La riflessione di Pasquale Aiello sull’occupazione israeliana

La riflessione di Pasquale Aiello sull’occupazione israeliana

E’ da 50 anni che i palestinesi vengono cacciati dalla loro terra perché Israele la occupa e la usa in modo del tutto illegittimo e arbitrario creando insediamenti per i propri coloni. Intere comunità palestinesi risultano sfollate a causa degli insediamenti. Le loro abitazioni e i mezzi di sostentamento sono stati distrutti. I palestinesi subiscono tra l’altro limitazioni circa la libertà di movimento, l’accessibilità all’acqua, alla terra e alle altre risorse naturali. Per questo popolo diventa uno sforzo continuo anche svolgere le normali attività quotidiane a causa delle centinaia di misure militari israeliane, e le politiche feroci di requisizione delle terre hanno imposto enormi sofferenze sottraendo loro i diritti più indispensabili. Da tanto tempo l’ONU sta chiedendo a Israele di fermare gli insediamenti in Cisgiordania. Ma la risposta, ingiustificabile, è che Israele non vuol sentirne di rispettare le decisioni delle nazioni unite e mostra tutta la prepotenza che caratterizza la politica estera di questo paese, che con la sua arroganza e una smisurata inclinazione alla sopraffazione ha enormemente contribuito a provocare la instabilità del Medio Oriente. Chiunque contesti la politica d’Israele che si materializza nell’occupazione di terre su terre da parte dei grandi coloni, rischia di essere infamato di nazismo o peggio di antisemitismo. Invece, io dico che nazisti e antisemiti sono stati i tedeschi di Hitler, che la Shoah è stata un orrore ripugnante, una mostruosità, e questo è storia indiscutibile senza il minimo dubbio, ma non mi sento affatto antisemita se aldilà di questo, penso che è inaccettabile che chi ha subito debba rivalersi su altri, la cui unica colpa è quella di esistere. Il popolo palestinese da decenni sopporta barbarie e violenze da parte di uno degli eserciti più potenti, dotato di un robusto arsenale di armi e un solido comparto di dispositivi atomici. Purtroppo i grandi massmedia, di questo dato di fatto non fanno parola. Non spiegano al mondo le condizioni di ingiustizia in cui versa il popolo palestinese a partire dalla fine del secondo conflitto mondiale. Il disegno sionista è nemico dei palestinesi, ma è anche il primo nemico degli ebrei che vogliono vivere in pace per cui sono loro i primi ostaggi di questa cultura colonialista portata avanti con il sostegno dei governi e per mezzo di metodi autoritari e prevaricatori. Ora, ovviamente, con Donald Trump, nuovo presidente americano la situazione in Medio Oriente non potrà che peggiorare, prova ne è la decisione dei giorni scorsi da parte degli USA di dichiarare Gerusalemme capitale di Israele, rischiando di mandare così a monte, qualsiasi spiraglio per una via alla pace. Perfino l’ONU e il papa Bergoglio l’hanno bocciata in quanto pericolosa perché unilaterale. L’affinità economica e politica del grande imprenditore yankee con la grande borghesia israeliana rallenterà ancora di più il processo di pace e potrebbe anche sostenere le nuove costruzioni degli insediamenti illeciti nei territori arabi esasperando un conflitto che, ancora oggi, non trova soluzione. Gli ebrei, dunque, che secondo la Bibbia sono “gli eletti, invece di professare l’amore verso il prossimo si sentono autorizzati ad eliminare chiunque ostacoli il loro cammino politico-economico. Vittorio Arrigoni diceva: “C’è una parte di umanità che sta morendo in pietoso ascolto. Restiamo umani”.
Pasquale Aiello

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