Corrado Alvaro e il cinema. Una magnifica ossessione. Per una nuova chiave di lettura

Corrado Alvaro e il cinema. Una magnifica ossessione. Per una nuova chiave di lettura

Qual è il confine tra letteratura e cinema? Quando il cinema è fedele alla letteratura? Quando, invece, la svilisce? A questi interrogativi si è cercato di rispondere nel convegno dedicato a Corrado Alvaro, tenutosi mercoledi sera presso la biblioteca “Mario Pellicano Castagna” di Marina di Gioiosa Ionica. Nel presentare il loro libro “Corrado Alvaro e il cinema. Una magnifica ossessione”, Cristina Briguglio e Giovanni Scarfò ne hanno definito i punti salienti, concentrandosi sull’intensa opera di studio e riflessione dello scrittore sanluchese sull’arte della cinematografia, che vide la sua nascita e il suo sviluppo proprio nel periodo in cui Alvaro costruì la sua fama di scrittore e giornalista.

Il caso di Alvaro rispecchia il tanto discusso rapporto tra cinema e letteratura nato in quegli anni –sostiene Paride Leporace, direttore della Lucana Film Commission e moderatore dell’incontro- a volte connubio perfetto, a volte no. Durante la sua carriera, l’autore si è speso moltissimo anche nell’ambito della cinematografia, presentando una vasta produzione come sceneggiatore, durata quasi trent’anni, e a cui ha dedicato ampie riflessioni fino a farla diventare una vera e propria ossessione. Su questa idea martellante dello scrittore si costruiscono le pagine del libro, una ricca opera filologica capace di mostrare come l’interesse di Alvaro per il cinema e per il dibattuto rapporto con la letteratura sia durato tutta la vita. Analizzando le sue riflessioni –racconta Scarfò- abbiamo scoperto che, mediante Alvaro, si può attraversare tutta la storia del cinema e della profonda mutazione antropologica e culturale che la sua diffusione ha comportato nel corso del Novecento.

 

Alvaro scriveva tantissimo di cinema –continua la Briguglio- e lo faceva con un trasporto emotivo fortissimo; dalle sue riflessioni traspare l’Alvaro-uomo, attento agli aspetti tecnici ed antropologici della scena cinematografica: la nascita di un soggetto e di una sceneggiatura, i rapporti tra i personaggi e i loro tratti psicologici, sono tutti elementi sui quali l’autore si sofferma con lo sguardo dell’antropologo e del sociologo. Per tutta la sua intensa attività di letterato, Alvaro si interrogherà sempre sul valore di questa nuova arte, sul suo ruolo rispetto al testo scritto, sull’influenza nel mondo della letteratura. Egli non arriverà mai ad una riposta conclusiva ma, quello che è certo, è che l’autore vive un’epoca in cui il progresso, rappresentato anche dalla nascita del cinema, è palpabile e affascinante e, come tale, mostra di avere fiducia in esso. Egli, ossessionato da quest’arte raffinata ma, al tempo stesso, brutale e rozza, una sorta di nuova tragedia moderna, si mette a nudo in questi scritti, perché attraverso le recensioni, le cronache e gli articoli giornalistici, infarciti di considerazioni e di aneddoti autobiografici, indaga e rivela l’impatto che il cinema ha sulle altre arti, sulle coscienze degli spettatori e sulla società.

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