PCI: “Mentre la Costituzione è salva, i reggini hanno inviato lo sfratto anticipato a Falcomatà”

PCI: “Mentre la Costituzione è salva, i reggini hanno inviato lo sfratto anticipato a Falcomatà”

partito comunista pci

La splendida vittoria del NO al referendum sulla de-forma costituzionale di Renzi, Boschi, Verdini e Alfano rappresenta, per gli impressionanti numeri che l’hanno caratterizzata, il clamoroso fallimento politico, sancito a furor di popolo, dell’ormai ex presidente del consiglio e del PD a tutti i livelli, nessuno escluso.

Pertanto, le imprescindibili dimissioni di Renzi dal ruolo di premier, fra l’altro mai votato da nessuno, dovrebbero ineluttabilmente essere le prime di una lunghissima serie da parte di nanetti e minuscoli personaggi che, al pari di Renzi, hanno personalizzato, per meri calcoli soggettivi, il voto referendario.

In tal senso, ringraziamo l’intelligente popolo reggino che, con maturità ed entusiasmo, ha aderito al nostro invito-appello di esprimere un NO sia per difendere la nostra Costituzione nata dalla Resistenza che per bocciare, senza e senza ma, la fallimentare amministrazione della città guidata, da oltre due anni, dall’inadeguato sindaco Falcomatà.

Il commovente dato del 70% ottenuto dal NO nella città di Reggio, vale a dire uno dei dati più alti dell’intero Paese, è stata l’inequivocabile risposta dei reggini alla vergognosa campagna elettorale che il sindaco, l’amministrazione comunale, i consiglieri, gli assessori regionali e i parlamentari del PD hanno portato avanti in questi mesi.

Una campagna elettorale caratterizzata da una ossessiva ed odiosa arroganza del potere basata su promesse, pubblicazione di bandi di assunzione last-minute, avvisi di costituzione di short-list, sedicenti impegni su ogni materia, pressioni di vario tipo, ecc. ecc.; insomma, un elenco infinito del peggio e del vecchio modo di fare politica che, però, accanto ad una sciocca ed infantile adorazione di Renzi (il quale, infatti, ha chiuso la campagna elettorale proprio a Reggio), aveva un “altissimo” obiettivo collaterale, vale a dire: votare si per fare diventare senatore il sindaco Falcomatà.

Un tam-tam pesantissimo e spregiudicato che, però, visti i numeri della pesantissima debaclé di Falcomatà e del PD indicano chiaramente che, a Reggio, il NO, come da noi auspicato, è stato chiaramente espresso per salvare la democrazia messa in discussione dalla de-forma costituzionale e, contemporaneamente, per punire e bastonare il fallimentare sindaco di Reggio.

Pertanto, esprimiamo profonda gioia e soddisfazione per la maturità espressa dagli elettori che hanno compreso la pericolosità del disegno che puntava alla demolizione della Costituzione e, tra le tante assurdità, di uno dei principi cardine del nostro ordinamento: la sovranità popolare e l’elezione diretta del Senato. Gli italiani, con uno scatto d’orgoglio, hanno detto con chiarezza che la nostra Costituzione non può, né deve, essere toccata o dileggiata.

Quando nel lontanissimo mese di febbraio scorso promuovemmo, a Reggio, il primo comitato per il NO e organizzando un affollatissimo convegno, fummo derisi e dileggiati.

Ci dissero che eravamo vecchi, conservatori e contro il cambiamento; oggi, da tutti quei soloni e tromboni al servizio del potere che, ancora una volta, hanno dimostrato di non azzeccarne nemmeno una, pretendiamo le scuse. Scuse, però, che, insieme a noi, dovrebbero ricevere tutti i reggini che qualcuno pensava fossero servi sciocchi e popolo senza intelligenza.

Grazie alla plebiscitaria vittoria del NO prosegue, pertanto, con maggior vigore il processo di rafforzamento del rinato PCI che, con lungimiranza, rappresenta una forza politica credibile che, in questi mesi, ha sempre assunto posizioni di chiara opposizione alle nefaste scelte operate dall’inadeguata giunta del sindaco Falcomatà.

Ringraziamo Reggio e i reggini per avere difeso la democrazia e per avere inviato un chiarissimo ordine di sfratto anticipato al fallimentare sindaco dei selfie, nonché mancato senatore, Giuseppe Falcomatà.

Reggio Calabria, 6 dicembre 2016

La Federazione reggina del PCI

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