Per il procuratore Zuccaro un altro buco nell’acqua

Per il procuratore Zuccaro un altro buco nell’acqua

Notizia tratta da: vita

Nessuno dei procedimenti avviati dal procuratore Carmelo Zuccaro, secondo cui potevano esserci dei collegamenti tra le organizzazioni non governative e i trafficanti di uomini, è mai arrivato a processo. Anche l’accusa a Msf per lo smaltimento di rifiuti della nave Acquarius cade. Il Tribunale del riesame di Catania ha accolto integralmente i ricorsi degli indagati. Zuccaro imparerà mai?

Carmelo Zuccaro
Non è la prima volta che gli inquirenti di Catania si vedono bocciare le ipotesi accusatorie nei confronti delle Ong da parte dei giudici delle indagini preliminari. Nessuno dei procedimenti avviati dal procuratore Carmelo Zuccaro, secondo cui potevano esserci dei collegamenti tra le organizzazioni non governative e i trafficanti di uomini, è mai arrivato a processo.

Per quanto riguarda l’ultimo fascicolo aperto sulla nave Aquarius, l’accusa sosteneva che tutti i capimissione di Medici senza frontiere alla guida degli equipaggi «avrebbero avuto la consapevolezza della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio». Da parte sua Medici senza frontiere ha sempre respinto ogni addebito, affermando di aver seguito le procedure standard. «Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini», aveva detto all’epoca a novembre 2018 Karline Klejer, responsabile Msf per le emergenze, «ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo, inquietante e strumentale tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare».

Il Tribunale del Riesame, oggi, ha restituito all’agenzia marittima coinvolta nell’inchiesta 200 mila euro che erano stati bloccati dalla procura, autorizzandola a riprendere regolarmente le sue attività e ha accolto integralmente il ricorso del principale indagato, l’agente marittimo accusato di aver smaltito illegalmente rifiuti pericolosi provenienti in prevalenza dalla nave. Secondo l’accusa di Zuccaro, «l’accordo criminoso concluso tra gli appartenenti alle Ong e l’agenzia marittima di Francesco Gianino consentiva da un lato alle stesse Ong di realizzare notevoli risparmi di spesa per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dall’altro allo stesso Gianino di offrire un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale triplicava il suo giro d’affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140 mila euro del 2016». Al contrario i giudici chiamati a esaminare il ricorso, e che a giorni depositeranno le motivazioni, non avrebbero rilevato tutti questi presupposti, cassando perciò i provvedimenti emessi dalla procura, che aveva disposto sia il sequestro della nave Aquarius, sia quello dei conti dell’agenzia marittima siciliana.

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