Rocco Dominello, l’uomo sospettato di collegare la Juventus alla ‘ndrangheta

Rocco Dominello, l’uomo sospettato di collegare la Juventus alla ‘ndrangheta

Fonte: http://www.corriere.it/sport/17_marzo_15/chi-rocco-dominello-l-uomo-sospettato-collegare-juventus-cosche-ndrangheta-0571269e-099b-11e7-a31e-79311351b4fb.shtml

Saverio e Rocco Dominello (quest’ultimo citato dalla Commissione Antimafia nell’audizione dell’avvocato della Juventus Chiappero) sono indagati per il reato 416 bis dai pm Paolo Toso e Monica Abbatecola, che, nell’atto di chiusura indagini dell’inchiesta «Alto Piemonte», scrivono che sarebbero responsabili di «aver fatto parte, quanto meno dal 2009», in concorso con altri, «dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, operante da anni sul territorio piemontese ed avente i propri referenti di collegamento con le strutture organizzative insediate in Calabria». In particolare, Saverio e Rocco Dominello sono considerati dall’accusa esponenti della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno.
Spataro
Era stato lo stesso procuratore di Torino Armando Spadaro a ricordare, quando ottenne i loro arresti nel 2016, che erano stati «condannati in primo e secondo grado dall’autorità giudiziaria torinese per l’articolo 416 bis del codice penale, quali partecipi al locale di ‘ndrangheta di Chivasso nel procedimento Colpo di Coda». Spataro aveva chiesto l’arresto dei Dominello nell’ambito dell’indagine Alto Piemonte individuandoli quali presunti responsabili del tentato omicidio di Antonio Tedesco, un uomo abbandonato la sera del 23 luglio 2014 in una pozza di sangue davanti al campo sportivo di Volpiano. Tedesco, che non ha mai parlato, era stato punito probabilmente per avere offeso uno degli esponenti di una cosca che avrebbe gestito un night club. Ed è proprio intorno alla gestione mafiosa di bische clandestine che ruota buona parte dell’indagine diventata famosa per il bagarinaggio nella curva Juve. I Dominello, difesi dagli avvocati Domenico Putrino e Giuseppe Del Sorbo, negano ogni addebito e negano rapporti con la criminalità organizzata. Ma secondo la procura, oltre alla gestione del gioco d’azzardo e alle estorsioni, si sarebbero inseriti nella curva Juve per partecipare alla gestione dei biglietti. Un affare storicamente redditizio per la criminalità organizzata.


Gruppo ultrà
I Dominello sarebbero stati, tra l’altro, gli ideatori de «I gobbi», un gruppo ultras che nella primavera 2013 aveva cercato di inserirsi nello stadio. Ma le origini dell’inserimento dei Dominello nella curva sarebbero più antiche. La Digos, in una relazione che è agli atti, ricorda che già anni fa, quando scoppiò la guerra tra Drughi e Bravi ragazzi, era a Placido Barresi, poi ai Dominello, che gli ultrà si sarebbero rivolti per risolvere le controversie. Barresi è l’uomo dell’omicidio del magistrato torine se Bruno Caccia. Quando nel 2009, venne aggredito il leader dei Drughi, Dino Mocciola, quest’ultimo, scrive la Digos, «decise di affidarsi, con la mediazione di Antonino Corleto, considerato persona di fiducia della famiglia Dominello e quindi vicina al clan dei Pesce di Rosarno a Placido Barresi, pregiudicato, condannato per essere stato killer della ’ndrangheta legato alla famiglia Belfiore-Saffiotti, a quel tempo detenuto in carcere, ma in contatto con il leader dei Bravi ragazzi, Andrea Puntorno, quest’ultimo molto vicino alla criminalità organizzata siciliana ed anello di congiunzione con alcuni esponenti di famiglie calabresi». Con i Dominello e altri presunti ‘ndranghetisti gli scontri in curva sarebbero finiti. E sarebbe iniziata una gestione con un «approccio più diplomatico». «Secondo quanto informalmente appreso – precisano gli inquirenti – alla base di questi tentativi di conciliazione vi sarebbe stata la ferma volontà da parte della ’ndrangheta torinese e milanese di evitare l’insorgere di una guerra tra bande che avrebbe avuto l’unico effetto di intralciare le attività redditizie illecite che gravitano intorno agli incontri di calcio e del nuovo stadio in particolare». Rocco Dominello viene descritto «un uomo di mediazione», «dai toni equilibrati e mai evidentemente minacciosi». «La Juve, constatata la sua influenza con i tifosi, avrebbe iniziato a confidare in lui per dirimere questioni pendenti con gli ultrà più minacciosi».Ed è proprio con Rocco Dominello che parlavano alcuni collaboratori della società, non indagati, come Alessandro D’Angelo e Stefano Merulla. Così come trattava con lui Raffaello Bucci, ex ultras ed ex collaboratore Juve, morto in circostanze oscure giù da un viadotto di Fossano nel luglio 2016.

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