Dal Pakistan alla Calabria si avvera in un diploma il sogno di Arsalan

Dal Pakistan alla Calabria si avvera in un diploma il sogno di Arsalan

Riceviamo e pubblichiamo

Già tecnico specializzato in impianti di sicurezza nella sua Karachi, Arsalan sentiva di voler cambiare vita, esplorando i sentieri del gusto, sommando al sogno realizzato di aver ottenuto la protezione sussidiaria come rifugiato, quello tutto nuovo di imparare i segreti della cucina calabrese, per aprire un giorno, chissà, un ristorante che unisca sapori e sensazioni di questo lembo d’Aspromonte a profumi e contrasti della quarta metropoli del mondo.

E Arsalan ha iniziato. Prima c’è stata la borsa lavoro alla pizzeria Il Gusto di Polistena, dove ha appreso le tecniche di base del mestiere dal Maestro Gianluca Spataro. Poi dal confronto con l’operatrice sociale di Sankàra Fiorenza Lattari e il mediatore culturale Jalal Habach la scelta di proseguire, col tempo innamorandosi dell’arte del pizzaiolo, proprio nei giorni in cui l’UNESCO riconosceva il valore per la cultura mondiale di tutto quanto ruota intorno all’arte della pizza napoletana.

Con l’aiuto fattivo di Giuseppe Filocamo, che oltre a essere Mastro Birraio e Pizzaiolo è anche coordinatore del corso di pizzaiolo professionista tenuto da Wine Food.it, è stato possibile iscrivere Arsalan come studente, e lo SPRAR ha interamente finanziato quest’opportunità di formazione composta da 15 ore di teoria e 45 ore di pratica, con l’aiuto di maestri istruttori, e la disponibilità di utensili e ingredienti utili al corso.

Raggiungere la pizzeria Il Ritrovo a Polistena non gli è stato facile. Arsalan ci arrivava da Cinquefrondi a piedi, con i passaggi di alcuni operatori Sprar, e a volte in bicicletta. È piovuto, in quelle settimane, ma nemmeno il vento fortissimo e il gelo lo hanno mai fermato. Ha frequentato le lezioni mettendoci passione e impegno, muovendosi al meglio con l’italiano, grazie all’impegno della sua docente di progetto Francesca Ieraci e salvandosi dall’influenza con i consigli dell’operatrice sanitaria SPRAR Carmela Longo.

In due settimane il tecnico di Karachi si è così trasformato in un concentratissimo teorico del lievito madre e delle farine lavorate a pietra, alternando lo studio rigoroso di ogni fase del lavoro di pizzaiolo a dure ore di pratica. Fino al giorno dei diplomi, quando, dopo un difficile esame teorico pratico ha concluso al meglio, oltre a quello tradizionale, anche il corso di specializzazione sulla pinsa romana, aggiungendo altro sapere e nuovi sapori alla corsa verso il traguardo di pizzaiolo professionista.

In poco più di un anno, Arsalan, che vive qui con sua madre Uroosa e i fratelli Awais e Muhammad Arzak, si è sentito accolto dalla gente del quartiere Rosario, come se avesse abitato da sempre a Cinquefrondi, la piccola città montana del versante tirrenico di Reggio Calabria. La vera svolta è stata quando al richiedente asilo e alla sua famiglia è stato riconosciuto lo status di rifugiati con protezione sussidiaria. Quella sentenza ha in parte fatto giustizia della terribile storia di violenze e atti persecutori subita in patria, che aveva aggravato la già precaria salute del padre, poi mancato, costringendo Arsalan e la sua famiglia a lasciare per sempre il Pakistan, dove era rimasta un’altra sorella sposata e i suoi due figli. Ora invece è tempo di ripartire verso una vita più felice. Con un diploma di pizzaiolo preso a pieni voti le porte del mondo del lavoro prima o poi si apriranno. Comune di Cinquefrondi e Cooperativa Sankàra ReCoSol possono sorridere: quella integrazione in Parlamento tanto invocata a parole, qui viene realizzata nei fatti.

Ufficio Stampa Cooperativa Sankara

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