Monasterace, evento “Chista è a terra mia” il 28 marzo presso il museo Archeologico dell’Antica Kaulon

Monasterace, evento “Chista è a terra mia” il 28 marzo presso il museo Archeologico dell’Antica Kaulon

Riceviamo e pubblichiamo

Mercoledì 28 marzo, alle ore 11.30, presso il Museo Archeologico dell’Antica Kaulon Monasterace avrà luogo la presentazione dell’intervento Chissa è a terra mia di Zeroottouno, nell’ambito del progetto Ceilings, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e finanziato dalla Regione Calabria, che vanta un accordo di valorizzazione con il Polo Museale della Calabria, con il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide di Sibari, il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, il Museo Archeologico Nazionale di Monasterace e con il patrocinio di: Provincia di Catanzaro, Comune di Catanzaro – Assessorato alla Cultura di Catanzaro, Fondazione Rocco Guglielmo di Catanzaro, Museo MARCA di Catanzaro, Di.Co. – Servizi Museali MARCA di Catanzaro, Comune di Cropani, Comune di Tiriolo, Comune di Cosenza, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide di Sibari, Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, Museo Archeologico Nazionale di Monasterace, Cooperativa ViviKaulon.

Alla presenza della direttrice del Museo Rossella Agostino, dei responsabili della cooperativa Vivi Kaulon, del Direttore dell’Accademia Vittorio Politano, del curatore del progetto Simona Caramia e degli artisti Giuseppe Guerrisi e Davide Negro si darà avvio ad un intervento di arte contemporanea che vedrà installata un’opera permanentemente negli spazi espositivi del Museo.

Obiettivo di Ceilings è quello di coinvolgere in un’unica rete, progressivamente, i musei della Calabria. Ad oggi i musei coinvolti sono: Museo MARCA di Catanzaro, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide di Sibari, Museo Nazionale Archeologico di Vibo Valentia, Museo Archeologico dell’Antica Kaulon Monasterace, Antiquarium di Cropani, Antiquarium di Tiriolo. Un simile potenziamento della rete museale è auspicabile per gestire e rilanciare l’offerta culturale; per collocare la Calabria tra gli itinerari turistici nazionali ed internazionali, per rendere produttivo un importante settore della cultura locale, attraverso un piano economico che valorizzi i numerosi musei in un valido e ragionato piano che preveda interventi a beneficio del territorio, in campo economico e socio-culturale.

Inoltre il progetto permette il confronto e lo scambio di esperienze, di coordinare la promozione delle attività comuni, di incentivare, di valutare le possibilità di sviluppo e di collocazione in più ampi circuiti culturali e turistici. Nei Musei coinvolti nella rete si svolgeranno intervento di arte contemporanea. Oggetto d’intervento degli artisti coinvolti è il soffitto, creando un cortocircuito percettivo nel fruitore e permettendo la massima utilizzabilità dello spazio museale. Tale intervento, lungi dall’essere una sterile operazione decorativa, rappresenta la specificità della Rete dei Musei, giacché ogni artista è invitato a confrontarsi con il territorio, con lo spazio museale e con la sua collezione permanente, per realizzare un intervento site-specific che si integri con l’identità del luogo, enfatizzandone il genius loci.

In questa direzione si colloca l’intervento di Zeroottouno, duo artistico calabrese che mette in luce, con delle installazioni – generalmente site-specific -, l’intensificata attività di antropizzazione dei luoghi. La loro ricerca si sofferma sugli interventi umani che hanno comportato la progressiva riduzione della biodiversità, delle alterazioni climatiche e paesaggistiche, evidenziando come il processo di evoluzione abbia causato una crisi ecosistemica. Gli artisti denunciano i limiti del pensiero astratto, che ha portato a definire le aree verdi alla stregua di porzioni frammentate di realtà, gli artisti mettono in luce la trama dell’esistenza, giacché tutto è collegato ad ogni altra cosa. Il loro fare si fonda sulla possibilità di ristabilire un contatto intimo con se stessi e con le proprie radici identitarie, a partire dalla negoziazione del rapporto con il non umano.

Eterna fonte di verità, la Natura e la conseguente restituzione ad essa sono il fulcro teorico della messa in opera di Zeroottonuo: fibre naturali, radici, tronchi d’albero sono gli elementi attraverso i quali la loro arte si offre come mediatrice tra uomo e ambiente. In una simile ricerca gioca un ruolo forza l’identità calabrese, dunque la posizione geografica, che permette di parlare di geografia dell’arte o di geografia emozionale, quale approccio di studio pre-scientifico, caratterizzato dalla percezione, soggettiva ed emotiva, che evoca negli indivi- dui che fruiscono occasionalmente o vivono stabilmente un determinato luogo. Dalle loro opere emerge un fitto accumularsi di segni, materiali e simbolici, che sembrano voler afferrare la complessità della Calabria, avvolgendone i luoghi in un forte intrico emozionale.

Attraverso tale prospettiva global e local si incontrano: alle istanze identitarie “locali” di tutela del “proprio”, si accosta la consapevolezza “globale” di un mutamento etno-antropologico, che contempla l’ecologia quale nuovo referente del binomio allargato tra uomo e mondo.

Ufficio Stampa ViviKaulon coop. soc. a r.l.

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