Minniti, ripescato, entra in Parlamento

Minniti, ripescato, entra in Parlamento

Notizia tratta da: lastampa

Il proporzionale riporta in gioco alcuni grandi sconfitti delle sfide secche – quelle dei collegi uninominali – come la presidente della Camera, Laura Boldrini (solo quarta, con il 4,6% dei voti, a Milano dov’era candidata con Liberi e Uguali e dove invece ha vinto Bruno Tabacci del centrosinistra) o Luigi Bersani (sempre Liberi e Uguali: appena 4% a Verona). Ripescati anche i ministri uscenti, il dem Marco Minniti (Esteri) – 29% delle preferenze – mandato al tappeto a Pesaro dal grillino Andrea Cecconi (al centro dello scandalo «rimborsopoli») e Dario Franceschini (Cultura), che con il 29,5% va ko nella sua Ferrara. Rientra in gioco anche Michaela Biancofiore, sconfitta nel duello con Maria Elena Boschi (Pd) a Bolzano. Ora la coordinatrice regionale di Forza Italia in Trentino Alto Adige è stata eletta, grazie al proporzionale, nel collegio di Piacenza.

Entra in Parlamento anche Lucia Annibali, l’avvocatessa del Pd leader nella guerra alla violenza sulle donne, che a Parma aveva perso il duello nell’uninominale, ma ora risulta eletta grazie alla ripartizione proporzionale in Veneto. Nuova chance, tra gli altri, pure a Nicola Fratoianni (Leu), Mara Carfagna (Forza Italia), Guido Crosetto (Fratelli d’Italia), Stefania Prestigiacomo (Forza Italia), Debora Serracchiani (Pd), Vittorio Sgarbi (Forza Italia), Stefano Fassina (Leu), Guglielmo Epifani (Leu), Gianni Pittella (Pd), il capitano della Marina che sgridò Schettino, Gregorio De Falco (M5S), la ministra uscente Valeria Fedeli (PD), il ministro uscente alla Giustizia, Andrea Orlando (Pd), il vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, il dem Matteo Orfini e il giornalista Gianluigi Paragone.

Conteggi conclusi
Intanto si sono formalmente chiuse le operazioni di conteggio: i dati non sono completi al cento per cento perché alcuni verbali – come segnala lo stesso ministero – sono stati inviati direttamente dai presidenti dei seggi alle corti di appello che poi provvederanno alla proclamazione degli eletti. Per questo mancano ancora all’appello i risultati di una ventina di sezioni e una decina che riguarda collegi uninominali. Per quanto riguarda la circoscrizione estero, il sito del ministero segnala come conteggiate 1.764 comunicazioni alla Camera e 1.791 al Senato su un totale di 1.858. Ma questo non cambia il quadro complessivo, ormai chiaro.

Alla Camera
Sono intanto 607, come riporta il sito del Viminale, i seggi ripartiti alla Camera. M5S se vede assegnati 221: 133 col proporzionale, 88 con l’uninominale. Il centrodestra ne ha 260 in totale, di cui 109 attribuiti con l’uninominale mentre nella quota proporzionale, 73 seggi sono ascritti alla Lega, 59 a Forza Italia, 19 a Fratelli d’Italia. Al centrosinistra vanno 112 seggi, di cui 2 a Svp, il resto al Pd: 24 relativi ai collegi uninominali e 86 alla quota proporzionale). A Liberi Uguali vanno 14 seggi, tutti ripartiti col proporzionale.

Al Senato
Al Senato sono stati ripartiti 308 i seggi. Il centro destra se ne vede assegnati in totale 135, di cui 58 con l’uninominale mentre la quota proporzionale consegna 37 seggi alla Lega, 33 a Forza Italia, 7 a Fratelli d’Italia. A M5S vanno 112 seggi, di cui 44 assegnati con l’uninominale e 68 col proporzionale. Il centro sinistra totalizza 57 seggi: Spd ne prende uno, il Pd totalizza 56, di cui 13 all’uninominale e 43 al proporzionale. A Liberi e Uguali attribuiti 4 seggi.

Le regole del Rosatellum
Il Rosatellum bis è un sistema misto: un terzo maggioritario, due terzi proporzionale. Quindi 232 seggi alla Camera e 116 al Senato sono assegnati in collegi uninominali; 386 alla Camera e 193 Senato in collegi plurinominali col proporzionale. A queste cifre vanno aggiunti 12 seggi alla Camera e 6 al Senato per le circoscrizioni estero. Nel collegio uninominale vince il più votato e il risultato prevale su quelli ottenuti col listino proporzionale. Per i seggi da assegnare nei collegi plurinominali, invece, il riparto avviene (su base nazionale per la Camera e regionale per il Senato) con metodo proporzionale tra le coalizioni e le liste che abbiano superato le soglie di sbarramento; nel caso il candidato venga eletto in più collegi plurinominali, è proclamato nel collegio in cui la lista ha ottenuto la minore percentuale di voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio.

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