Il dovere della memoria

Il dovere della memoria

Ripropongo alcuni concetti espressi in un mio precedente articolo sul Giorno della Memoria.
“Meditate che questo è stato”.
Così scriveva Primo Levi, ed in queste parole è contenuto il senso del Giorno della Memoria: ricordare, conoscere ciò che è stato, affinché non accada mai più.
Ricordiamo la Shoah e l’atroce brutalità del regime nazista, che ha sterminato milioni di ebrei ed annientato qualsiasi forma di diversità e di minoranza. Si tratta di una delle pagine più buie e crudeli della storia.

Ricordiamo, altresì, le vittime di tutti i regimi totalitari del passato e del presente, e quelle delle innumerevoli guerre intraprese assecondando i più svariati pretesti ed aventi un solo, comune risultato: il dolore e la morte, molto spesso a scapito di civili innocenti e di bambini.
Ricordiamo i morti in nome o a causa della religione che, quando accieca la ragione umana, genera pericolosi mostri.
Ricordiamo che in diversi stati gli omosessuali sono ancora oggi condannati a morte, mentre le donne sono rese schiave e costrette a subire arbitraria violenza.
A proposito di violenza arbitraria, appena due giorni fa il Corriere della Sera ha pubblicato un video girato in Libia in cui si vedono dei migranti torturati e minacciati. Sfido chiunque a guardarlo fino alla fine senza provare rabbia, sgomento, impotenza.
Ricordiamo le vittime del mare e della disperazione: persone senza nome e senza volto, la cui storia non sarà ricordata né raccontata, che hanno trovato la morte durante il viaggio verso il sogno di un’esistenza dignitosa.
Ricordiamo le forme di discriminazione ancora presenti nella nostra società, nel nostro modo di pensare e di parlare; a maggior ragione in un periodo storico in cui la violenza è diventata spettacolo per social network e l’ostilità nei confronti del diverso sembra essere tornata di moda e trova preoccupante diffusione.
La Memoria non può essere sterile prassi retorica fine a se stessa utile a farci sentire a posto con la coscienza per un paio d’ore; la Memoria dev’essere costante e consapevole esercizio culturale.
Le tragedie che, con modalità nuove ed in fasi storiche diverse, colpiscono il genere umano, non devono avere confini geografici e non possono essere suddivise sulla base di una presunta competenza territoriale.
Le vittime dell’Olocausto, e tutti coloro che sono stati oppressi dall’uomo e dalla storia, avranno giustizia solo quando la memoria delle sciagure passate diverrà presa di coscienza per la costruzione di un futuro migliore.

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