Continua le desertificazione del Sud. La Calabria, peggio di tutti

Continua le desertificazione del Sud. La Calabria, peggio di tutti

Fonte: http://zoomsud.it/index.php/cronaca/98776-la-statistica-continua-le-desertificazione-del-sud-la-calabria-peggio-di-tutti

L’Italia tra il 2008 e il 2015 ha “perduto” 800mila residenti. Cioè 800mila persone hanno fatto la valigia e si sono spostati all’estero nella speranza di una vita (e di un lavoro) migliori. Di questi 800mila 300 mila erano stranieri. Arrivati nel nostro paese convinti di poter stare meglio hanno scoperto che non era cosa e hanno fatto ritorno alle loro abitazioni. In gran parte, dicono i dati, erano cittadini dei paese dell’Est europeo, soprattutto rumeni.

Se dal dato generale, poi, si passa a un’analisi più ravvicinata che tenga conto delle specificità e delle tendenze che si consumano nei territori del Belpaese il quadro peggiora in modo drastico e racconta il dramma del Mezzogiorno meglio di qualsiasi altra denuncia.

In Italia tutte le regioni del Centro-Nord hanno registrato un saldo positivo della popolazione residente. A partire dalla Lombardi che segna più102.846 unità. L’Abbruzzo segna un aumento di 175 unità. Tutte le altre regioni vanno in crescendo fino alla voragine di un saldo negativo della Campania di 160mila e 662 unità.

Ma il dato più disastroso è quello della Calabria che avendo circa un terzo degli abitanti della Campania (5mln e 850mila) registra 54,474 perdite. Ciò significa che la Calabria, se si tiene conto della popolazione raggiunge e supera la Campania.

Una volta la perdita di residenti era una “ricchezza”. Una ricchezza dolorosa perché coincideva col carico terribile di sofferenza e dolore connessi all’emigrazione. Ma ricchezza perché diminuendo la forza lavoro sul mercato indeboliva la possibilità dei datori di lavoro (soprattutto nelle campagne ma anche nell’edilizia) di tenere bassi i salari (al limite della sopravvivenza e certe volte sotto).

Ora invece, dice l’analisi dei dati (elaborati dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del lavoro) chi cambia residenza va soprattutto in Germania, Inghilterra e Francia. Si tratta di lavoratori qualificati, spesso giovani, che scappano, soprattutto dal Mezzogiorno, alla ricerca di migliori condizioni di vita e per guadagnare un po’ di più. Di particolarmente drammatico c’è il fatto che la ripresa ha bisogno di qualificazione e competenza e quindi l’emorragia provoca un danni immediato e ne crea altri, strutturali, nella prospettiva. Un danno che paga per intero il Mezzogiorno con le sue regini più fragili.

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