Giornata della memoria: Le riflessioni degli alunni di 3^ B dell’Istituto Gioiosa-Grotteria

Giornata della memoria: Le riflessioni degli alunni di 3^ B dell’Istituto Gioiosa-Grotteria

Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni degli allunni della III^B dell’Istituto Comprensivo Gioiosa-Grotteria

LA SHOAH E I DIRITTI UMANI

La shoah è un termine ebraico che significa “avvenimento improvviso”.
Quando sentiamo i termini “shoah” e “olocausto” ci viene in mente lo sterminio degli ebrei, avvenuto nella seconda guerra mondiale. Per ricordare questo avvenimento è stata istituita la giornata della memoria, che si celebra il 27 gennaio, giorno in cui è stato liberato il campo di concentramento di Auschwitz. Anche nella nostra regione è stato costruito un campo di concentramento, oggi diventato museo e tristemente noto come il campo di Ferramonti di Tarsia, a 40 km a nord di Cosenza. Questo campo è stato il primo dell’Italia fascista a essere costruito e l’ultimo a essere stato liberato. In questo campo le condizioni di vita degli ebrei non erano disumane come negli altri campi: gli ebrei rinchiusi riuscirono a creare un piccola assemblea democratica, in un’Italia senza democrazia, grazie al direttore del campo, Paolo Salvatore, che ha salvato innumerevoli vite.
Se fossi stato uno dei ragazzi ebrei durante il dominio nazista avrei detto ogni giorno “Perché?” Perché esistono distinzioni razziali? Perché non possiamo essere uguali e in pace?Perché è l’ unica parola capace di insinuare un dubbio nelle persone, l’ unica parola che non ha età, che può dare felicità ma anche preannunciare la paura di morire, di non rivedere più la propria madre e il proprio padre, paura della vita che riserva sempre cose belle ma anche cose brutte. A causa dello sterminio nazista sono morte più di 11.000.000 di persone. Forse, di fronte a un passato così assurdo, l’unica risposta altrettanto assurda è che, senza questa immane tragedia, non sarebbero state create delle associazioni contro il razzismo, come L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) e l’UNAR(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), nonché documenti importanti come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Anche se il passato è un peso , ricordare è un dovere per rendere migliore la vita delle generazioni future, per far sì che queste cose non accadano mai più.

Chiara Pacino, Francesco Calabró, Francesco Congiusta e Giorgio Tarantino.

Classe III^B, scuola media- IC Gioiosa-Grotteria. 


Ogni 27 gennaio si celebra il giorno della memoria per ricordare e non dimenticare tutte le vittime dell’olocausto. Si tratta di una delle pagine più brutte e vergognose dell’umanità perché sono morte milioni e milioni di persone. Per olocausto, chiamato anche Shoah, si intende lo sterminio sistematico operato dai nazisti contro gli Ebrei ma non solo, anche contro gli slavi, gli oppositori politici e gli omosessuali. Quello degli Ebrei è un popolo da sempre perseguitato, fin dai Babilonesi, gli Egiziani e i Romani per arrivare, nel Novecento, alle persecuzioni razziali volute da Hitler contro un popolo ritenuto impuro. Gli Ebrei venivano accusati di aver ucciso Dio, di uccidere bambini e di unirsi contro gli europei. Dunque, gli ebrei ma anche gli slavi, gli oppositori politici e gli omosessuali venivano perseguitati e deportati nei campi di concentramento. Uno dei più terribili è stato il campo di concentramento di Aushwitz, in Polonia, dove sul cancello dell’entrata si legge tutt’oggi “ ARBEIT MACHT FREI” il cui significato è “Il lavoro rende liberi”, una frase offensiva perché dentro questo campo gli internati vennero sfruttati fino alla morte e uccisi in camere a gas. 
Se ognuno di noi fosse stato un Ebreo si sarebbe chiesto il senso di essere perseguitato per la sola colpa di essere nato così. Se ognuno di noi fosse stato un Ebreo si sarebbe sentito solo e indifeso davanti alla terribile potenza dell’uomo; non crederebbe di essere una persona ma un semplice oggetto nelle mani di un meccanismo politico assurdo. Se ognuno di noi fosse stato un Ebreo si sarebbe sentito male al solo pensiero di essere allontanato dalla propria famiglia e a pensare di perdere un fratello, una sorella, una madre o un padre sarebbe morto. Nessun istante, nessun momento, nessun foglio o penna usata per testimoniare può dirsi sprecata finché anche un solo popolo continuerà a vivere simili atrocità.

Martina Tromba, Francesco Cristallo e Domenico Agostino.

Classe III^B, scuola media IC Gioiosa-Grotteria. 


Il Giorno della Memoria, celebrato ogni 27 Gennaio, è una giornata che non può e non deve passare inosservata. In questa giornata è opportuno ricordare tutte le vittime della shoah, non solo ebree, ma anche omosessuali, prigionieri politici, popolazioni slave. Nonostante sia stato istituito il giorno della memoria come monito per non commettere più simili crimini, nel mondo oggi persistono ancora azioni e pensieri razziali contro le persone di colore, immigrate in cerca di un futuro migliore. Un esempio lampante che avviene ai giorni nostri è la condizione in cui versavano e versano gli immigrati a Rosarno e San Ferdinando, costretti a vivere in vere e proprie baraccopoli. All’interno di esse vivono 2550 migranti senza acqua potabile e senza servizi igienici. Essi si recano a lavorare nei campi per la raccolta delle arance, usati come oggetto di sfruttamento dalla ‘ndrangheta per trarne profitto. Secondo noi la shoah è uno strumento per riflettere sul presente e allontanare qualsiasi azione razzista volta a distruggere la dignità dell’individuo.

Coluccio Nicholas, Sainato Rocco Mattia, Rizzo Gioele Karol.

Classe III^B, scuola media, IC Gioiosa-Grotteria. 


Il periodo dell’Olocausto è stato orribile, un’epoca in cui gli uomini venivano trattati come oggetti. Da persone tranquille nelle loro case sono inconsapevolmente divenute vittime della schiavitù nazista. Separate dalle loro famiglie, sono state rinchiuse all’ interno di ghetti o campi di concentramento in cui le condizioni di vita erano pessime, il cibo era precario, le ore di lavoro al giorno erano tantissime, l’ambiente era malsano.
I bambini e gli anziani venivano portati nelle camere a gas perché considerati “inutili bocche da sfamare”. Li portavano all’interno con la scusa di fare una doccia, invece spruzzavano grandi dosi di gas nocivo per poi essere smaltiti nei forni crematori.
Chiederci perché sia successo tutto questo è una domanda che mai troverà una risposta se non perché frutto della follia umana. Oggi possiamo solo vivere con la consapevolezza che nessun popolo dovrà essere mai più trattato così perché per uccidere anche un solo uomo nessun motivo è mai abbastanza.

Longo Fiona, Panetta Matteo, Sculli Simone.
Classe III^B, scuola media, IC Gioiosa-Grotteria.  

 

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