Scuola, studenti in piazza in tutta Italia. Bruciati manichini di Salvini e Di Maio

Scuola, studenti in piazza in tutta Italia. Bruciati manichini di Salvini e Di Maio

Notizia tratta da: repubblica

Più di 70mila studenti, in oltre cinquanta piazze, manifestano oggi contro la manovra del Governo e per sollecitare un intervento sui costi economici dello studio. Annunciando uno stato di agitazione permanente, le reti di studenti Uds, Rete conoscenza e Link denunciano la mancanza di risorse e provvedimenti concreti per contrastare la precarietà nel mercato del lavoro. “Il cambiamento tanto propagandato – affermano – sembra in netta continuità con il passato, perché è assente un progetto di rilancio dello sviluppo sostenibile per il nostro Paese”.

A Torino alcuni studenti hanno bruciato i manichini raffiguranti Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Sui lampioni di piazza Castello, dove sono arrivati in corteo, sono state attaccate alcune foto dei leader di Lega e Movimento 5 Stelle col volto imbrattato di vernice rossa. La zona della protesta, di fronte agli uffici della prefettura, è presidiata da polizia e carabinieri. Il corteo, promosso dagli Studenti Indipendenti, per protestare “contro razzismo, finto governo del cambiamento e disuguaglianze”, è partito da piazza Arbarello e sfila per le vie del centro città per raggiungere piazza Castello. Davanti al Miur, in corso Vittorio, i ragazzi hanno bruciato anche una telecamera di cartone posta sopra dei mattoni. “I mattoni sono quelli che rischiano di caderci in testa tutti i giorni – spiegano – Le telecamere sono quelle che vogliono mettere in ogni scuola per controllarci”.
“Dalle scuole all’università costruiamo una società multiculturale che educhi alle diversità a partire dai luoghi del sapere”, scrivono su Facebook gli organizzatori della manifestazione.

Al grido di “Chi ha paura di cambiare? Noi no!” è iniziata la manifestazione degli studenti romani a piazzale Ostiense, che ha sfilato lungo le vie di Roma per concludersi davanti alla sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere. Secondo gli organizzatori i partecipanti sono cinquemila, molti di questi indossano una bandana rossa con la scritta “Agitiamoci”. Davanti alla Piramide i manifestanti hanno organizzato un flash mob che evoca la serie di Netflix , “La casa di carta”, indossando delle maschere di Dalì. Un muro costruito con delle scatole di cartone, su cui sono state messe le foto dei ministri del Governo, è stato poi abbattuto dagli studenti in marcia lungo via Marsala. “Si tratta – ha spiegato uno studente – di un gesto simbolico. Abbiamo distrutto il muro della paura, del razzismo che è stato costruito da questo governo”. Continuano i disagi al traffico nella zona, mentre è in corso anche lo sciopero dei trasporti pubblici.

 

Da piazza Garibaldi, a Napoli, è partito invece il corteo che vede sfilare insieme studenti e migranti, che alla testa del corteo mostrano uno striscione con scritto: “Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa un dovere”. Diversi i cartelli contro il Governo, come “Napoli non si Lega” e di solidarietà per il sindaco di Riace Mimmo Lucano. I manifestanti sono diretti, scortati dalle forze dell’ordine, sotto la Prefettura.

In tremila, secondo gli organizzatori, sono scesi in strada a Bari, radunandosi in piazza Umberto per dirigersi davanti alla sede della Regione Puglia, in via Capruzzi. La manifestazione, organizzata in tutte le sei province pugliesi, è promossa da Rete della Conoscenza Puglia, Link e Unione degli Studenti.
“In Italia il diritto allo studio non è garantito – dicono gli organizzatori – nella manovra manca un cambiamento reale per i giovani. Tutti parlano di noi ma nessuno parla con noi studenti, dalla regione Puglia nessuna risposta strutturale.”

A Catanzaro oltre 500 studenti delle scuole superiori stanno partecipando allo sciopero nazionale. Un corteo sta attraversando le principali strade del centro storico, provocando disagi e rallentamenti alla circolazione, dirottata dalla polizia municipale su altri percorsi. Gli studenti protestano per i continui tagli ai fondi per il diritto allo studio, per i disagi derivati dall’alternanza scuola-lavoro, per la mancata sicurezza nelle scuole a causa di edifici troppo vecchi e fatiscenti. L’area interessata dal corteo è presidiata da polizia e carabinieri, e al momento non si segnalano problemi di ordine pubblico.

Anche gli studenti di Palermo si sono radunati in piazza Castelnuovo per sfilare nelle strade del centro storico nonostante la pioggia battente. Le rivendicazioni, portate oggi in piazza, parlano di scuole gratuite per tutti, di libri a costo zero, dell’abolizione delle ore investite nel progetto di alternanza scuola-lavoro e di un intervento immediato sull’edilizia scolastica.

Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, ha dichiarato: “Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di 8 miliardi. Diciamo no al taglio di 100 milioni annunciato qualche giorno fa, se il governo non ha paura di cambiare, lo dimostri investendo in istruzione”.

Giacomo Cossu, coordinatore nazione di Rete della conoscenza, ha aggiunto: “Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche. Questo non è cambiamento: il maggior deficit previsto viene utilizzato per condoni agli evasori fiscali e per tagliare le tasse ai più ricchi, mentre per noi giovani mancano le risorse”.

Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, ha commentato: “Sull’Università non c’è alcuna proposta reale per incrementare il finanziamento del sistema o per superare il numero chiuso, ma solamente annunci e slogan che dimostrano una mancanza di visione. Questo Governo trascura l’istruzione ma non dimentica mai di demonizzare gli ultimi e di calpestare diritti acquisiti in anni di lotte. Il 16 e il 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, torneremo a mobilitarci”.

 

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