Figlio mio, un giorno ti parlerò di Ernesto Guevara. Se fosse vivo si batterebbe per quei bambini che lasciamo annegare in mare

Figlio mio, un giorno ti parlerò di Ernesto Guevara. Se fosse vivo si batterebbe per quei bambini che lasciamo annegare in mare

Piccolo Ilario,
in questo giorno di un bel pò di anni fa venne ucciso un grande uomo, che aveva contribuito ad abbattare un regime dispotico e che voleva esportare la Rivoluzione in tutto il mondo. Un medico che poteva godere di una vita agiata e che aveva scelto gli ultimi della società, quelli che non avevano mai da mangiare, quelli che dovevano sempre piegare la testa, quelli che si dovevano prostituire per riuscire a nutrire i figli. Se oggi fosse qui continuerebbe a stare con gli ultimi, come quelle donne e quei bambini che non vogliono morire e si affidano a dei criminali per riuscire a prendere una barca o a superare i confini per raggiungere l’Europa o l’Australia o il Nord America.
Quelle donne e quei bambini che a migliaia muoiono annegati nel nostro mare e di cui a volte, solo a volte, si ritrovano i corpi. Quei bambini, piccoli come te, che invece di una casa accogliente e di una culla calda hanno solo la strada e magari un cartone in cui dormire. Quelli che la politica dei porti chiusi lascia morire annegati, che è una delle morti più atroci perchè i polmoni bruciano mentre si riempiono di acqua e non puoi respirare e il tuo corpo scivola giù nel mare e diventerà cibo per i pesci.
Quell’uomo che oggi si batterebbe per questa umanità dolente aveva rinunciato alla sua vita da borghese in un’Argentina che gli stava stretta e lottando e rischiando la vita continuamente aveva liberato un popolo e conquistato la Gloria e il Potere, era diventato un Ministro, ma ancora una volta ha dato le spalle a quella vita per tornare a marciare nel fango e a farsi sparare addosso dai soldati imperialisti, per provare a liberare altri popoli. Una Rivoluzione sola non gli bastava, E lo uccisero mentre combatteva per gli altri, Lo uccisero a sangue freddo dopo averlo catturato, perchè era troppo pericoloso che un uomo del genere vivesse.
Ti racconterò di lui, di quella incredibile impresa che fu la Rivoluzione cubana e dell’esempio di un uomo che sfidò l’asma e gli Stati Uniti per inseguire un sogno e che per questo pagò col dolore e con la vita. Ma gli uomini come lui non si uccidono con le pallottole e il Che è diventato immortale e sempre lo sarà.
E’ agli uomini migliori che dobbiamo guardare, e spero lo farai anche tu.
Da parte mia ti racconterò quella storia e dei tanti aneddoti che ho raccolto viaggiando per Cuba, alcuni bellissimi che mi sono stati raccontati a Cienfuegos da un uomo molto anziano che aveva vissuto gli anni della Rivoluzione, mentre stavamo seduti sotto ad un porticato a guardare il sole tramontare o quelli che ho raccolto a Camaguey tra cubani esasperati dal regime castrista ma a cui brillavano gli occhi di commozione quando ricordavano la figura di Ernesto o a quelli sussurrati nei corridoi dell’Università dell’Habana da giovani forti e belli che oggi sognano un’altra libertà. .Perchè c’è sempre qualcuno a cui ribellarsi e sempre ci sarà- E i ribelli sono sempre splendidi.
Cresci forte, cresci ribelle, ribalta tutte le convenzioni e troverai una strada che è solo tua, che è veramente tua.
E nella tua vita, qualcunque cosa farai, anche la più semplice e quotidiana e normale, ispirati sempre al meglio dell’umanità, a quelli che amano gli altri e non a quelli, oggi maggioranza, che odiano tutti quelli che pensano diversi da loro.
Non ho dubbi che tra un politico criminale e ladro che acquisisce potere e fa carriera lasciando morire dei bambini in mare, tu starai dalla parte di quelli indifesi.
Non ho dubbi che di fronte a due uomini o due donne che vengono ammazzati solo perchè vogliono amarsi tu starai dalla parte dell’amore.
Non ho dubbi che di fronte alla violenza cieca di un capitalismo che distrugge l’ambiente tu starai con la Terra che ci è madre e con gli esseri viventi che trucidiamo per non mettere in discussione il nostro stile di vita.
Sono sicuro che che tra chi si arricchisce lanciando bombe su esseri indifesi e chi vive nel terrore che quelle bombe cadano sulle teste dei proprio figli starai con questi ultimi.
Non ho dubbi che anche tu sentirai sulla tua pelle ogni ingiustizia, in qualcunque parte del mondo venga commessa.
Si vive meglio guardando solo in casa propria, stordendosi di televisione e pubblicità e videogame, come fanno quasi tutti in quest’Occidente ricco.
Ma ignorare le grida di aiuto di tutta quella gente che soffre non è degno di un uomo. Quelle urla che arrivano dall’altra parte del mare non si possono spegnere alzando il volume dell’iPhone.
Per questo, per citare l’Argentino, fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare. E so che questa lotta sarà anche tua.

Ti amo piccolino.

E magari un giorno con le lacrime agli occhi in questo giorno di lutto per l’umanità lo diremo insieme: Hasta siempre Comandante!

“Chi lotta può perdere. Chi non lotta ha già perso”

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