Stop antimafia alle imprese: presenza della cosca Mazzaferro di Gioiosa Ionica anche in Emilia-Romagna

Stop antimafia alle imprese: presenza della cosca Mazzaferro di Gioiosa Ionica anche in Emilia-Romagna

Notizia tratta da: repubblica

Nel secondo semestre 2017 l’Emilia-Romagna è stata la quarta regione italiana per interdittive antimafia alle imprese, con 29 provvedimenti emessi dalle prefetture.

Un numero maggiore è stato registrato solamente in Campania (31), Sicilia (80) e Calabria (110).

I dati emergono dalla relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia e confermano i numeri annuali, dove l’Emilia-Romagna è sempre al quarto posto con 57 interdittive.

Le regioni del Nord, si legge nel rapporto, “indubbiamente rappresentano un bacino di attrazione per le consorterie criminali stante l’elevato livello economico e produttivo raggiunto”.

Significativo è anche il numero di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette in regione, 594 ritenute attinenti alla criminalità organizzata e poco più di 3.000 relative a ‘reati spia’: anche in questa graduatoria l’Emilia-Romagna è quarta, dietro a Lombardia Campania e Lazio.

Sempre nella relazione si traccia poi una sorta di mappa della presenza di famiglie di criminalità organizzata in regione, in particolare di ‘Ndrangheta.

A Bologna si segnalano i Grande Aracri di Cutro e i Piromalli della Piana di Gioia Tauro e si ricorda che a dicembre la Polizia ha sequestrato circa 600mila euro a un imprenditore attivo in provincia di Reggio Calabria, ma con rilevanti interessi economici nel capoluogo emiliano.

A Ferrara sono segnalati i Pesce-Bellocco di Rosarno, a Forlì-Cesena i reggini Condello e De Stefano e i Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), mentre a Modena e Parma hanno operato soggetti contigui alla cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto (Crotone) mentre in provincia di Reggio Emilia gruppi legati ai Dragone di Cutro.

Nel Ravennate, personaggi vicini alla ‘ndrina dei Mazzaferro di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria), ancora a Modena, Parma e Bologna sono state riscontrate e presenze di elementi vicini alla ‘ndrina di Taurianova e di San Lorenzo, mentre nel Riminese di persone riconducibili ai Vrenna di Crotone e ancora di Besce-Bellocco di Rosarno.

C’è infine un paragrafo che riguarda l’Emilia-Romagna per quanto riguarda la criminalità pugliese, dove si ricorda l’operazione di dicembre della Dia di Bologna che ha fatto luce su un movimento di capitali sull’asse Puglia-Emilia-Romagna e i rapporti tra un gruppo criminale foggiano e un rappresentante dell’imprenditoria romagnola.

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