei cittadini per accogliere le richieste di iscrizione di quanti vogliano certificare la propria Unione Civile. Abbiamo inoltre chiesto ad alcuni dipendenti della stessa ripartizione di attivare un servizio di ‘help desk’ per rilasciare tutte le informazioni relative alla procedura. Non sono stati previsti servizi speciali perché crediamo di dover adempiere ad un obbligo di legge, esattamente come accade per tutti gli altri servizi che il Comune assicura ai suoi cittadini“. Secondo il Sindaco non si tratta di un vero e proprio ritardo (anche se così sembra) rispetto alla tabella di marcia. “Abbiamo rispettato i tempi di legge e stiamo quantificando realisticamente i tempi necessari agli uffici per attrezzarsi giuridicamente“. Il Sud sembra faticare per mettersi al passo con gli altri paesi dell’Unione Europea. Un Mezzogiorno che a tal proposito si sta sì organizzando, ma a macchia di leopardo.

Un caso in controtendenza è la Basilicata, che sulle Unioni Civili si è preparata per tempo, nonostante il numero delle convivenze sia molto basso: il 3,9% rispetto alla media del 24,2% in tutto il Mezzogiorno e del 24,5% a livello nazionale. Ricordiamo infatti che la ‘Legge Cirinnà’ oltre ad ufficializzare le Unioni Civili tra persone dello stesso sesso regolamenta anche ladisciplina delle Convivenze. Il piccoloComune di Bella (circa cinquemila abitanti), per esempio, guidato da Michele Celentano, coalizione di centrosinistra, ha approvato il primo Registro lucano delle Unioni Civili. Il sindaco di Potenza, Dario De Luca, di ‘Fratelli d’Italia’, conferma che “nelle ultime settimane c’è stato un boom di richieste e riusciremo a partire dalla seconda settimana di agosto a registrare le prime tre Unioni Civili“. In Basilicata dunque si stanno compiendo alcuni timidi passaggi che potrebbero segnare un cambiamento di mentalità. La svolta coinvolgerà inevitabilmente anche “«la macchina politico-amministrativa che dovrà essere ammodernata e resa efficiente, al passo con i tempi“, ammette il primo cittadino potentino. Un enorme sforzo che l’amministrazione sta compiendo a fatica, nonostante i buchi nel bilancio.

Con stupore (neanche troppo) scopriamo che ‘all’avanguardia’ in termini di diritti civili è laCampania dove Camerota, piccolo comune nel Salernitano, ha anticipato i tempi. Nel giugno scorso, un mese prima che le Unioni Civili entrassero in vigore, sul lungo mare di un lido una coppia omosessuale ha pronunciato il proprio ‘sì’ al cospetto del primo cittadino. Il Sindaco, Antonio Romano, della ‘Lista civica La sveglia’ ci spiega che questo coronamento di un ‘sogno’ non rimarrà un episodio sporadico, ma diventerà una consuetudine amministrativa. “Le Unioni Civili sono una grande opportunità che il Sud deve cogliere per dimostrare di essere all’altezza di quanto ci chiede l’Europa. E io, nel mio piccolo, ho cercato di anticipare i tempi. Quella celebrazione non è stata un mero atto simbolico. Infatti ho già avuto altre cinque richieste di coppie che vorrebbero formalmente registrare la personale Unione. Il Comune le accoglierà nel miglior modo possibile, i Registri sono pronti.Non ci siamo fatti cogliere impreparati dal punto di vista burocratico per affrontare quella che non è una richiesta ‘anomala’, ma un diritto acquisito che è giusto, finalmente, venga riconosciuto anche da un punto di vista giuridico ed istituzionale“, conclude con grande entusiasmo.

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