Ho visto Francesco Totti, l’ultima bandiera del calcio

Ho visto Francesco Totti, l’ultima bandiera del calcio

Francesco Totti è un genio del calcio, uno di quelli che ispira i sogni dei bambini mentre inseguono un pallone in cortile o nei campetti di periferia.
Francesco Totti non è un calciatore come gli altri, Francesco Totti è una bandiera.
Probabilmente l’ultima bandiera, icona di un calcio romantico che è stato, ma che sta lentamente cedendo il passo alle ciniche leggi del mercato.
Nel calcio la bandiera ha un ruolo speciale ed esclusivo, per ciascun tifoso.
La bandiera accompagna la tua vita: indossando la sua maglia hai giocato, ti sei sbucciato le ginocchia, sei cresciuto.
Gli altri giocatori vanno, la bandiera resta, e sceglie di farlo perché quello è il suo posto.
Gli anni passano, vittorie e sconfitte si alternano, e alla bandiera ci si affeziona sempre di più: nasce quell’empatia che solo la condivisione di gioie e dolori è in grado di generare.
Così, la bandiera diventa una sorta di vecchio amico, uno di quelli che conosci da sempre, e che non vedi l’ora di incontrare puntualmente ogni domenica.
Il legame che si crea tra i tifosi e la loro bandiera va aldilà del calcio, non può essere spiegato razionalmente: è una vera e propria forma di amore, un costante esercizio di fedeltà.
Francesco Totti ha scelto di restare a Roma, di cui è al contempo figlio e simbolo. Altrove avrebbe probabilmente vinto più trofei, ma non sarebbe stato Francesco Totti.
Perché Totti è la Roma, ed è così che doveva concludersi la sua meravigliosa favola: con il saluto bagnato dal pianto incontrollato di un popolo che lo ha amato incondizionatamente per venticinque anni.
D’altronde, il calcio regala le emozioni più vere proprio quando si riappropria di quella spontanea ed ancestrale umanità che ne costituisce l’essenza.
Vedere andar via una bandiera è un po’ come perdere l’amore: da un lato c’è il sentimento di dolore causato dal distacco, dall’altro il ricordo struggente di tutto ciò che ha rappresentato nella nostra vita.
Salutare una bandiera è particolarmente difficile perché significa riconoscere di dover chiudere un ciclo, ammettere che è giunto il momento di riporre nell’armadio quella maglia acquistata da bambino, per diventare grandi.
È stato un privilegio crescere al tempo di Francesco Totti.
Grazie, Pupone.

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