Pentedattilo: il borgo fantasma sull’Aspromonte che rivive con i turisti

Pentedattilo: il borgo fantasma sull’Aspromonte che rivive con i turisti

Notizia tratta da: repubblica

ROMA – Il prossimo incontro delle guide turistiche italiane toccherà Pentedattilo, il borgo fantasma che vive all’ombra di una grande roccia a forma di mano. Pezzi delle cinque dita di questa protuberanza del Monte Calvario, Penta, appunto, negli Anni Sessanta crollarono e le autorità locali firmarono una serie di ordinanze di sgombero, oggi definite “frettolose”. Quegli atti amministrativi favorirono la migrazione dei residenti verso il mare, distante otto chilometri, verso il Comune di Melito di Porto di Salvo, verso aree della provincia di Reggio Calabria più urbanizzate e con possibilità di studio per i figli.

Pentedattilo, che nel dopoguerra contava 700 iscritti alle liste di voto, si svuotò. Completamente. Qualche migrante si fermò nel borgo nuovo, a fianco, migranti di prossimità. Ma il moderno non aveva, e non può avere, il fascino della rocca che fu colonia calcidese nel settimo secolo avanti Cristo e poi presidio militare romano. La rocca per almeno vent’anni diventò uno spettrale museo greco.

Questo pezzo di Aspromonte – oggi candidato per il riconoscimento Unesco tra i geoparchi, e serve alla candidatura il meeting Aigae in zona dal 6 all’8 aprile (il programma nel sito dell’associazione) – a partire dagli Anni Novanta ha conosciuto una lenta trasformazione delle case antiche in botteghe artigiane: falegnami, produzione di souvenir, spaccio di bergamotto, alimentari. Gradualmente ne sono state riaperte sei. E, questo è accaduto solo nelle ultime stagioni, altrettante vecchie abitazioni sono diventate luoghi di ospitalità diffusa, aperte al turismo. Nel borgo greco non sono rientrati i residenti, ma alcuni residenti del nuovo borgo – cento in tutto – hanno beneficiato dell’arrivo del turismo: il paese, nel 2018, non è più considerato a rischio crollo e la vista sull’Etna e Capo d’Armi, la punta dello stivale italiano, sono stati un’irresistibile calamita per molti fotografi.

L’ostello della gioventù, concesso dal comune di Melito e insediato nel paese nuovo, non ha mai smesso di funzionare, nel sito è ripartito un bar e oggi il borgo fantasma vive in questo equilibrio precario e straordinario tra visitatori e artigiani. E’ popolato, ma non è abitato. E’ vissuto senza residenti. Ospita all’interno un museo delle tradizioni popolari e, intorno, aziende agrituristiche (dove si può pranzare). Andrea Laurenzano, guida ambientale escursionistica Aigae, opera da vent’anni sul territorio e dice: “Pentedattilo era un borgo morto, oggi richiama appassionati della natura da tutta Europa. I turisti, spesso scout, stanno contribuendo a farlo rinascere. Realizzano sentieri e partecipano al recupero del centro storico, la pavimentazione, gli stessi edifici”.

Ogni estate Pentedattilo è tappa fissa del Festival itinerante Paleariza, evento della cultura grecanica che si svolge nell’anfiteatro della parte nuova. Tra agosto e settembre nel sito antico si tiene il Pentedattilo Film Festival, internazionale di cortometraggi. Il recupero di quest’area della Calabria di recente spopolata viene testimoniato dalla vicina Bova, oggi inserita nel circuito dei Borghi più belli d’Italia con bed and breakfast diffusi. Restano 450 abitanti a Bova, molti parlano il greco di Calabria. Nella vallata si è tornati a coltivare il bergamotto e, oggi, nelle terre vicine si produce un vino rosso Igt, il Palizzi (che si può degustare in due taverne). Il paese di Gallicianò, altri cinquanta abitanti, ha una storia simile. Prima lo svuotamento, poi il ritorno.

Corrado Zunino

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